La Gazzetta dello Sport

Juve-Inter, per ECCO IL PRIMO BIG MATCH E DYBALA VUOLE LASCIARE DA RE Loro vale doppio CONTRO IL TABÙ BIANCONERO RISCOSSA BARELLA DOPO IL FLOP AZZURRO

Per il serbo prima partitissi­ma in bianconero con una grande. Paulo intende chiudere in bellezza. E Morata... LAUTARO Martinez sempre sconfitto in casa della Juve in campionato. Nicolò vuole cancellare la ferita mondiale. E Handa spera nel rinnovo

- Di Fabiana Della Valle TORINO Di Vincenzo D’Angelo MILANO

ultimo giorno di riposo prima del grande sforzo. La settimana della Juventus, o meglio di ciò che resta della squadra bianconera visti i tanti giocatori impegnati con le nazionali, si è chiusa con una seduta in palestra: ieri Massimilia­no Allegri ha salutato i ragazzi dando appuntamen­to a domani, quando inizierà il conto alla rovescia verso Juventus-Inter, il big match dello Stadium di domenica prossima che può incidere molto sulla classifica. Max conta di recuperare tutti (compresi gli infortunat­i Zakaria, Alex Sandro e Bonucci) ma soprattutt­o punta molto sull’attacco, spesso in sofferenza in questa stagione (47 reti realizzate in campionato) ma con tre uomini colmi di motivazion­i speciali. Se sarà di nuovo tridente lo scopriremo in settimana, di sicuro da Vlahovic, Dybala e Morata il tecnico s’aspetta un contributo maggiore, per talento, esperienza e voglia di mettersi in vetrina.

Prima big Per Dusan Vlahovic sarà la prima sfida di Serie A contro una grande squadra con la Juventus. DV7 è arrivato a inizio febbraio, quando Madama aveva già affrontato in campionato, Roma, Napoli e Milan. Il serbo è abituato a giocare contro le big, ma la maglia della Juventus pesa più di quella della Fiorentina. Le parole dell’a.d. Maurizio Arrivabene, che ha motivato la scelta di non rinnovare il contratto di Dybala con l’arrivo di Vlahovic, sono un’investitur­a ma lo caricano anche di grandi responsabi­lità: Dusan a 22 anni si ritrova al centro del progetto bianconero, ha le spalle larghe e la testa giusta per sopportare le pressioni ma dovrà dimostrare sul campo che la scelta è stata lungimiran­te e vincente. Vlahovic con la Signora ha segnato 4 gol in 7 partite (tutte giocate da titolare tranne una) con una media di una rete ogni 136 minuti (alla Fiorentina faceva centro ogni 109 minuti) affrontand­o però tutte squadre dal quinto posto in giù. In mezzo c’è stata la delusione per l’uscita agli ottavi di Champions: la prodezza lampo all’andata nel debutto europeo non è bastata per prolungare il cammino e anche per questo DV7 cerca gol pesanti per blindare il quarto posto e ambire a qualcosa in più. Il fastidio all’inguine per cui ha lasciato la nazionale non preoccupa.

Motivazion­e doppia

Paulo Dybala ha scelto la via del silenzio dopo l’annuncio della società di non rinnovargl­i il contratto in scadenza. Ci sarà tempo e modo per spiegare e anche per pensare al futuro (non è un mistero che l’Inter sia interessat­a a lui), adesso vuole parlare solo sul campo. La sfida con i nerazzurri per lui vale doppio: vuole chiudere in bellezza e lasciare il miglior ricordo di sé ai tifosi e anche dimostrare ai club che lo hanno messo sotto osservazio­ne che vale la pena investire su di lui. La Joya ha segnato all’Inter all’andata (il rigore con cui i bianconeri agguantaro­no il pareggio) e spera di giocare per ripetersi al ritorno, anche per mettersi alle spalle i ripetuti infortuni. E’ il miglior marcatore stagionale della Juventus (13 centri) ed è a due gol da Roberto Baggio, che occupa il nono posto nella classifica all time dei bianconeri più prolifici.

Riscatto Alvaro Morata ha avuto un’annata dai due volti: pochi gol (11 in totale di cui 8 in campionato, gli stessi di Dybala che però ha giocato oltre 400 minuti in meno) ma tanto lavoro sporco. Da quando è arrivato Vlahovic è diventato prezioso giocando in posizione più defilata. Il riscatto (seppure a cifre decisament­e più basse rispetto a quelle stabilite inizialmen­te con l’Atletico Madrid: 35 milioni di euro) è una possibilit­à molto concreta, anche perché Allegri lo stima e lo considera affidabile, e un finale stagionale di buon livello spingerebb­e ancora di più il club in quella direzione. Lo spagnolo ha fatto appena tre centri in campionato nel 2022, è andato in bianco per 9 partite di fila prima di sbloccarsi contro lo Spezia. A marzo però è sbocciato e all’Inter non ha mai segnato da quando è tornato alla Juventus (estate 2020). I tifosi però non hanno dimenticat­o la griffe nel 2-0 allo Stadium nel febbraio 2016 e la doppietta in semifinale di Coppa Italia nello stesso anno. Juventus-Inter non è mai una partita come le altre.

l tempo del riposo è finito. Da oggi, ad Appiano Gentile, sarà già Juve-Inter. E fa nulla se alla comitiva nerazzurra mancherann­o all’appello i vari nazionali, chi è rimasto ha avuto modo di smaltire le scorie del periodo negativo ed è già sintonizza­to sul derby d’Italia. Simone Inzaghi ha un buon feeling con le ripartenze in campionato, ma a Torino servirà qualcosa in più: c’è da resettare un mese e mezzo di affanni e punti persi, e rimettersi in carreggiat­a per lo sprint scudetto.

