La Gazzetta dello Sport

Tutto esaurito ma il futuro del GP non è scontato: trattativa in salita

Due giorni in barca a 2.450 euro un posto sul balcone a quasi 2mila Liberty vuole rivedere gli accordi

- INVIATO A MONACO

Ad accompagna­re lo striscione Daghe Charles (forza Charles!) che è ormai una consuetudi­ne, qua e là sui lussuosi balconi di Montecarlo, compaiono bandiere di dimensioni (contenute, per il decoro e che diamine!) con il volto del pilota di casa. Per tradizione i monegaschi, non direttamen­te coinvolti, nel GP lasciano il Principato letteralme­nte invaso da appassiona­ti, più o meno danarosi: ma sarà così anche quest’anno dato che può vincere quel ragazzino che percorreva le strade del GP per andare a scuola? Intanto i pochi biglietti che ancora ieri mattina erano a disposizio­ne sono evaporati. Per oggi sono attesi 19.412 spettatori;

domani 24.362, idem domenica. Totale 68mila. Paiono numeri ridotti rispetto al consueto ma non c’è fisicament­e spazio per costruire tribune più capienti e gli organizzat­ori hanno già esposto il cartello “tutto esaurito”. Nemmeno la collina sotto la Rocca, la zona più lontana e scomoda dalla pista (ma anche la più economica) non ha più un biglietto a disposizio­ne malgrado prezzi intorno ai cento euro.

Introvabil­i «Ho cercato un paio di posti in barca per alcuni amici e non c’è stato niente da fare. Tutto pieno, ma è sempre così quando la Ferrari va forte», spiega Daniel Morelli, volto noto dei GP prima da direttore sportivo della Forti e poi da manager di piloti (è stato legato a Robert Kubica) che a Monaco è cresciuto. «Da bambino vedevo il GP da quel balcone là»; dice indicando una palazzina affacciata sulla tribuna d’arrivo. Esserci, a ogni costo. Basta cercare sul web: due giorni in barca costano 2.450 euro (champagne incluso però eh?), un balcone con 14 ospiti sopra la curva di Santa Devota viene 1.750 euro per due giorni. E pazienza se do

menica il maltempo potrebbe guastare la festa.

Contratto Intanto dietro le quinte si sta giocando la partita del contratto di Monaco che scade quest’anno. Una F.1 senza Montecarlo è come il tennis senza Wimbledon ma nulla è scontato. Perché il messaggio che arriva dai nuovi padroni americani è che la musica è cambiata, come la F.1: e certi trattament­i favorevoli (Montecarlo paga relativame­nte poco rispetto al resto del mondo e può procacciar­si sponsor propri) non esistono più. Se ne è già accorta Monza.

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