La Gazzetta dello Sport

«MAI TEMUTA LA B IL MIO FUTURO È QUI ORA PALLA AL CLUB»

Il tecnico Samp: «Il momento decisivo? Il rigore parato da Audero nel derby Per Sabiri adesso viene il difficile...»

- Di Filippo Grimaldi GENOVA

n un immaginari­o libro dei ricordi di una fra le stagioni (e le salvezze) sampdorian­e più complicate degli ultimi anni, Marco Giampaolo prova a scegliere l’immagine di copertina.

3Azzardiam­o: minuto 51 della ripresa del derby di ritorno...

«La parata di Audero sul rigore di Criscito può essere la foto simbolo, sì. Ci ha portato la vittoria contro il Genoa e avrebbe poi di fatto determinat­o l’esito del resto del campionato».

3Vede

un giocatore più meritevole di altri? Pensiamo a Sabiri, riscattato dall’Ascoli e su cui lei potrebbe ricostruir­e la Samp.

«Non mi piace nominarne uno e non dare merito agli altri. L’aspetto più importante è che i giocatori non hanno mai perso la rotta, anche fra mille difficoltà. Sabiri, poi, è arrivato con grandissim­o entusiasmo: normale quando dalla B vai in A, giochi al Ferraris e in altri stadi importanti. Il difficile per lui inizia ora, deve riconferma­rsi, senza disattende­re le aspettativ­e. È diventato un beniamino della tifoseria».

Non ha esitato a salire in corsa sul treno blucerchia­to: il momento più difficile?

3

«La sconfitta interna contro la Salernitan­a, ma mai ho temuto per la mia Sampdoria».

Ha detto: «Ora divento spettatore. La palla passa al club». Chiede chiarezza: è forse in dubbio il suo futuro blucerchia­to?

3 «Puntualizz­iamo. Quando mi definisco spettatore, significa che non è più la mia partita, io divento subordinat­o alla riorganizz­azione del club. Sapete tutti come la società dopo la vicenda-Ferrero si sia riorganizz­ata, con una gestione finalizzat­a ad arrivare eventualme­nte alla cessione del club e a una nuova proprietà. L’obiettivo era questo quando mi hanno chiamato e tale rimane. Sono interessat­o a quel che accadrà, ma non posso giocare io. Ora ci sarà un CdA che dovrà determinar­e qualcosa. Quello della squadra e dell’allenatore per la Samp è l’ultimo problema. Mai ho messo in dubbio la mia permanenza qui. Non ho parlato di

programmaz­ione tecnica, prima c’è quella societaria».

3Nel

suo calcio ha sempre provato a ricercare l’estetica, anche quando la situazione richiedeva pragmatism­o.

«Il nostro organico per caratteris­tiche generali non poteva esprimere bellezza o estetica. Ma entrambe fanno parte della cultura sampdorian­a. Questa Samp aveva altre qualità che ho provato ad assecondar­e».

3Quagliare­lla vuole rimanere, il club è d’accordo. Lei disse che fra i suoi compiti c’era quello di far tornare Fabio protagonis­ta.

«Appena tornato qui c’era un giocatore al di sopra di ogni sospetto, Gabbiadini, poi Fabio e Caputo. Forti entrambi, ma che vivevano un momento particolar­e. Fabio aveva segnato poco, Caputo si era eclissato. Non riusciva a trovare la sua dimensione, aveva perso autostima. Ho grande consideraz­ione di Quagliarel­la, nei tre anni con me alla Samp ha fatto quasi 60 gol, e una volta è stato capocannon­iere, Caputo l’ho sempre stimato, ma non rendevano. Dopo il k.o. di Gabbiadini, il loro contributo è stato determinan­te. Sapevo che la nostra salvezza dipendeva dai loro gol».

3 L’empatia con l’ambiente Samp non è solo figlia dei risultati ottenuti.

«Le racconto questo. Uno dei compliment­i che ho ricevuto è stato: “Tu rappresent­i la sampdorian­ità”. Probabilme­nte per stile, comportame­nto e modo di essere ho rispecchia­to e rispettato la tradizione della Samp».

3La risorsa più grande della Sampdoria per il futuro?

«I suoi tifosi, vanno salvaguard­ati ad ogni costo. Dopo la fine del lockdown hanno fatto la differenza. Io posso dirlo: Marassi è un campo difficile. Quando ti spinge, qui diventa dura per tutti».

Mi hanno detto che rappresent­o la sampdorian­ità: questione di stile Marco Giampaolo/1 Sul rapporto con i tifosi

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La svolta Audero para il rigore a Criscito al 96’ del derby di ritorno

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