«MAI TEMUTA LA B IL MIO FUTURO È QUI ORA PALLA AL CLUB»
Il tecnico Samp: «Il momento decisivo? Il rigore parato da Audero nel derby Per Sabiri adesso viene il difficile...»
n un immaginario libro dei ricordi di una fra le stagioni (e le salvezze) sampdoriane più complicate degli ultimi anni, Marco Giampaolo prova a scegliere l’immagine di copertina.
3Azzardiamo: minuto 51 della ripresa del derby di ritorno...
«La parata di Audero sul rigore di Criscito può essere la foto simbolo, sì. Ci ha portato la vittoria contro il Genoa e avrebbe poi di fatto determinato l’esito del resto del campionato».
3Vede
un giocatore più meritevole di altri? Pensiamo a Sabiri, riscattato dall’Ascoli e su cui lei potrebbe ricostruire la Samp.
«Non mi piace nominarne uno e non dare merito agli altri. L’aspetto più importante è che i giocatori non hanno mai perso la rotta, anche fra mille difficoltà. Sabiri, poi, è arrivato con grandissimo entusiasmo: normale quando dalla B vai in A, giochi al Ferraris e in altri stadi importanti. Il difficile per lui inizia ora, deve riconfermarsi, senza disattendere le aspettative. È diventato un beniamino della tifoseria».
Non ha esitato a salire in corsa sul treno blucerchiato: il momento più difficile?
3
«La sconfitta interna contro la Salernitana, ma mai ho temuto per la mia Sampdoria».
Ha detto: «Ora divento spettatore. La palla passa al club». Chiede chiarezza: è forse in dubbio il suo futuro blucerchiato?
3 «Puntualizziamo. Quando mi definisco spettatore, significa che non è più la mia partita, io divento subordinato alla riorganizzazione del club. Sapete tutti come la società dopo la vicenda-Ferrero si sia riorganizzata, con una gestione finalizzata ad arrivare eventualmente alla cessione del club e a una nuova proprietà. L’obiettivo era questo quando mi hanno chiamato e tale rimane. Sono interessato a quel che accadrà, ma non posso giocare io. Ora ci sarà un CdA che dovrà determinare qualcosa. Quello della squadra e dell’allenatore per la Samp è l’ultimo problema. Mai ho messo in dubbio la mia permanenza qui. Non ho parlato di
programmazione tecnica, prima c’è quella societaria».
3Nel
suo calcio ha sempre provato a ricercare l’estetica, anche quando la situazione richiedeva pragmatismo.
«Il nostro organico per caratteristiche generali non poteva esprimere bellezza o estetica. Ma entrambe fanno parte della cultura sampdoriana. Questa Samp aveva altre qualità che ho provato ad assecondare».
3Quagliarella vuole rimanere, il club è d’accordo. Lei disse che fra i suoi compiti c’era quello di far tornare Fabio protagonista.
«Appena tornato qui c’era un giocatore al di sopra di ogni sospetto, Gabbiadini, poi Fabio e Caputo. Forti entrambi, ma che vivevano un momento particolare. Fabio aveva segnato poco, Caputo si era eclissato. Non riusciva a trovare la sua dimensione, aveva perso autostima. Ho grande considerazione di Quagliarella, nei tre anni con me alla Samp ha fatto quasi 60 gol, e una volta è stato capocannoniere, Caputo l’ho sempre stimato, ma non rendevano. Dopo il k.o. di Gabbiadini, il loro contributo è stato determinante. Sapevo che la nostra salvezza dipendeva dai loro gol».
3 L’empatia con l’ambiente Samp non è solo figlia dei risultati ottenuti.
«Le racconto questo. Uno dei complimenti che ho ricevuto è stato: “Tu rappresenti la sampdorianità”. Probabilmente per stile, comportamento e modo di essere ho rispecchiato e rispettato la tradizione della Samp».
3La risorsa più grande della Sampdoria per il futuro?
«I suoi tifosi, vanno salvaguardati ad ogni costo. Dopo la fine del lockdown hanno fatto la differenza. Io posso dirlo: Marassi è un campo difficile. Quando ti spinge, qui diventa dura per tutti».
Mi hanno detto che rappresento la sampdorianità: questione di stile Marco Giampaolo/1 Sul rapporto con i tifosi