A Montecarlo gira la roulette Ma la Ferrari sa come si gioca
Sia concessa la brutale ammissione: uno si trattiene dall’esaltazione totale e irrazionale solo perché a Miami e Barcellona è finita come è finita. Però la premiata ditta Leclerc&Sainz ammirata ieri a Montecarlo fa venire sottopelle sensazioni a tratti poco controllabili. Poi certo c’è la gara di mezzo, e a Monaco la roulette non gira solo al casinò... Però i piloti della Ferrari nel fine settimana più esclusivo dell’anno — per quanto a Miami, con altro stile, di glamour ce n’era in quantità — hanno mostrato di avere fame di rivincita. Serve un messaggio forte, chiaro e immediato alla Red Bull: non solo per la classifica, anche per l’attitudine psicologica a una corsa di logoramento ruota-a-ruota che pare proprio durerà tutto l’anno. E poi c’è questa macchina, questa F1-75, che si dimostra ancora una volta versatile senza perdere la performance. La pole stratosferica di Charles Leclerc e il secondo posto di Carlos Sainz fanno passare in secondo piano gli scricchiolii sinistri provenienti dall’affidabilità sentiti da qualcuno dopo la Spagna. Quindi ora le strade sono due: prendersi Monaco e aprire scenari trionfali, oppure subire un contraccolpo mentale pesante se ancora una volta dopo la pole dovesse mancare la vittoria del GP. La fame della Ferrari è la stessa dei suoi tifosi: a garanzia c’è l’atteggiamento di una squadra che continua a mostrare prontezza di riflessi — vedi il dietrofront immediato di Leclerc che rischiava di “bucare” l’esame del peso in Q2 — e di soluzioni tecniche efficaci. Oggi l’esame Monaco, per certi versi “facile” perché partire in prima fila è più di metà dell’opera su un circuito dove non si passa, per altri difficilissimo date le tante variabili e la possibilità di sbagliare, ancor più se dovesse piovere. Poi aleggia questo tabù Montecarlo sopra al suo figliolo prediletto: Charles, è ora di chiudere questa storia.