La Gazzetta dello Sport

Momenti di terrore Mick vola a 250 orari Sta bene ma niente GP

Schumacher a muro: Haas distrutta, lui ok La madre lo convince ad andare in ospedale

- Di Giusto Ferronato

«Tutto a posto, mamma sto bene». Possiamo solo immaginare il senso di sollievo provato da Corinna quando il suo Mick l’ha chiamata per rassicurar­la. Inutile nasconderl­o, tutti gli appassiona­ti di Formula 1 hanno trattenuto il fiato ieri a 5 minuti dalla fine della Q2 quando la Haas impazzita di Mick Schumacher è andata a sbattere contro il muretto sinistro in uscita dalla veloce sequenza tra la 10 e la 12. Solo il pensare a quell’angoscia di madre è inquietant­e, anche perché tutti sanno che tipo di apprension­i viva a ogni GP Corinna per il suo ragazzo, dopo tutto quello che sta già passando per il marito Michael, in lotta per il difficile recupero dopo l’incidente sugli sci di fine 2013. La telefonata liberatori­a alla mamma, Mick l’ha effettuata pochi minuti prima di essere portato in elicottero per accertamen­ti King Fahad Armed Forces Hospital di Jeddah, un ricovero a scopo puramente precauzion­ale per escludere con una Tac l’assenza di eventuali lesioni interne per la spaventosa decelerazi­one subita. Alla fine l’abitacolo della sua Haas ha retto l’impatto, Mick è uscito cosciente, parlando coi medici intervenut­i e senza lesioni visibili sul corpo, l’ennesima dimostrazi­one dei grandi passi avanti effettuati dalla F.1 in termini di sicurezza. Il pilota non ha riportato lesioni, ma nella tarda serata di ieri è poi arrivata la notizia che oggi Mick non potrà correre. Ed è comprensib­ile, riguardand­o la dinamica. «Sto bene - ha poi detto via social il pilota - grazie dei messaggi, tornerò più forte».

Siamo stati fortunati

«Siamo stati fortunati» il commento a caldo del team principal Guenther Steiner, a testimonia­nza degli attimi di paura vissuti ai box e davanti ai monitor da tutti. La macchina numero 47 si è girata dopo il passaggio su un cordolo e il 23enne tedesco ne ha perso completame­nte il controllo. La Haas si è intraversa­ta ed è per fortuna andata a sbattere sulle barriere a circa 250 orari, ma prima con le ruote anteriori, cosa che ha dissipato molta energia cinetica, prima della botta del resto della vettura. Insomma, non si è trattato di un impatto unico laterale contro il muro, aspetto molto importante per limitare le conseguenz­e negative.

Attimi di attesa La monoposto ne è uscita malissimo, completame­nte staccato il telaio dal gruppo motore-cambio, a riprova della violenza del colpo. La vera paura si è vissuta per i successivi, pochi (ma lunghissim­i) minuti trascorsi prima che arrivasse un qualsiasi genere di messaggio rassicuran­te. Che come ha poi raccontato lo stesso Steiner, non si è potuto avere immediatam­ente da Mick perché nell’incidente la radio si è rotta ed è calato il sial lenzio. Ma dopo l’arrivo della vettura medica sul posto sono arrivate le rassicuraz­ioni: «Il pilota è cosciente e parla coi medici». Quello che tutti si aspettavan­o di sentire. Poi è arrivata la notizia che Mick non avrebbe corso la gara di oggi, anche se Steiner aveva subito precisato come non fosse questa la priorità: «Non è la cosa più importante al momento - ha detto - Loro vogliono correre subito, la madre al telefono lo ha convinto ad andare in ospedale per i controlli».

Basta proprio a noi

Steiner, che ha già vissuto due stagioni fa il terrore per l’incidente col fuoco di Romain Grosjean nel GP di Sakhir, non nasconde che vorrebbe davvero chiudere la tradizione: «Sì vorrei che non capitasse più qualcosa del genere, ci sta succedendo troppo spesso. Ma scherzi a parte, siamo felici che non ci siano state conseguenz­e peggiori. Abbiamo informato Kevin (Magnussen; n.d.r.) che Mick stava bene e lui si è subito rimesso il casco pronto a scendere in pista». Il danese è riuscito a conquistar­e la Q3 e partirà decimo, puntando a portare a casa altri punti. Mick aveva commesso un errore anche l’anno scorso su questa pista, che si conferma non semplice. Certo è che per il tedesco il confronto con l’esperto Magnussen non è semplice, chissà che l’incidente di oggi non sia anche figlio di una forzatura di troppo per provare a prevalere nel confronto interno.

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