Tanta Milano, Varese schiacciata
I lunghi dominano il derby. Messina: «Ridevo quando ci davano in crisi»
Alla vigilia Luis Scola, plenipotenziario di Varese ed ex totem di Milano, aveva presentato il derby del Forum come una sfida 5 contro 5 nella quale tutto poteva succedere. Un modo intelligente per fare coraggio alla propria squadra, scesa a Milano senza il suo folletto Keene e con Vene in cattive condizioni. Il problema è che quelli dell’Olimpia sono il doppio più forti, più esperti e più fisici di qualunque quintetto che Varese possa ruotare in campo. Morale: sfruttando la superiorità dentro all’area col trio Tarczewski-Biligha-Mitoglou, coach Messina può vincere a mani basse una partita senza storia, che nello scarto finale non rende l’idea del dominio totale della capolista, anche senza spremere i suoi big. Melli e Datome, 4’ a testa, fanno un riposo attivo, come anche Hall, mentre Rodriguez, Hines e Delaney lo fanno passivo in parterre aspettando le partite decisive di Eurolega.
Valle oscura Con le stoppate e l’intimidazione dei lunghi, protagonisti anche in attacco, Milano oscura il canestro a Varese per tutto il primo quarto (3/20 al tiro) poi allunga mettendo in ritmo pure i tiratori, così escono le triple in sequenza delle seconde linee come Baldasso e Daniels. Il pubblico di Assago si diverte e applaude mentre Varese cerca in
qualche modo di rimanere a galla. Alla pausa, però, il ko tecnico è già decretato. «Per tre quarti abbiamo fatto un’ottima partita, su entrambi i lati del campo - dice Messina -. Non era scontato perché Varese è arrivata qui con l’entusiasmo delle sue 7 vittorie. Abbiamo perso al supplementare col Real, poi contro Brescia che veniva da 10 successi di fila e infine male col Maccabi. Mi viene da ridere pensare che fossimo in crisi dopo tutte quelle partite ravvicinate. Certo, il successo di Istanbul ci ha ridato spinta e lo si è visto
all’inizio di questo derby». Le risposte sono arrivate da quei giocatori che hanno meno spazio e che devono farsi trovare pronti. Per esempio Tarczewski. «Kaleb, in verità, ha già messo insieme 3-4 buone prove. Sono contento per lui perché ci tiene moltissimo. Qui ci sono giocatori che non hanno la faccia di bronzo, in tanti si macerano interiormente se non facciamo bene» chiosa Messina aspettandosi repliche. Varese mette in mostra il suo ultimo acquisto Woldetensae. È lui a ravvivare la gara già prima dell’intervallo con tre triple da casa sua. Mancino, sa finalizzare ma gli manca un po’ l’ultimo tocco quando attacca il canestro. Nella ripresa Milano non si vuole fermare toccando anche il +35 che nella storia di questo derby mancava da un pezzo, prima di staccare la spina e andare in doccia lasciando a Varese lo spazio per infilare un 16-0 quasi senza accorgersene. «Milano ha avuto l’atteggiamento giusto fin dal primo possesso e per noi è stato difficile attaccare contro la loro difesa - riconosce coach Roijakkers, respinto ma non bruciato dal primo duello con un collega di altissimo livello -. Ma sono soddisfatto per come abbiamo interpretato la ripresa. Potevamo mollare e invece siamo rimasti mentalmente dentro alla partita. Aver vinto gli ultimi due quarti è un bel segnale».