Medvedev, ruoli invertiti a caccia del numero 1
Può tornare primo ma rischia lo stop di alcuni tornei per la guerra, mentre Djokovic rientra: con Mouratoglou coach?
La nuova rincorsa parte con lo scatto giusto. Perso il numero uno del mondo dopo appena tre settimane in vetta, Daniil Medvedev, con Novak Djokovic sempre contumace, può tornare a riprendersi lo scettro se a Miami raggiunge almeno la semifinale. Intanto, al debutto, neutralizza senza problemi il potenziale pericolo rappresentato dal nobile decaduto Murray, un altro ex numero uno (che ha ritrovato Lendl all’angolo), al quale non concede neppure una palla break: «Mi sto allenando duramente — ha detto il russo — cercando di apportare dei correttivi nel mio gioco. Tornare primo? Certo, all’inizio ci sono rimasto male, è importante. Ma non è un’ossessione. Non ci perdo il sonno. Conosco la matematica e ho fatto i miei calcoli, ma il vero obiettivo è quello di dare sempre il massimo».
Ruoli invertiti Il duello con Nole sarà uno dei motivi dominanti della stagione (ci sarebbe stato anche Nadal, senza il guaio alla costola), ma rispetto all’inizio dell’anno i ruoli adesso rischiano di invertirsi. Perché il Djoker, dopo le vicende legate al no al vaccino, è pronto a tornare per lo swing europeo della terra rossa (lo rivedremo a Montecarlo) e potrà sfruttare l’allentamento delle restrizioni Covid per viaggiare tranquillo, mentre Medvedev potrebbe vedersi chiudere le porte di alcuni tornei (Wimbledon ci sta pensando) come sanzione accessoria ai russi a causa della guerra in Ucraina. All’apparenza è tranquillo, ma certo la situazione può pesare sul suo futuro prossimo: «Le regole cambiano da torneo a torneo e anche per questo cerco di viverne uno dopo l’altro. Io sono per la pace, giocherò dove me lo permetteranno». Intanto, nel duello, Djokovic potrebbe avvalersi di un allenatore d’eccezione, Patrick Mouratoglou, ormai sempre più lontano da Serena Williams: lo rivela un settimanale serbo. Nole, che ha appena lasciato Vajda, si è allenato tante volte da lui ad Antibes e The Coach lo ha sempre considerato il più forte dei Fab Three, oltre ad averlo difeso durante le vicissitudini australiane. Se son ace, fioccheranno.