Il calvario di Zlatan «Mai sofferto così Ma ho vinto ancora»
Ha stretto i denti per 6 mesi prima di operarsi Ora vacanze in Svezia, poi la riabilitazione
Partiamo dalla fine, che fa molto nuovo inizio: «Oggi ho un nuovo crociato e un altro trofeo». Prima dell’orgoglio con cui Zlatan Ibrahimovic si gode l’ennesimo trionfo e dell’ottimismo con cui guarda al futuro, però, ci sono stati il dolore e la sofferenza. Un calvario di sei mesi che il fuoriclasse del Milan ha deciso di raccontare ieri in un post su Instagram. All’indomani dell’intervento al ginocchio sinistro per risolverne l’instabilità, Ibra ha spiegato quello che ha vissuto: «Negli ultimi sei mesi ho giocato senza un legamento crociato anteriore nel ginocchio sinistro – le parole dell’attaccante –. Il ginocchio era gonfio da sei mesi. Ho potuto allenarmi con la squadra solo 10 volte negli ultimi sei mesi. Ho effettuato più di 20 iniezioni in sei mesi. Ho svuotato il ginocchio una volta alla settimana per sei mesi. Antidolorifici ogni giorno per sei mesi. Ho dormito a malapena per sei mesi a causa del dolore. Non ho mai sofferto così tanto dentro e fuori dal campo. Ho reso possibile qualcosa di impossibile. Nella mia mente avevo un solo obiettivo, rendere i miei compagni di squadra e l’allenatore campioni d’Italia perché ho fatto loro una promessa. Oggi ho un nuovo legamento crociato anteriore e un altro trofeo».
Al minimo I tormenti di Ibra risalgono alla fine del 2021, e sono dovuti l’instabilità al ginocchio sinistro, lo stesso operato a giugno per una pulizia articolare. Quando Zlatan è rientrato, a settembre, si è fermato quasi subito per una infiammazione al tendine di Achille sinistro: tra la tendinopatia e i problemi al ginocchio non c’è necessariamente una correlazione, ma è possibile che l’infiammazione sia figlia del modo in cui Ibra stava in campo per “proteggere” il ginocchio instabile. La tenuta ha retto fino a dicembre, poi è cominciato il “declino”: il minutaggio è sceso sempre di più, Zlatan è riuscito a finire una partita intera una sola volta su 11 nel 2022 (l’1-2 con lo Spezia a San Siro, ultimo ko del Milan in campionato).
Scudo Il lavoro a Milanello è cambiato radicalmente: allenamenti veri al minimo e tante, tantissime giornate passate quasi interamente in compagnia dei fisioterapisti, per lavorare sui muscoli e rafforzare il sostegno al ginocchio. I compagni sapevano e hanno “protetto” il loro leader, aspettando il momento del rientro senza che il più piccolo spiffero uscisse dai cancelli di Milanello: si fa gruppo anche così, è uno degli insegnamenti che Ibra ha trasmesso da subito una volta tornato in rossonero.
L’agenda Ibrahimovic ha gestito ogni dettaglio per essere presente al gran finale di Reggio Emilia: nell’ultima a San Siro con l’Atalanta è rimasto in panchina per non compromettere lo spezzone che avrebbe dovuto giocare col Sassuolo, e così è stato. Allo stesso modo, non ha perso tempo per prendere di petto il problema dopo averlo volutamente rinviato a fine stagione: a scudetto conquistato, è volato a Lione e si è fatto operare dal dottor Bertrand Sonnery-Cottet. Il crociato è stato ricostruito, rinforzato con una plastica periferica e nell’occasione è stato riparato anche il menisco: per rivedere Zlatan in gruppo bisognerà aspettare fino a gennaio. L’agenda prevede qualche giorno in Svezia e poi il ritorno a Milano, per iniziare con la riabilitazione. Tra due settimane Ibra incontrerà il Maldini e insieme discuteranno del futuro, come spiega il d.t. rossonero nell’intervista delle pagine precedenti. «Tranquilli, non smetto», ha detto Zlatan negli spogliatoi del Mapei Stadium. Un contratto “a gettone” è già nel cassetto, si aspetta solo che Ibra sia pronto. Per tornare con un crociato nuovo, un trofeo in più e altri ancora da mettere nel mirino.