La Gazzetta dello Sport

Parola di capitano

A ROMA «DA VOI BEI RICORDI AMERETE LA RYDER COME IO AMO L’ITALIA» Il leader della squadra europea arriva oggi: «Abbiamo molti giocatori di grande talento. Questa competizio­ne è un’esperienza unica»

- Di Matteo Dore © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È

stato nominato capitano della squadra europea di Ryder Cup poco più due mesi fa. Ed Henrik Stenson ha fatto in fretta a capire che la sua vita sarebbe cambiata: «Una frase che ho sentito dire da tutti i giocatori diventati capitani è “Non avevo idea di quanto lavoro servisse”. Ecco, adesso posso dire di essere assolutame­nte d’accordo con loro». Oggi Stenson arriverà a Roma, primo contatto ufficiale con la città che ospiterà la Ryder Cup nel settembre 2023. Incontri, cene, una sessione fotografic­a dentro il Colosseo e lunedì mattina al Club Marco Simone la conferenza stampa per presentars­i ufficialme­nte.

3Ha davanti una bella sfida. L’Europa non perde in casa da 20 anni, dal 1993 a Belfry...

«Se fossi stato preoccupat­o non avrei accettato il lavoro. A essere onesti è proprio l’opposto: sono molto eccitato».

3 Eppure il golf europeo sembra in difficoltà rispetto a quello americano. Non crede?

«Assolutame­nte no. Rory McIlroy e Viktor Hovland hanno vinto sul Pga Tour alla fine dello scorso anno e nel 2022 ci sono stati i successi di Sepp Straka all’Honda Classic e di Jon Rahm in Messico. Sul DP World Tour i tre grandi eventi in Medio Oriente all’inizio dell’anno sono stati vinti da tre dei nostri migliori talenti: Thomas Pieters, Victor Hovland ancora lui - e Nicolai Højgaard. Serve altro? Uno degli eroi di Parigi 2018, Thorbjørn Olesen, ha vinto il British Masters poche settimane fa a Belfry. Quindi non ho assolutame­nte nessuna preoccupaz­ione...».

3Si dice che molti veterani europei stiano abbraccian­do la lega araba: Garcia, Poulter, Westwood, Kaymer. Non ha paura di restare con una squadra troppo giovane?

«I giovani hanno talento. Se a loro aggiungiam­o le abilità e l’esperienza internazio­nale che hanno giocatori un po’ più “rodati” come McIlroy, Rahm, Justin Rose, Tommy Fleetwood e Tyrrell Hatton posso dire a tutti di stare tranquilli e fiduciosi per la prossima Ryder».

È vero che anche lei è stato vicino alla lega araba e che è stata proprio la possibilit­à di diventare capitano in Ryder a farle cambiare idea?

3 «L’ho già detto durante il processo di selezione e lo ripeto a voi: adesso, e per i prossimi 16 mesi, tutto il mio impegno e la mia concentraz­ione saranno dedicati a questa esperienza. E farò di tutto per riportare in Europa la Ryder»

3Ci sono giocatori italiani che possono entrare in squadra?

«Certamente. Gli italiani come gli altri europei. Lunedì spiegherò quali saranno i criteri di qualificaz­ione, ma al momento hanno tutti zero punti e sta a ciascuno di loro giocare bene e dimostrare quanto valgono». 3Quasi tutti i migliori giocatori europei ormai vivono in America. Anche lei, che da anni è in Florida. Ma la Ryder mantiene comunque il suo fascino. «Perché è uno dei grandi eventi dello sport mondiale, e come si usa dire “la Ryder è il golf, ma non come lo conosci”. È un’esperienza così eccezional­e che attira anche chi non è un appassiona­to di golf. E garantisco che interessa moltissimo anche ai giocatori, ovunque essi vivano. Avendola giocata cinque volte io stesso lo posso dire dal profondo del cuore. Basta guardare le feste che abbiamo fatto noi europei a Parigi nel 2018 o gli americani a Whistling Straits lo scorso anno, per comprender­e come la Ryder non abbia assolutame­nte perso nulla del suo significat­o originale».

3La Ryder può fare bene per la popolarità del golf in Italia?

«Lo spero davvero. Il golf è uno sport fantastico da giocare, non solo per i profession­isti, ma anche come divertente passatempo con la famiglia e gli amici. Insegna abilità che sono utili anche nella vita e per il fatto che è uno sport senza arbitri educa anche all’onore e al rispetto. E si passano tante ore all’aria aperta. Dopo la Ryder di Parigi c’è stata una crescita del golf in Francia, non vedo perché non debba essere così anche in Italia».

3Che cosa pensa del campo del

Marco Simone? Ci ha giocato lo scorso anno all’Open d’Italia. «È un bel percorso che ti invita a prendere rischi e ti premia se giochi bene. Perfetto per la formula match play. Pensato per i tifosi presenti che vedranno benissimo i giocatori e anche per i milioni che guarderann­o la gara in tv».

3Lei aveva già giocato un Open d’Italia nel 2004 a Tolcinasco, vicino a Milano...

«Ricordo il brutto tempo. Venne giù così tanta pioggia che il torneo fu ridotto a 54 buche. Giocai bene soprattutt­o il secondo giro con un buon 67, ma nel terzo – che poi si rivelò essere l’ultimo – ne tirai 71. Mi è sempre piaciuto giocare in Italia, l’ho fatto spesso durante i miei anni sul Challenge Tour e soprattutt­o quando ero dilettante. Proprio a quel periodo risale uno dei ricordi di cui sono più orgoglioso, cioè vincere nel 1996 gli Internazio­nali a Villa D’Este. Avevo vent’anni».

Da giovane Avevo 20 anni quando vinsi a Villa d’Este da dilettante. Ne sono orgoglioso ancora oggi

3 Sa già qualche parola di italiano?

«Qualcuna. La mia frase preferita è ‘grazie mille’. Ogni volta che vengo in Italia la gente è così gentile che continuo a ripeterla. Comunque mi impegno a impararne tante altre prima di settembre del prossimo anno».

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 ?? GETTY IMAGES ?? Le feste a Parigi Henrik Stenson ha giocato in Ryder Cup in 5 occasioni, l’ultima a Parigi nel 2018 dove l’Europa ha stravinto anche grazie all’ottima prova di Francesco Molinari. Nella foto qui accanto Stenson è insieme ai suoi tifosi arrivati apposta dalla Svezia
GETTY IMAGES Le feste a Parigi Henrik Stenson ha giocato in Ryder Cup in 5 occasioni, l’ultima a Parigi nel 2018 dove l’Europa ha stravinto anche grazie all’ottima prova di Francesco Molinari. Nella foto qui accanto Stenson è insieme ai suoi tifosi arrivati apposta dalla Svezia
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Svedese Henrik Stenson, qui con la Ryder Cup in mano, è nato in Svezia nell’aprile 1976. Ha vinto il British Open nel 2016. Nello stesso anno l’argento all’Olimpiade di Rio de Janeiro
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Henrik Stenson è stato n.2 al mondo

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