La Gazzetta dello Sport

Tanta Milano, Varese schiacciat­a

I lunghi dominano il derby. Messina: «Ridevo quando ci davano in crisi»

- Di Andrea Tosi

Alla vigilia Luis Scola, plenipoten­ziario di Varese ed ex totem di Milano, aveva presentato il derby del Forum come una sfida 5 contro 5 nella quale tutto poteva succedere. Un modo intelligen­te per fare coraggio alla propria squadra, scesa a Milano senza il suo folletto Keene e con Vene in cattive condizioni. Il problema è che quelli dell’Olimpia sono il doppio più forti, più esperti e più fisici di qualunque quintetto che Varese possa ruotare in campo. Morale: sfruttando la superiorit­à dentro all’area col trio Tarczewski-Biligha-Mitoglou, coach Messina può vincere a mani basse una partita senza storia, che nello scarto finale non rende l’idea del dominio totale della capolista, anche senza spremere i suoi big. Melli e Datome, 4’ a testa, fanno un riposo attivo, come anche Hall, mentre Rodriguez, Hines e Delaney lo fanno passivo in parterre aspettando le partite decisive di Eurolega.

Valle oscura Con le stoppate e l’intimidazi­one dei lunghi, protagonis­ti anche in attacco, Milano oscura il canestro a Varese per tutto il primo quarto (3/20 al tiro) poi allunga mettendo in ritmo pure i tiratori, così escono le triple in sequenza delle seconde linee come Baldasso e Daniels. Il pubblico di Assago si diverte e applaude mentre Varese cerca in

qualche modo di rimanere a galla. Alla pausa, però, il ko tecnico è già decretato. «Per tre quarti abbiamo fatto un’ottima partita, su entrambi i lati del campo - dice Messina -. Non era scontato perché Varese è arrivata qui con l’entusiasmo delle sue 7 vittorie. Abbiamo perso al supplement­are col Real, poi contro Brescia che veniva da 10 successi di fila e infine male col Maccabi. Mi viene da ridere pensare che fossimo in crisi dopo tutte quelle partite ravvicinat­e. Certo, il successo di Istanbul ci ha ridato spinta e lo si è visto

all’inizio di questo derby». Le risposte sono arrivate da quei giocatori che hanno meno spazio e che devono farsi trovare pronti. Per esempio Tarczewski. «Kaleb, in verità, ha già messo insieme 3-4 buone prove. Sono contento per lui perché ci tiene moltissimo. Qui ci sono giocatori che non hanno la faccia di bronzo, in tanti si macerano interiorme­nte se non facciamo bene» chiosa Messina aspettando­si repliche. Varese mette in mostra il suo ultimo acquisto Woldetensa­e. È lui a ravvivare la gara già prima dell’intervallo con tre triple da casa sua. Mancino, sa finalizzar­e ma gli manca un po’ l’ultimo tocco quando attacca il canestro. Nella ripresa Milano non si vuole fermare toccando anche il +35 che nella storia di questo derby mancava da un pezzo, prima di staccare la spina e andare in doccia lasciando a Varese lo spazio per infilare un 16-0 quasi senza accorgerse­ne. «Milano ha avuto l’atteggiame­nto giusto fin dal primo possesso e per noi è stato difficile attaccare contro la loro difesa - riconosce coach Roijakkers, respinto ma non bruciato dal primo duello con un collega di altissimo livello -. Ma sono soddisfatt­o per come abbiamo interpreta­to la ripresa. Potevamo mollare e invece siamo rimasti mentalment­e dentro alla partita. Aver vinto gli ultimi due quarti è un bel segnale».

 ?? CIAM ?? Inarrestab­ile Un canestro di potenza di Kaleb Tarczewski, 29 anni, centro americano di 2.13 dell’Olimpia
CIAM Inarrestab­ile Un canestro di potenza di Kaleb Tarczewski, 29 anni, centro americano di 2.13 dell’Olimpia

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