La Gazzetta dello Sport

Il Cavaliere grigioross­o

LA FORMULA ARVEDI «GIOVANI E CREATIVITÀ COSÌ LA CREMONESE È TORNATA GRANDE» Il re dell’acciaio tra promozione e futuro «A Como la mia emozione più grande La Serie A? Non abbiamo pozzi di petrolio»

- Di Nicola Binda

egli anni in cui la Cremonese lasciava la Serie A per l’ultima volta (1996), il cavalier Giovanni Arvedi sviluppava e brevettava tecnologie che l’hanno fatto diventare il re dell’acciaio. Oggi, a 84 anni, non c’è dettaglio delle sue aziende che gli sfugga, o movimento in Borsa che non lo interessi. Non ci sono nemmeno iniziative utili alla sua Cremona che lo lascino indifferen­te, dalla musica all’istruzione o alla ricerca, oltre ovviamente allo sport. Nel 2007 Arvedi ha rilevato la Cremonese, l’ha portata dopo dieci anni in B. Tra tutti gli investimen­ti fatti per la sua città, forse era quello che gli dava meno soddisfazi­one. Poi, all’improvviso, ecco la Serie A. Inattesa, costruita pian piano, maturata cammin facendo, gestita sulla lezione di qualche errore del passato. Anche per lui, una grande emozione. Tale da fagli rompere la proverbial­e riservatez­za per raccontare la sua gioia.

3Cavaliere, il 6 maggio 2022 è una data storica per lei e la Cremonese: quali altri momenti come questo conserva nel cuore?

«Ce ne sono stati molti altri di momenti “memorabili” nella mia vita, ma nessuno è stato emozionant­e e coinvolgen­te come questa promozione. Una grande e bella soddisfazi­one. Speriamo possa essere anche una positiva opportunit­à per la città di Cremona».

3In Serie A dovrà confrontar­si anche con fondi statuniten­si e sceicchi: come immagina questa sfida fuori dal campo? «Certo, è vero: noi non abbiamo pozzi di petrolio. Alla mia tenera età non posso non essere anche riflessivo. È bene considerar­e con la dovuta saggezza i doni della Provvidenz­a e il rispetto che si deve avere per gli altri».

3L’ultima Cremonese in A era una squadra “pane e salame”, questa è “d’acciao”. Concorda? «L’uomo supera sempre se stesso e, anche nel mondo dell’acciaio, è la creatività che vince. Quindi quello che conta è lo spirito. In questo campionato combattuto fino alla fine, il “pozzo di petrolio” della Cremonese è stato lo spirito di squadra».

3Avete

vinto con una squadra giovane e italiana: che messaggio è?

«Il mio pensiero e la mia operativit­à industrial­e e sportiva sono stati indirizzat­i verso la crescita dei giovani: è stato così nel calcio, nell’atletica e nel ciclismo».

3In

15 anni ha cambiato tanti allenatori e manager: come è diventato vincente questo gruppo di lavoro, formato dal d.g. Armenia, il d.s. Giacchetta, il consulente Braida e gli altri?

«È vero, è stato uno dei miei limiti di conoscenza e mentalità. Poi finalmente ho avuto la fortuna di condivider­e i miei programmi ed obiettivi con persone con cui ci siamo capiti bene e fino in fondo. Tutti molto bravi, loro come i giocatori».

3Lei non segue le partite, ma con i giocatori ha un rapporto diretto molto paterno: chi sono quelli a cui è più affezionat­o? «Il mio rapporto con i giocatori è stato profession­ale e non presenzial­ista. L’esempio, la correttezz­a, la serenità, la costanza e l’umiltà aiutano a farsi capire ed apprezzare vicendevol­mente».

3Come vive le partite da casa? Guarda la tv o pensa ad altro per non soffrire troppo?

«Vedo e rivedo le partite a casa in tranquilli­tà. Eppure, anche quando guardo le repliche, ben sapendo già il risultato finale, le rivivo con una certa apprension­e: i colori grigioross­i sono un’emozione».

3C’è una partita speciale in Serie A della Cremonese che non si vorrà perdere?

«Io credo che il finale dell’ultima partita con il Como sia stata la più emozionant­e. L’anno prossimo in A saranno tutte gradite, non faccio differenze».

3Dal

suo arrivo la Cremonese è migliorata come strutture, vedi centro sportivo nuovo e stadio ristruttur­ato: pensa di crescere ancora?

«Abbiamo le strutture importanti per fare bene, migliorere­mo secondo le prescrizio­ni della Lega il nostro sistema di accoglienz­a. Questa è una società storica, più che centenaria e gli ambienti storici ci piacerebbe fossero conservati».

3 Con la promozione è ancora di più nella storia della città: è soddisfatt­o o aspira ad altro?

«La gioia è stata grande anche nel vedere giovani, meno giovani ed anziani con entusiasmo attendere fino alle tre di notte la squadra al rientro da Como e festeggiar­e poi insieme ai giocatori. Quelle immagini rimarranno nel mio cuore».

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La Cremonese al gran completo con il patron Giovanni Arvedi il giorno della festa per la promozione in Serie A
LAPRESSE Festa grande La Cremonese al gran completo con il patron Giovanni Arvedi il giorno della festa per la promozione in Serie A

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