Sarà Italian League DAL RE ALLA SORPRESA LA NOSTRA SCUOLA È SEMPRE CHAMPIONS
CARLO PIOLI I tecnici meglio dei club. Nei gruppi avremo anche Allegri, Inzaghi, Spalletti, Conte e si spera De Zerbi. Sfida a tedeschi e spagnoli
Sono i “magnifici sette”. Sono Pioli, Inzaghi, Spalletti, Allegri, Ancelotti, Conte e De Zerbi: i sette allenatori italiani della prossima Champions. I boss di Milan, Inter, Napoli e Juve e quelli di Real Madrid, Tottenham e Shakhtar. Chiamatela Italian League, non Champions. C’è il rischio di perderne uno per ragioni che non hanno niente a che fare con il calcio: Roberto De Zerbi lascerà lo Shakhtar se non dovesse ripartire il campionato ucraino. Un vero peccato, ma un cambio soltanto per le statistiche. Resterebbe intatto il valore di una scuola straordinaria per cultura tattica e preparazione delle partite (anche se non sempre per lo spettacolo). La più vincente d’Europa.
Scuola italiana Si dice scuola italiana, ma è ormai un meticciato di modelli, ispirazioni e idee. Calcio globalizzato. Cos’hanno in comune la “gestione calma” di Allegri, la furia organizzata di Conte e la manovra di possesso di De Zerbi? Se una volta Lippi e Capello erano la terza via rispetto a Sacchi e Trapattoni, come definire oggi il calcio di Pioli e quello di Simone Inzaghi? A quale corrente appartiene Spalletti? E Ancelotti, dopo tanti successi, non è ormai “scuola” lui stesso? Il massimo in Champions è stato sei italiani, raggiunto in tre occasioni: nell’ultima edizione, nel ‘17-18 e nel ‘12-13, con Allegri e Ancelotti sempre presenti. Sette sarebbe record. Meglio i nostri allenatori dei nostri club, non c’è dubbio.
Il meglio d’Europa Real Madrid-Liverpool, domani a Parigi, grande chiusura della stagione, racchiude il meglio del calcio europeo. Una spagnola contro un’inglese. Un allenatore italiano contro uno tedesco. In panchina, finora, gli italiani l’hanno “fatto meglio” di tutti: undici Campioni/Champions vinte. Carlo Ancelotti il primatista a quota tre. Seguito da Rocco e Sacchi (2), Capello,
Di Matteo, Lippi e Trapattoni (1). Precediamo spagnoli e tedeschi che ne hanno collezionate dieci. Quindi AncelottiKlopp può leggersi come una sfida di scuole tecniche nella grande sfida per il trofeo: sarà fuga (12-10) oppure aggancio in testa (11-11).
Catenaccio-Gegenpressing
I tedeschi sono la nuova moda europea. Una volta si parlava di “catenaccio” italiano, traduzione dal francese “verrou”: non erano complimenti, ma vincevamo. Calcio totale e sacchismo, il tiki-taka di Guardiola e il fuorigioco dei belgi. Oggi si abusa di “gegenpressing”, letteralmente “contropressing”, inteso come pressione alta seguita da ripartenza immediata e verticale. Al di là di certi snobismi dialettici, le ultime tre Champions parlano la stessa lingua: Klopp campione con il Liverpool nel 2019, Flick e Bayern 2020, Tuchel sponda Chelsea 2021. Più il fenomeno Nagelsmann che, a 33 anni, s’è preso la panchina prestigiosa di Monaco dopo il Lipsia. Un ciclo che segue il triennio franco-spagnolo di Zidane nel Real Madrid.
E l’Inghilterra? Ancelotti è stato l’ultimo italiano a sollevare la coppa (Real Madrid 2014) e l’ultimo a vincerla con un’italiana (Milan 2007). Se ora prendesse quella di Parigi staccherebbe Paisley e Zidane, anche loro a tre successi, ma con un club soltanto, Liverpool e Real Madrid. Bob Paisley è quasi preistoria: la sua ultima Coppa Campioni con i Reds risale al 1981. Nel 1984, quella della finale all’Olimpico contro la Roma, sulla panchina del Liverpool c’era Joe Fagan, l’ultimo inglese a iscrivere il suo nome nell’albo d’oro. Vietato sorprendersi: tra scozzesi (Ferguson, Dalglish), portoghesi (Mourinho), italiani (Conte, Ancelotti, Ranieri, Mancini), tedeschi (Tuchel, Klopp), francesi (Wenger), spagnoli (Guardiola), argentini (Pellegrini), nessun inglese ha mai vinto la Premier League. Un bel controsenso per il campionato dominante in Europa, ma con ormai limitata identità tecnico-geografica: più una Champions parallela che un campionato.
Dubbio Conte Nell’ultima Premier uno dei protagonisti è stato Conte che ha portato in Champions il Tottenham. Non è detto resti con gli Spurs, ma è difficile che non trovi una big da qui al sorteggio del 25 agosto a Istanbul. Quel giorno, a dirla tutta, ci sarà un italiano in più: Domenico Tedesco, nato in Calabria ma trasferitosi in Germania all’età di due anni. Un paisà che arricchisce il nostro contingente. Italian league, appunto. 3’20”