Vidal, risoluzione e poi Colo Colo o Flamengo: «Troppe partite, il calcio non è schiavitù...»
● (v.d’a.) Uno scudetto, qualche notte da guerriero in Champions e diversi problemi fisici. Dopo due stagioni, l’avventura di Arturo Vidal all’Inter è ai titoli di coda. Nessuna novità, visto che la situazione era abbastanza chiara da tempo e che lo stesso Vidal negli ultimi mesi attraverso i social ha fatto ben intendere quale sarebbe stato il suo futuro. Di incerto c’è rimasta la meta: tornare a casa, in Cile, nel Colo Colo in cui ha mosso i primi passi da professionista, oppure chiudere con l’avventura al Flamengo, club da sempre nei suoi pensieri? La scelta verrà fatta nelle prossime settimane, il tempo di sistemare gli ultimi dettagli della risoluzione con l’Inter: il contratto del cileno, infatti, prevedeva un biennale con opzione per il terzo. L’opzione non verrà esercitata dal club, che comunque dovrà garantire al centrocampista cileno un indennizzo: una sorta di buonuscita, come da accordi, di circa 4 milioni. Che possono sembrare tanti, ma sono meno della metà di quello che teoricamente re Arturo avrebbe potuto guadagnare al terzo anno all’Inter. Intanto il cileno ha parlato ha concesso un’intervista FIFPRO, il sindacato internazionale dei calciatori, prendendosela con i troppi impegni: «Dobbiamo ridurre il numero di partite: il calcio è festa, non schiavitù».