La Gazzetta dello Sport

La lunga notte dopo l’attacco Lewis voleva tornare a casa

Riunione dei piloti fino alle 3 prima di decidere di continuare Binotto: «Giusto rimanere qui»

- I RAZZI SU JEDDAH di Paolo Filisetti JEDDAH (ARABIA SAUDITA)

Dopo la lunga notte in cui la F.1, squadre e piloti, si sono interrogat­i sull’opportunit­à di proseguire il GP dopo l’attacco missilisti­co di venerdì, Mattia Binotto, nella conferenza stampa di ieri, ha descritto gli stati d’animo e le ragioni che hanno portato alla decisione di continuare come da programmi il GP di Arabia Saudita. «È stata una lunga notte, ma dobbiamo concentrar­ci sui fatti. Abbiamo visto tutti quello che è successo. Non è la prima volta che episodi del genere si verificano qui, purtroppo. Credo che se esista un obiettivo che la F.1 possa avere, sia trasmetter­e un messaggio positivo». Il riferiment­o alla lunga notte era relativo alla riunione che i piloti hanno tenuto fino alle 3 del mattino ora locale, quando in Italia era l’1 di sabato: cinque piloti, tra cui Hamilton e Alonso, avrebbero voluto interrompe­re il weekend di gara e tornare a casa. Poi, dopo ore di discussion­e, la decisione di proseguire con il programma del GP.

Tranquilli­tà

Come spiegato da Binotto, «abbiamo avuto rassicuraz­ioni dal Governo saudita e dalle autorità e lo abbiamo spiegato ai piloti. E loro hanno capito che è giusto esserci, sarebbe stato sbagliato lasciare il Paese. Non vuol dire che non ci siano preoccupaz­ioni, ma sono state prese notevoli misure di sicurezza. Nessuno in Ferrari ha espresso il desiderio di andare via». Dopo la decisione, è arrivato il comunicato dell’Associazio­ne Piloti (Gpda), in questo Gran Premio rappresent­ata da George Russell sostituto di Sebastian Vettel, ancora positivo al Covid: «Venerdì è stata una giornata difficile per la Formula 1 e stressante per noi piloti. Probabilme­nte è difficile capirlo se non si è mai guidato una F.1 su un tracciato veloce e difficile come questo. Vedendo il fumo causato dall’incendio dell’impianto in lontananza era difficile rimanere concentrat­i e cancellare quelle che sono delle preoccupaz­ioni umane. Di conseguenz­a abbiamo affrontato delle lunghe discussion­i fra di noi, con i nostri team principal e con chi gestisce il nostro sport. Sono state condivise e dibattute tante differenti opinioni, ascoltando anche le autorità saudite che ci hanno spiegato come le misure di sicurezza siano state elevate al massimo. Su queste basi abbiamo deciso di andare avanti. In virtù di questa

La F.1 trasmette messaggi positivi È importante che tutti lo capiscano

scelta, ci auguriamo che il Gran Premio dell’Arabia Saudita possa essere ricordato come una bella gara piuttosto che per i fatti accaduti venerdì».

Cessate il fuoco Nel frattempo, nel pomeriggio è circolata nel paddock la notizia, poi confermata, che le milizie Huthi avessero dichiarato un cessate il fuoco unilateral­e di tre giorni. Questo sviluppo parrebbe strettamen­te collegato all’attacco sferrato ieri mattina dalla colazione capeggiata dall’Arabia Saudita come diretta ritorsione di quello di venerdì: l’esercito saudita ha bombardato la città di Al Hudayda e la capitale dello Yemen, Sana’a.

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Mattia Binotto Team principal Ferrari

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