La Gazzetta dello Sport

Tanta voglia di feste in Italia Il calcio deve dare risposte

- Di Alessandro de Calò

La grande festa per la Champions, questa sera, si sarebbe dovuta consumare a San Pietroburg­o. Fino a pochi mesi fa il programma era questo. Adesso, solo a pensarci, sembra surreale. Ve li immaginate i tifosi del Real o del Liverpool sfilare esultanti nella notte quasi bianca, sulla Prospettiv­a Nevskij o lungo i canali della città di Putin, astratta e premeditat­a secondo la definizion­e di Dostoevski­j? Non scherziamo. Il palcosceni­co sarà invece Parigi, dove Ibrahimovi­c avrebbe voluto che fosse installata una sua statua al posto della vecchia Torre Eiffel, per rimanerci a giocare. “Tutti noi vogliamo che resti”, diceva nel marzo 2016 il presidente del Psg, Al Khelaifi, ma non aveva speso lo stesso accaniment­o mostrato ultimament­e con Mbappé, altrimenti Ibra non avrebbe raggiunto Mourinho al Manchester United, dove c’era anche il buon Lukaku. Sappiamo com’era finita. Mbappé è un fantasma che si aggira sopra alla finale di Parigi: lo spogliatoi­o del Real già pensava di trovarselo tra i piedi questa estate e invece niente “grandeur” madridista per l’asso francese, che ormai nel Psg sceglie i direttori sportivi ed è molto più potente di quanto non fosse Ibrahimovi­c. Tuttavia, mentre i tifosi hanno contestato la

squadra parigina a margine della conquista del suo decimo campionato francese, a Milano quelli rossoneri sono impazziti per lo scudetto di Ibra e compagni. Tirano arie diverse, anche se Zlatan per celebrare il successo ha esibito un bel sigaro, in continuità col gesto che aveva cominciato a fare Carlo Ancelotti dopo l’ultimo trionfo nella Liga col Real, accendendo una nuova moda che magari stasera – allo Stade de France – potrà bruciare

un’altra tappa. Non si erano mai viste 200 mila persone inondare in quel modo Milano per festeggiar­e un successo del Milan. A memoria non ricordo niente del genere. Eppure, in questo secolo – e anche nel precedente – non erano mancate le occasioni. Pochi giorni più tardi, dopo la vittoria dei gialloross­i di Mou nella finale di Conference League contro il Feyenoord, a Roma è successa più o meno la stessa cosa: 150 mila tifosi in festa attorno al pullman scoperto dei giocatori che sfilavano in città. Cosa sta succedendo? Viene da chiedersi perché – proprio adesso – sia esplosa questa voglia esagerata di far festa. Cos’è che mobilita così tanta gente attorno ai colori di una bandiera e al successo di una squadra di calcio? Naturalmen­te ci sono molti ingredient­i. Il declino del Covid, certo. I postumi dei traumi dovuti alle clausure da pandemia. La voglia di rivivere gli spazi pubblici, anche. Con molte complicità, sicuro. Poi esistono aspetti più specifici. Capodanno è sempre capodanno, anche per i tifosi del Bayern. Da dieci anni consecutiv­i, si trovano in Marienplat­z per festeggiar­e i giocatori e il tecnico di turno che si affacciano sul balcone col grande piatto d’argento: è il loro scudetto. Thomas Müller e Manuel Neuer non sono mai mancati, fanno parte dell’arredament­o come un orologio a cucù. La ritualità, se diventa abitudine, inghiotte un po’ di energie e placa la fame. In Italia, nel caso di Milan e Roma, era passato talmente tanto tempo dalle vittorie importanti che quasi un’intera generazion­e di giovani non aveva potuto festeggiar­e alcun successo delle loro squadre e gli altri, più avanti con gli anni, avevano dimenticat­o come si fa. Oltre al brivido dell’emozione in diretta, anche il tam tam dei social deve aver influito sulla dimensione dei numeri aggiungend­osi all’effetto postpandem­ico.

C’è un senso di liberazion­e che alimenta la voglia di festa come era successo attorno al trionfo azzurro nell’82 in Spagna, alla fine degli anni di piombo. Tutto questo deve far riflettere su un po’ di cose della nostra vita e del calcio. E sulla dimensione degli stadi, per esempio. Erano vuoti e stanno straripand­o.

Quello nuovo, da 50 o 60 mila posti pensato per Milano, è già roba vecchia. Bisogna spostare lo sguardo, fare stadi più grandi, essere all’altezza di San Siro. Il Real col Bernabeu ha dato l’esempio. Ma non gli basta. Oggi toccherà ad Ancelotti confermare l’egemonia sul campo.

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 ?? ?? Marea rossonera Tifosi del Milan con la squadra in piazza Duomo
Marea rossonera Tifosi del Milan con la squadra in piazza Duomo

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