Belgio, Olanda e Roubaix: che sfide Van Aert cacciatore di Monumenti
Con la GandWevelgem al via il mese delle classiche. In strada tornano i tifosi: Wout punta a Fiandre e al pavé francese, ma occhio a Van der Poel. E poi Pogacar...
Nord. E non è del punto cardinale che stiamo parlando. Neppure del concetto geografico. Semmai del Nord inteso come luogo dell’anima, paradiso per chi ama la bici, vero e proprio culto che si sublima in una trentina di giorni irripetibili. È il Nord del ciclismo, sintesi celeberrima e sublime delle classiche di Belgio e Olanda che quest’anno ritrovano dopo tre anni (mica poco) nella vicina Francia la Parigi-Roubaix nella sua collocazione (quasi) abituale. Non un dettaglio, visto che è dell’Inferno del Nord che stiamo parlando: o della regina, semplicemente. Il «calcio d’inizio» vero e proprio è oggi con la Gand-Wevelgem, anche se tra le competizioni principali sono andate in archivio l’Het Nieuwsblad di fine febbraio e il Piccolo Fiandre ad Harelbeke di venerdì. Piccolo e non trascurabile particolare: le ha vinte entrambe Wout van Aert, che oggi avrà il numero uno sulla schiena perché difende il titolo 2021 in maglia di campione del Belgio.
Atteso Eclettico come nessuno, Wout vorrà battere almeno un colpo per la prima volta tra Fiandre e Roubaix, quest’ultima posticipata di una settimana — e ritornata così casualmente a Pasqua come da vecchia tradizione — a causa delle elezioni presidenziale francesi. Van Aert uomo da battere con la sua Jumbo-Visma così dominante, vedi l’1-2-3 alla Parigi-Nizza (prima tappa) e l’1-2 di Harelbeke: è uno dei temi più affascinanti in attesa che ritorni sul pianeta classiche pure l’altra metà di Wout, cioè... Mathieu Van der Poel, il suo rivale per eccellenza. Non bisogna attendere troppo: per l’olandese della Alpecin-Fenix niente Gand-Wevelgem perché ha concluso ieri la Settimana Coppi e Bartali. Ma Mathieu non si perderà l’Attraverso le Fiandre di mercoledì prima del Giro delle Fiandre di domenica 3 aprile. Terzo a Sanremo al debutto 2022, già vincente venerdì a Montecatini, Mvdp ha ritrovato l’efficienza fisica: ricordate lo sprint mozzafiato con il quale si aggiudicò il Fiandre 2020 a spese proprio di Van Aert? Ecco, ci siamo.
Atmosfera Il Covid purtroppo c’è ancora, ma di fatto le restrizioni per il pubblico non più e così è tornato a pieno regime pure il giro d’affari dei posti per i tifosi Vip, che in Belgio sono disposti a pagare migliaia di euro per i posti migliori con cena e (costosi) vini annessi. Anzi, sembra che mai prima d’ora le «tende» fossero andate esaurite così rapidamente. Il palcoscenico non chiama alla ribalta soltanto gli specialisti, perché Tadej Pogacar è attesissimo al debutto al Fiandre e c’è curiosità per quello che potrà fare Filippo Ganna — se ritroverà la giusta condizione — alla Parigi-Roubaix (mentre l’iridato Alaphilippe punterà su Freccia e Liegi). L’Italia ne avrebbe un gran bisogno: a marzo abbiamo vinto soltanto due corse e in tanti dei nostri tra problemi muscolari e influenzali — oltre alla grande paura per Colbrelli — sono acciaccati. Alla Gand-Wevelgem, comunque, ritroviamo Trentin e c’è al via pure Viviani.
Confini
Da anni la tendenza è tracciata: la sempre maggiore universalità del ciclismo rende più difficile vincere e neppure il Nord fa eccezione. Non si era mai visto per esempio un eritreo come Biniam Girmay disimpegnarsi così bene tra Muri e pavé: quinto (dopo rilettura del fotofinish che lo dava 4°) ad Harelbeke, ci sarà pure oggi - a sorpresa - in attesa a maggio di debuttare al Giro d’Italia. Ma pure su quelle strade del Belgio era stata in pratica la prima volta per lui. «Ho sentito il pubblico scandire il mio nome lungo tutto il percorso. Ho avuto l’impressione di essere a casa mia», ha detto il 21enne di Asmara. Già, e non poteva che succedere lì. Lì, al Nord.