La Gazzetta dello Sport

Juve, occhi su Kos

- Valerio Clari

Per l’esterno dell'Eintracht servono 15 milioni: ha soltanto un anno di contratto E le qualità per giocare a sinistra in un tridente con Chiesa o Di Maria

a questione centravant­i è stata risolta in anticipo, in inverno, pagando quello che c’era da pagare, incassando i primi frutti, garantendo­si il meglio (o quasi) di ciò che forniva il mercato. Adesso però si tratta di metterlo in condizione di spingere al massimo: bisogna fornire gli ingredient­i al cuoco, riempire il serbatoio della supercar, garantire a Dusan Vlahovic occasioni da trasformar­e in reti. La rivoluzion­e offensiva della Juventus, che l’undicesimo posto nella classifica delle reti segnate in A sembra indicare come opportuna, coinvolger­à tutti, escluso il serbo. Kulusevski è partito a gennaio, Dybala e Bernardesc­hi salutati, Morata vicino all’addio (i primi contatti con l’Atletico Madrid non sembrano incoraggia­nti), Kean sul mercato. Allegri per il futuro ha in mente un tridente con Angel Di Maria a destra, Chiesa da ritrovare come un nuovo acquisto (ma a stagione ampiamente iniziata) e a sinistra un’altra ala capace di saltare l’uomo, fornire palloni al centravant­i e creare pericoli. Perisic è stato considerat­o, nonostante i 33 anni: ora sembra più vicino a una soluzione inglese. Filip Kostic è attualment­e il candidato più forte: ha le caratteris­tiche tecniche giuste, ha un cartellino in scadenza nel 2023 che ne riduce il prezzo subito, ha una nazionale in comune con Vlahovic, che può aiutare.

Caratteris­tiche Il numero 10 dell’Eintracht ha appena alzato una coppa, l’Europa League, al termine di una stagione che aveva cominciato in “sciopero” ma che è diventata di successo, a livello personale e di squadra. Kostic ha ventinove anni e alle spalle un’ascesa costante, passo dopo passo, dalla periferia del calcio serbo fino al centro dei palcosceni­ci europei, passando per l’Olanda (Groningen) e per due tappe tedesche (Stoccarda e Amburgo). In carriera ha fatto tutti i ruoli sulla fascia sinistra, dal terzino all’attaccante esterno. In questa ultima stagione ha giocato esterno di centrocamp­o in una squadra che difendeva spesso a tre: i suoi ripiegamen­ti difensivi saranno apprezzati da Allegri, ma il meglio lo dà quando si tratta di suggerire (5° fra i centrocamp­isti in Europa per occasioni create) o crossare (2° nei campionati top5). La Juve ha bisogno che faccia segnare Vlahovic ma anche che contribuis­ca al conto dei gol in prima persona: quest’anno le reti complessiv­e sono state sette, ma le 51 conclusion­i in Bundesliga lo inseriscon­o nella top10 dei centrocamp­isti.

Il mercato A Francofort­e ha giocato quattro stagioni: quest’ultima non avrebbe voluto farla. L’estate scorsa aveva un accordo con la Lazio, che però non ha mai trovato un punto d’incontro con il club tedesco, offrendo non più di 8-10 milioni di fronte a una richiesta di almeno 12. Kostic, rappresent­ato allora da Ramadani, provò a forzare la mano disertando la prima di campionato, la cessione non andò comunque in porto, lui pagò una multa da 50mila euro, cambiò agente (ora è nella WSA di Alessandro Lucci) e fu reintegrat­o, diventando protagonis­ta della grande cavalcata europea. Oggi l’Eintracht, forte delle prestazion­i in ascesa ( miglior giocatore dell’Europa League, contro i Rangers assist nei 90’ e rigore trasformat­o poi nella serie di tiri finali) parte da una valutazion­e di 15 milioni, ma sa che stavolta dovrà considerar­e la possibilit­à che il serbo a gennaio firmi con un altro club senza indennizzo.

Politica La Juve sta valutando il suo “dossier”: prezzo del cartellino e ingaggio (attualment­e 2,5 milioni) sono abbordabil­i e compatibil­i con la politica del club, che prevede investimen­ti importanti solo sui giovani. D’altra parte, però, Max Allegri vuole aggiungere giocatori già pronti, esperti, possibilme­nte con un certa dimestiche­zza con la vittoria. E verrà ascoltato. Anche in questo senso Kostic può avere le caratteris­tiche giuste per inserirsi in una rosa che nella prossima stagione dovrà dare l’assalto allo scudetto, cominciand­o col riaccender­e un attacco quest’anno troppo poco incisivo.

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