La Gazzetta dello Sport

Le feste di Milan e Roma, le tessere Inter Ai tifosi è tornata la voglia di calcio

- Alessandro Vocalelli

C’è stata la stagione degli allenatori: il ritorno dei big della panchina, da Mourinho a Sarri, da Allegri a Spalletti. E tutti lì a chiedersi chi avrebbe portato le maggiori novità, chi avrebbe risposto subito alle attese. C’è stata poi la stagione degli svincolati: un fenomeno nuovo, comunque atipico, per il campionato italiano. Da Donnarumma a Calhanoglu, per dare solamente il via ad un effetto domino. In quanti, parliamoci chiaro, avrebbero mai pensato che Dybala o Insigne, per fare solo due nomi, si sarebbero messi o sarebbero stati messi sul mercato a parametro zero? Una tendenza fino a qualche anno fa solo europea, quella di impiegare un calciatore fino all’ultima giornata e poi tra le lacrime, a volte gonfie di rimpianti e altre di rimorsi lasciarlo partire. In Italia, potremmo citare parecchi casi, si aprivano piuttosto i contenzios­i: non vuoi più giocare con noi il prossimo anno, non sei disposto a firmare un allungamen­to del contratto? E allora comincia

ad assaggiare la panchina, la tribuna, o impara ad allenarti da solo. Addirittur­a l’anticamera di velenose battaglie legali.

Dopo gli allenatori e gli svincolati, questo è invece il periodo - ed è un peccato dire che ci piace ancora di più? dei tifosi. Già, del pubblico.

Quello del Milan ha festeggiat­o lo scudetto con un incredibil­e trasporto e una partecipaz­ione straordina­ria: negli stadi e poi

in piazza, tutti lì a godersi un momento di felicità meritatiss­ima. La stessa cosa è successa, sta succedendo, in queste ore nella Capitale. La vittoria della Conference, come è giusto, è stata salutata addirittur­a in due stadi, contempora­neamente: a Tirana e all’Olimpico, con un invisibile filo gialloross­o a unire le due città. Prima della notte illuminata a giorno: a

Fiumicino per accogliere la squadra, a Trigoria per accarezzar­e insieme quella Coppa. Ma il successo è stato vissuto non solo in serie A - ad esempio a Lecce - con la stessa voglia di esserci, di partecipar­e all’adesione di un progetto: in quattromil­a agli allenament­i, quasi in trentamila - e potevano essere anche due, tre, quattro volte per le richieste arrivate in società - allo stadio. Ma anche in casa Lazio, per l’ultima partita, con prezzi finalmente popolari, la gente ha risposto alla grandissim­a: in cinquantam­ila - e anche più per la gara col Verona, un pieno di presenze che negli ultimi anni si era registrato solo nei derby o nelle sfide con le big.

Ma sembra quasi che il campionato, invece di essere finito, stia addirittur­a per ricomincia­re. All’Inter, ad esempio, l’apertura della campagna-abbonament­i è stata salutata con il botto: cinquemila tessere in pochissime ore. Così come nella stessa Roma, che appena dato il via - ha fatto registrare un record di adesioni. Verrebbe da dire insomma, e non è retorica, che non si veda l’ora di ripartire con il calcio. E forse non solo con il calcio: ma anche con la voglia di esserci, di partecipar­e, di vivere insieme un’emozione, di condivider­e una gioia e non solo una partita. Di non essere individui, ma una collettivi­tà. Una riscoperta che fa bene anche allo spirito e andrebbe davvero coltivata. Perché se il pubblico torna ad essere - mai come in questo momento protagonis­ta e al centro della scena, bisogna anche pensare di dargli finalmente ciò che merita. In termini di attenzione - nel costo, dicevamo, dei biglietti - e di confort. Immaginand­o andando anche sul pratico stadi nuovi, moderni, al passo di altri campionati. Vogliamo coglierlo il segnale?

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 ?? ?? Imperatore José Mourinho saluta dal pullman i tifosi in festa. Centomila persone si sono radunate al Circo Massimo, altre decine di migliaia hanno salutato il passaggio della squadra nelle strade di Roma
Imperatore José Mourinho saluta dal pullman i tifosi in festa. Centomila persone si sono radunate al Circo Massimo, altre decine di migliaia hanno salutato il passaggio della squadra nelle strade di Roma

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