Primavera rossonera
TURBO MILAN LA FUGA SCUDETTO PUÒ SBOCCIARE CON TONALI, LEAO IBRA E GIROUD
Dopo 10 anni a inseguire, Diavolo 1o e con un vantaggio da amministrare: Pioli calerà un poker al top per l’allungo su Napoli e Inter
Una scorciatoia non c’è. Esiste però una strada decisamente più comoda e sicura che varrebbe la pena provare a imboccare. Come ti stacco le rivali scudetto? Al Milan nessuno lo dice apertamente, ma sotto sotto ci pensano tutti: impossibile non chiudere gli occhi e immaginarsi la scena madre di tutti i sogni da titolo, la capolista che allunga e fa il vuoto alle sue spalle. La ripresa post sosta, con il Bologna a San Siro dopo che Napoli e Inter saranno scese in campo con Atalanta e Juve, autorizza a fantasticare. Perché però il pensiero stupendo si trasformi in realtà, servirà un Diavolo solido ed efficace, una macchina da punti quasi infallibile come si è dimostrata la banda Pioli nelle ultime giornate. Serviranno anche gli uomini migliori nella condizione migliore: Tonali, Leao, Giroud e Ibrahimovic. Il motore della squadra e quelli che la buttano dentro. Tutti al top, tutti pronti a far sbocciare uno scudetto dalla primavera rossonera.
Il capitale da gestire
La semina è stata proficua, perché un Milan così determinato nel tenere a distanza Napoli e Inter a questo punto della corsa non lo si vedeva da dieci anni. Stagione 201112, uomini e distacchi d’altri tempi: dopo 30 giornate, il Milan di Allegri e... Ibra comandava sulla Juve (che alla fine sarebbe arrivata davanti), mentre il Napoli quarto e l’Inter settima viaggiavano rispettivamente a 16 e 20 punti di ritardo. Un abisso. Milan primo, campani e cugini entrambi dietro: la scena non si è mai più ripetuta fino a oggi, e già questo dà l’idea di quanto il lavoro di
Pioli e della società in questi due anni e mezzo abbia accelerato la risalita tra i grandi: il Milan che in passato ammassava punti di distanza ha colmato il gap e adesso guida. Ma la storia insegna che occorre restare sul pezzo, perché gli scivoloni sono dietro l’angolo: Pioli per primo conosce la materia, visto che in passato le sue squadre hanno rallentato nei finali di stagione, dall’Inter alla Fiorentina, compreso lo stesso Milan di un anno fa. Tra la 31a e la 38a giornata, i rossoneri bucarono con Sassuolo, Lazio e Cagliari, complicandosi la vita nella corsa alla Champions poi centrata.
Riecco i bomber
Quel Diavolo non aveva i gol di Giroud, né tantomeno quelli di Ibra, che nelle ultime otto mise assieme appena 90 minuti con il Benevento e uno spezzone allo Stadium contro la Juve, prima di fermarsi per il ginocchio ko. Oggi Pioli può contare su entrambi gli specialisti dell’area di rigore, e si trova addi
rittura nell’imbarazzante situazione di dover scegliere tra i due. La sosta per le nazionali gli restituirà un Giroud formato mondiale – con la Costa d’Avorio l’altra sera il francese è tornato a segnare anche in maglia Bleus, su assist dell’altro rossonero Hernandez – e in una forma eccellente. Molto, se non tutto, passa ovviamente da questo 2022 da protagonista con il Diavolo, che ha imparato a conoscerlo e a pesarne l’efficacia: Giroud non è un cannoniere seriale, ma sa come indirizzare le notti da scudetto (vedi la doppietta nel derby e il gol al Maradona). Zlatan in questi mesi ha applaudito il compagno, lavorando dietro le quinte per rientrare sul più bello: la volata scudetto e i playoff mondiali con la Svezia. Scontata la squalifica nella “semifinale” con la Repubblica Ceca, è pronto a dare una mano martedì nel dentro o fuori con la Polonia: comunque vada, Pioli potrà sorridere perché riabbraccerà un Ibrahimovic più rodato, pronto ad aumentare il minutaggio pure con il club. Una sorta di nuovo acquisto alla voce fuoriclasse, nei cilindri di Spalletti e Inzaghi non c’è niente di altrettanto speciale da tirare fuori.
Talenti maturi Ibra e Giroud si sono divisi il centro dell’attacco ma anche i gol: 8 ciascuno. Al loro fianco, Rafa Leao ha fatto lo stesso: 8 centri come i due centravanti fin qui, e una capacità quasi unica di strappare, tanto gli avversari quanto le partite. Nel Portogallo che vede il Qatar non è un titolare, ma con la Turchia è riuscito a incidere pur partendo dalla panchina: suo il bel filtrante per il 3-1 finale di Matheus Luiz. Effetti di un’annata da spaccapartite con il Milan. Perché se il Rafa del 2020-21 si accendeva solo a intermittenza, quello attuale è uno schema che cammina: dategli la palla e qualcosa di incredibile succederà. Anche la primavera di Sandro Tonali è cominciata ad agosto, al via del campionato, e non sembra conoscere mezze stagioni. Nel centrocampo liquido della capolista ruotano tutti tranne lui, unico vero intoccabile capace di trascinare in avanti la squadra con il suo atteggiamento sempre aggressivo e verticale: proverà a farlo anche nell’Italia del futuro. Intanto, c’è da spingere verso il traguardo il suo Diavolo con la stessa intensità che lo ha portato dalla panchina al posto fisso in campo: nel Milan che inciampava un campionato fa, Tonali era una riserva (83 minuti totali nelle ultime 8 giornate), in questo è una certezza da scudetto.