E Nibali è sempre lì «Difesa riuscita Il podio? Difficile...»
Il podio finale è una missione (quasi) impossibile. La vittoria di tappa? Molto difficile. Vincenzo Nibali lo sa bene, visto che è a 4’48” da Mikel Landa, terzo, a due frazioni dalla fine dopo avere ceduto 5” ieri. E anzi deve guardarsi alle spalle, perché ha Bilbao a 29” (lo spagnolo ieri ha guadagnato 2” su di lui) e Hirt a 1’22”. Però dopo 19 tappe si è confermato tra i migliori dell’ultimo Giro in carriera: dopo il biennio avaro di soddisfazioni con la Trek-Segafredo, si è finora riproposto a un livello migliore nella corsa rosa. «Sono sulla difensiva – è l’analisi del 37enne dell’Astana -. I primi tre sono più esplosivi, più scattanti. Sono andato meglio rispetto alle ultime due tappe di montagna? Sì, ci sta, ma un grande giro è fatto di alti e bassi. Magari speravo un po’ di più, ma tutto sommato sono contento. Sulla Marmolada, Landa, Carapaz e Hindley dovranno provare a superarsi. Carapaz sembra stia così così ma poi l’azione la piazza sempre. Un grande giro non lo vince sempre il più forte, ma quello a cui va tutto bene».
Febbre Nello scendere dal Santuario Nibali nei – dopo avere ricevuto i complimenti di Alberto Contador - rivela di non essere stato bene «all’indomani dell’ultimo giorno di riposo. Mi è anche venuto un herpes, una forma di stress. Una febbre sorda, e non ho potuto fare altro che cercare di limitare i danni». In pianura nella crono di Budapest era andato parecchio forte, e c’è la speranza di ripetersi domani a Verona «ma anche se ci riuscissi, Landa ha quasi 5’ di vantaggio. Bisogna essere realisti». E magari con lo stesso realismo ricordare che lo Squalo a quasi 38 anni può ancora concludere a ridosso del podio un grande giro: non era scontato, e neppure facile.
ci.sco.