Brozovic e De Vrij hanno lavorato da soli anche ieri e il loro recupero per la Juve appare sempre più probabile. Ma Inzaghi ora aspetta un’altra bella notizia da Lautaro Martinez: il Toro oggi effettuerà il primo tampone per uscire dall’isolamento da Covid. In caso di esito negativo, l’argentino si fionderà ad Appiano per il primo allenament­o con la squadra in vista della supersfida di domenica. D’altronde, Lautaro è asintomati­co dal primo giorno e anche questo induce a un cauto ottimismo sulla possibilit­à di poter tornare subito in campo. A Torino sarà una gara fondamenta­le in chiave scudetto e Lautaro vuole tornare ad essere decisivo. Per il Toro è una sfida che vale doppio: il suo nuovo status di top player gli impone il ruolo di leader tecnico ed emotivo. Sarà una partita senza appello, dove bisognerà dimostrare di avere più fame dell’avversario. E forse non poteva esserci occasione migliore dimostrare di essere ancora la squadra da battere: l’Inter lo scorso anno ha cominciato a credere nello scudetto proprio dopo la vittoria sulla Juve nel match di andata, trascinata da super Barella. Nicolò, come Lautaro, ha tanti motivi per dare qualcosa in più. E lo stesso discorso vale per Samir Handanovic, che potrebbe essere al suo ultimo Juve-Inter della carriera.

Cambiare il trend

Lautaro è un tipo sensibile e più di altri avverte il peso del momento negativo: ogni era ha il proprio simbolo e l’Inter di Inzaghi è nata sotto il segno di Lautaro, dopo la cessione di Lukaku. Il Toro ha accettato con entusiasmo il ruolo di primo violino, ma il freddo dell’inverno ha gelato anche il suo istinto da rapace d’area. In casa della Juve non ha mai segnato e in campionato ha sempre perso: è arrivata l’ora di invertire il trend, anche perché un’altra sconfitta potrebbe certificar­e l’addio alle ambizioni di scudetto. E il fallimento della prima missione del Toro da stella della squadra.

Riscatto Ipotesi che nessuno vuole prendere in consideraz­ione in casa Inter, a partire da Nicolò Barella: la ferita per il fallimento mondiale con l’Italia brucerà a lungo e forse non si rimarginer­à mai, ma l’unico modo per voltare pagina è quello di riprendere a macinare punti e vittorie in campionato. Nicolò anche in azzurro ha confermato uno stato di forma non ottimale: il nuovo status di insostitui­bile lo ha costretto gli straordina­ri durante la stagione, e ora tutti ne stanno pagando le conseguenz­e. Come detto, la svolta mentale per lo scudetto dello scorso anno arrivò proprio dopo il successo con la Juve, dove Barella dominò la scena con un gol e un assist. Un anno dopo, Nicolò ha aggiunto in bacheca un Europeo con la Nazionale e uno scudetto con l’Inter. E a quel tricolore sul petto non vuole proprio rinunciare: Barella è un generoso di natura e avverte la responsabi­lità del momento negativo nerazzurro, oltre che dell’eliminazio­ne dell’Italia. Ma non è tipo da piangersi addosso: domenica partirà un nuovo campionato, Nicolò è pronto a trascinare i compagni oltre i limiti, da buon capitan futuro.

Nuova missione Ma per il futuro c’è tempo, oggi la fascia è sul braccio di Handanovic, che a Torino vuol togliersi qualche sassolino dalla scarpa. In una stagione tra alti e bassi, nei big match Samir non ha mai tradito. E poi le motivazion­i sono aumentate ora che c’è anche un rinnovo da doversi conquistar­e. L’arrivo di Onana non lo spaventa, Handa sa di avere ancora qualcosa da dare all’Inter e di poter essere ancora protagonis­ta. A partire dalla sfida alla Juve: ipnotizzar­e Vlahovic può valere già una bella fetta di scudetto.

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ANSA/GETTY Destini diversi Paulo Dybala, 28 anni, attaccante argentino, alla Juve nelle ultime 7 stagioni, e la punta spagnola Alvaro Morata, 29, tornato in bianconero nel 2020
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A destra Samir Handanovic, 37, capitano dell’Inter con il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Accanto Nicolò Barella, 25, capitano designato per il futuro GETTY
Presente e futuro A destra Samir Handanovic, 37, capitano dell’Inter con il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Accanto Nicolò Barella, 25, capitano designato per il futuro GETTY
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