S «PERSI NEL DESERTO» STUPORE E IRONIA DAL MONDO PER GLI AZZURRI
Dal «Macedanno» dell’argentino Olè a «Italia ridicola» dello spagnolo Mundo Le dolorose prime pagine dopo la sconfitta
orpresa, ironia, persino della poesia. C’è di tutto nella rassegna stampa internazionale che riguarda l’incredibile eliminazione dell’Italia da Qatar 2022 ad opera della piccola Macedonia del Nord. No, una cosa del genere, i campioni d’Europa fatti fuori a casa loro dalla nazionale numero 67 del ranking, non se l’aspettava nessuno in giro per il mondo. Nostro malgrado abbiamo conquistato più o meno spazio, a volte intere prime pagine.
Poesia e ironia Su l’Equipe per esempio, che nonostante ieri giocasse la Francia ci ha regalato quasi tutta la prima pagina. E ha titolato, con toni che suonano quasi poetici, “L’Italia persa nel deserto”. Il riferimento pare sospeso a metà tra il nostro gioco e l’ubicazione geografica del Mondiale autunnale. Tutta per gli azzurri anche la prima argentina di Olé, quotidiano sportivo specializzato in aperture originali che spesso veleggiano su ironia e prese in giro. Il gioco di parole scelto è “Macedaño”, mix tra Macedonia e danno, dolore. E poi due pagine all’interno con un eloquente “Siamo fuori” in italiano e in prima persona plurale, come se a Buenos Aires partecipassero al nostro dolore, e un titolone che recita: “Mancini, questa non si cancella più” in riferimento all’inattesa sconfitta palermitana. Più o meno quello che ha detto lo stesso ct, che ha parlato di peggior momento della sua lunga carriera professionale, con la frase del ‘Mancio’ riportata fedelmente. Sempre in Argentina siamo finiti in prima pagina persino sui politici Clarin e Nacion, con lo stesso titolo: “L’Italia di nuovo fuori dal Mondiale”.
Calcolo errato
Anche Marca ci ha regalato gran parte della sua pagina d’apertura: “Italia fuori dal Mondiale” il titolo scelto, con riferimento al marcatore Trajkovski, passato senza lasciare traccia dal Maiorca e dalla Liga prima di finire in Arabia Saudita via Danimarca. Su As hanno preferito aprire con Bale, dando comunque avviso di quella che hanno definito: “Tragedia azzurra”, testuale. Sul Mundo Deportivo siamo sotto Salah, presunto obiettivo di mercato del Barcellona, con un eloquente: “Italia, sbattuta fuori”. L’altro Mundo, il quotidiano politico madrileno, non usa mezzi termini: “Italia ridicola, ‘distrutta’”. Nel pezzo si va avanti con lo stesso tono, e speriamo che abbiano sbagliato i calcoli perché dicono che “Palermo e l’Italia piangono per quelli che saranno 20 anni senza vedere la ‘azzurra’ competere contro le migliori nazionali del mondo”. Per ora gli anni sono 8 e arriveremo a 12, ma ci auguriamo che siano più che sufficienti. Sul Pais ci hanno dedicato la prima dello sport: “Calamità mondiale dell’Italia” il titolo. E l’analisi: “La pressione psicologica si è alleata con i macedoni e ha sfatto i giocatori italiani, campioni d’Europa in estate e incapaci all’arrivo dell’inverno di imporsi alla paura del fallimento”. Amen.
Rivincita inglese In Inghilterra non ci hanno dato grande spazio sui giornali, tanto i tabloid come i “broadsheet” si sono concentrati sulla vittoria del Galles di Gareth Bale sull’Austria limitandosi a prendere nota della disfatta della nazionale che solo 8 mesi fa aveva battuto l’Inghilterra a Wembley nella finale dell’Europeo. Facile pensare che oggi ci saranno approfondimenti di varia natura. Solo sul Guardian abbiamo trovato spazio sulla sempre molto letta “backpage”, che poi è la prima dello sport: “Italia delusa: gli Azzurri di nuovo eliminati in uno dei più grandi shock della Coppa del Mondo”. Sul Telegraph parlano di “Sconfitta devastante” e di “Sorpresa monumentale”. A scatenarsi di la dalla Manica ci hanno pensato i tifosi via social, che si sono vendicati ampiamente ricordandosi di Bonucci e Chiellini e la loro foto col piatto di pasta dopo gli Europei, o della foto di Chiellini che fermava con le cattive Bukayo Saka, o del celebre «It’s coming Rome» di Bonucci. A luglio eravamo stati noi a fare ironia, ieri per gli inglesi è stato il tempo della rivincita.