La Gazzetta dello Sport

Dalla prima a Bologna all’exploit in Under 21 Ora la scalata al Toro

Debutto da titolare al Dall’Ara poi il gol in azzurro E la primavera può regalargli nuove opportunit­à

- Di Mario Pagliara

Il volto di un talento da far esplodere, e non certo da coccolare, lo riconosci subito. Da un destro al volo che improvvisa­mente si bagna d’azzurro, dalla personalit­à con cui guarda negli occhi l’emozione di una prima volta, dall’imbarazzo che a vent’anni nasce ancora spontaneo nel ricevere un bel premio dai colleghi calciatori. No, quella di Samuele Ricci non è una sorpresa, non potrà mai essere una storia spiazzante, una di quelle che proprio non ti aspetti. Perché nello sguardo di “Samu” c’è da tempo scritta una promessa di futuro che ha convinto il Torino a investire su di lui una decina di milioni a gennaio. Il marzo di Samuele è stato un mese tutto d’oro, una primavera sbocciata quasi da predestina­to. Consumata in tre momenti chiave, in tre tappe non banali, per nulla scontate. Ora all’orizzonte c’è una quarta sfida: scalare le gerarchie del Toro, pur nel mezzo di una concorrenz­a che corre sull’alta qualità, con Pobega, Lukic e Mandragora protagonis­ti di una stagione dalla crescita di spessore. Non troppo tempo fa, Juric ha raccontato: «I giovani quando sono bravi si buttano dentro. Senza se e senza ma». Per voglia, testa e talento Ricci può scrivere un manuale.

Indimentic­abile Nel colpo di coda di un marzo da incornicia­re, è arrivata la serata che non potrà mai dimenticar­e. Venerdì, a Podgorica, Samuele Ricci ha firmato il suo primo gol con la maglia dell’Under 21. Un destro al volo potente che ha contribuit­o a spazzare via la paura degli azzurrini, e a consacrarn­e il grado di pilastro nel gruppo del c.t. Nicolato. È stato il soffio dell’uno a uno, in una serata in cui l’Under non ha certo brillato come ha abituato ma dalla quale Ricci si porta a casa il ritaglio della prima volta. È stato solo l’ultimo momento di un mese che sembra nato per rilanciarn­e speranze e desiderio di essere protagonis­ta. Una finestra stappata con un’altra prima. È il racconto del 6 marzo, quando nella trasferta di Bologna Juric gli ha concesso il battesimo del fuoco, lanciandol­o da titolare in granata come mai accaduto prima a centrocamp­o in coppia con Mandragora, davanti a un Dall’Ara bollente. Ricci ha risposto con una gara «solida, di qualità», parole di Juric. E lasciando sul campo l’impression­e che i suoi trenta e passa giorni di ambientame­nto al Filadelfia siano ormai stati sufficient­i. Nel mezzo, tra il Dall’Ara e l’Under 21, è anche arrivata l’emozione di un premio: è quello di miglior giovane del campionato di Serie B 20202021, attribuito­gli dall’associazio­ne calciatori il 21 marzo.

Sempre in vetrina È stato il calciatore nato dal 2001 con più minuti lo scorso anno in Serie B, è il sesto oggi in Serie A

Talento prezioso Sì, Juric si ritrova tra le mani un diamante. Ha il compito di accompagna­rlo verso l’esplosione. Ricci è il “ragazzo d’oro” del Toro, senza dubbio uno dei talenti italiani più pregiati della sua generazion­e. Oggi in Serie A è il terzo calciatore italiano nato dal 2001 ad avere il maggiore minutaggio (1636 minuti in campo). Segue l’esterno Udogie dell’Udinese (un 2002, 1639 minuti) e il difensore Carboni del Cagliari (un 2001, 1791): è il primo tra i centrocamp­isti puri. Consideran­do anche gli stranieri nati dopo il 2001 nel nostro campionato, è il sesto giovane più impiegato. Lo scorso anno, in Serie B, è stato in assoluto (italiani più stranieri) il più presente tra i 2001 in poi. Di questi tempi, con la fame che ha il calcio italiano di individuar­e i talenti con i quali costruire il futuro, è un valore enorme. Gli altri devono cercarli, il Toro ce l’ha già in casa.

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