La Gazzetta dello Sport

«Coppa meritata Quanto mi sarebbe piaciuto esserci...»

«Zaniolo bravissimo, Abraham una sorpresa. E su Mou io non avevo dubbi»

- Di Mauricio Cannone RIO DE JANEIRO

Èla Roma di Mourinho, di Zaniolo, di Pellegrini, di Abraham, lo è stata di Totti, Bruno Conti e Pruzzo. È ancora la Roma di Paulo Roberto Falcao, l’ottavo Re di Roma. Il “5” non ha dimenticat­o il suo passato, anzi. Ha vissuto la finale di Conference come se fosse la sua. E avrebbe voluto esserci. A Tirana. O all’Olimpico. Per abbracciar­e il popolo gialloross­o. Farne parte. Perché Falcao si sente romanista. Anche se ha dovuto seguire il trionfo da lontano, alla tv.

3Come

ha visto la finale di Tirana?

«È stata dura. La Roma è riuscita a difendersi, Mourinho lo sa fare bene. Il Feyenoord ha tenuto molto il pallone, ha avuto delle occasioni, ma la Roma è stata più solida. Partita difficile, molta agguerrita. Ma meritata».

3 Mourinho pragmatico? Qualcuno ha paragonato la partita a quella semifinale di Champions dell’Inter a Barcellona...

«Allora fu diverso, ben diverso. Inter in 10, tutti dietro. Eto’o da una parte, Milito dall’altra, Sneijder un po’ più avanti, ma tutti lì a difendersi. La Roma invece ha anche attaccato. Ha avuto delle opportunit­à con Pellegrini ad esempio, con Abraham. Non vedo grandi paragoni con quella semifinale del 2010. Anche perché allora l’avversario era il Barcellona, questo Feyenoord si è dimostrato una squadra lenta nella transizion­e. E questo ha aiutato la Roma a chiudersi».

3Mourinho diventa l’unico allenatore a conquistar­e le tre attuali coppe europee...

«Quando è arrivato ho detto che la Roma stava ingaggiand­o uno che ha fatto la storia. Sì, Mourinho è pragmatico. Ma se può vincere con spettacolo, ottimo. Ed essere pragmatici non significa necessaria­mente non dare spettacolo. L’ho visto piangere e abbracciar­e i suoi giocatori. Mourinho si è ringiovani­to. Il suo sorriso è da ragazzino. Sembra che abbia vinto il primo titolo per la sua esultanza. Questo è molto bello. Ciò significa molto attaccamen­to alla squadra, alla società, alla Roma».

Campione d’Italia 1982-83

3Lo spettacolo lo hanno dato anche i tifosi.

«La tifoseria romanista è molto partecipat­iva. Una delle cose che mi colpì di più quando ero gialloross­o fu uno striscione piazzato allo stadio: “La Roma non discute. Si ama”. E proprio ora sto guardando alla tv la folla allo stadio Olimpico per la festa. Ecco, mi sarebbe piaciuto molto esserci. Per applaudire coloro che hanno vinto. Cinquantam­ila persone più uno, che sarei stato io».

3Tornando alla partita, quali sono stati i migliori?

«Il gioco di squadra è stato solido. Spendo il nome di Ibanez,

che conosco. È nato a Canela, un’ora e mezza da Porto Alegre, dove abito io. È un bravo giocatore. Pellegrini ha giocato bene. Abraham ha disturbato bene l’avversario. Lo conoscevo poco ma è stato una bella sorpresa. Sa giocare, lotta per il pallone, non rimane soltanto fermo lì davanti. Nei palloni alti la Roma è stata imbattibil­e. Il portiere Rui Patricio ha fatto un paio di parate strepitose e ci sono stati pure i due palloni finiti sui legni a inizio secondo tempo. La coppa è andata alla squadra giusta».

Mourinho è ringiovani­to, ha esultato come se fosse il suo primo titolo

Mi auguro che questo trofeo sia solo il primo, che la Roma possa conquistar­ne altri

3 E Zaniolo, che ha deciso la gara?

«È rimasto molto tempo fermo a causa dell’infortunio. Contro il Feyenoord ha segnato un gol di tocco, di qualità. Giusta scelta: se avesse scelto la potenza, il portiere l’avrebbe presa. Tecnicamen­te è un bravissimo giocatore».

Paulo Roberto Falcao

3Per chi come lei ha sfiorato l’impresa perdendo la finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool ai rigori nel 1984, questo titolo di Conference League dà un po’ di sollievo?

«Sarò sincero, non ci ho neanche pensato. Quello è il passato, e il passato non torna. Pensiamo piuttosto a questo titolo. È stato meraviglio­so. Mi auguro sia solo il primo, e che la Roma possa conquistar­ne di più».

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AFP Leggenda Paulo Roberto Falcao, 68 anni, alla Roma dal 1980 al 1985

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