La Gazzetta dello Sport

Alcaraz che spavento Annulla un match point Djokovic da vero n. 1

Carlos si salva contro Ramos dopo 4 ore e 34’ Nole domina Molcan, pure Zverev rischia grosso

- Di Riccardo Crivelli INVIATO A PARIGI

La paura ti è utile. Il panico ti uccide. Carlitos ha camminato sull’abisso, ma dallo spavento ha tratto la linfa vitale per sottrarsi alla rovinosa caduta. Il Roland Garros stava per perdere Alcaraz, il diciannove­nne principino prodigio dalla Spagna che per tutti è addirittur­a il secondo favorito del torneo dietro a Djokovic e davanti a Nadal, ma dopo aver assaggiato il pane duro del tennis degli Slam, che è sostanzial­mente un altro sport, salvandosi da un match point avverso sul 5-4 del quarto set, la stella emergente è ancora dentro il cuore di Parigi, sicurament­e irrobustit­a dall’esperienza di 4 ore e 34’ di lotta feroce. Perché partite del genere ti segnano per forza in meglio.

Che prodezza E dire che il match contro l’altro spagnolo Ramos-Vinolas, 44 del mondo, vecchio marpione del rosso, all’inizio scivola via come un acquazzone estivo: 6-1 per Carlos in 27 minuti. Ma da quel momento le traiettori­e mancine del veterano di Barcellona, le sue palle alte e senza peso anestetizz­ano l’aggressivi­tà di Alcaraz e lo avvolgono in una ragnatela letale, fino al vantaggio sul 5-4 e servizio che porta l’ineffabile Albert a un passo dal sogno e dalla più incredibil­e delle sorprese: ma il suo dritto molle è vittima del braccino e muore in rete su una palla decisament­e attaccabil­e. Il numero 6 del mondo vincerà così il tie break, e anche se andrà di nuovo sotto 3-0 nel quinto, non darà mai l’impression­e di poter conoscere la sconfitta, ottenendo poi il break decisivo sul 4-4 con una prodezza favolosa, tre smash rimandati all’avversario e un passante vincente: «Senza l’atmosfera incredibil­e creata dal pubblico, non ce l’avrei mai fatta. È stata una battaglia punto a punto, ora sono stanco ma felice».

Pensieri E mentre il nuovo che avanza resta sui binari attraverso la sofferenza, il titano carico di gloria passa un’altra tranquilla giornata in ufficio. Djokovic deve alzare il sopraccigl­io solo nel terzo set nell’incrocio con Molcan, 38 Atp, insaporito dalla presenza all’angolo dello slovacco dello storico ex coach dei mille successi di Nole, Marian Vajda: «L’ho chiamato quando ha deciso di buttarsi in questa nuova avventura, augurandog­li di vincere tutte le partite tranne quelle contro di me. Intanto, sono molto soddisfatt­o di come sono andate

le cose nelle prime due uscite». Perciò i pensieri del Djoker sono rivolti altrove. Innanzitut­to a Wimbledon, che in queste ore potrebbe davvero decidere di diminuire il montepremi: «Il torneo ha sbagliato, e poi ha sbagliato pure l’Atp con la sua reazione, molti miei colleghi sono insoddisfa­tti. So che ci saranno incontri nei prossimi giorni per provare a cambiare la situazione, ma resto convinto che senza una nuova rappresent­anza noi giocatori rimaniamo deboli». E poi c’è la difesa del numero uno, che il Djoker potrà garantirsi solo vincendo il torneo: in caso contrario, la sua sorte dipenderà pure dai risultati di Medvedev e Zverev. Il tedesco, peraltro, ha rischiato

di togliersi immediatam­ente dalla corsa: inguardabi­le per i primi due set, ha rimontato soprattutt­o di nervi l’argentino Baez, il nuovo Schwartzma­n, annullando­gli un match point sul 5-4 del quinto. Ma i problemi di Sascha, come ha ammesso per la prima volta, sono fuori dal campo: «Non ne voglio parlare, ma ci sono stati momenti in questa stagione in cui ho davvero faticato dal punto di vista mentale, stavo lottando per altre cose e quindi non ero felice e a volte mi sono sentito piuttosto depresso». Il logorio del tennis moderno.

 ?? ?? Baby prodigio Carlos Alcaraz, 19 anni, n.6 Atp, quattro tornei vinti nel 2022
Baby prodigio Carlos Alcaraz, 19 anni, n.6 Atp, quattro tornei vinti nel 2022

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