Hindley l’australiano in rosa Ma non è solo una sorpresa
Ci voleva tutta la nobiltà delle Dolomiti per decidere il Giro. Ci voleva la Marmolada, arrivo della tappa Regina per scegliere il Re della corsa rosa: l’australiano Jai Hindley.
E come se non bastasse, lo storico traguardo alpino ha scelto anche un nuovo Principe del nostro ciclismo: Alessandro Covi. In cima al Passo Fedaia, come i puristi chiamano la salita della Marmolada, il giovane varesino ha vinto una tappa che è la definitiva conferma delle sue qualità e il suo amico Jai Hindley ha messo le mani sulla maglia color Gazzetta. Oggi, senza sorprese, sarà il primo australiano a vincere il Giro. Sotto al palco della premiazione, ad un certo punto si è visto
Vincenzo Nibali (sempre quarto della generale a 7’57”) che ha abbracciato Covi e ha fatto i complimenti a Hindley. Una scena bella, la rappresentazione diretta di un passaggio di consegne. Di un cambio di stagione. Alla vigilia dell’apoteosi di Verona, il Giro ci ha offerto la tappa più bella per trama e protagonisti. E alla fine, dentro all’Arena entrerà in rosa e verrà premiato il corridore più forte di questa edizione. Hindley ha risolto la partita a scacchi con Richard Carapaz facendo esattamente quello che l’ecuadoriano avrebbe voluto fare. L’australiano ha preso cappello quando mancavano poco più di due chilometri dal traguardo e se ne è andato in progressione. Senza scattare, sempre seduto sulla sella, con
frequenze di pedalata che hanno disintegrato prima i sogni e poi la fiducia di Carapaz. Hindley, come capita agli scalatori in giornata di grazia, si è allontanato come se lievitasse fino a tagliare il traguardo con quasi un minuto e mezzo su Carapaz che ha dovuto cedergli la maglia rosa. Ora Hindley guida con 1’25”. Game over. Tutto ci dice che oggi a Verona, Jai, 26 anni, di Perth sarà il primo australiano a vincere il Giro d’Italia. La Marmolada è stata il giudice di una partita che nessuno degli attori protagonisti era riuscito a risolvere. L’olimpionico Carapaz, già vincitore del Giro 2019 (si
concluse proprio a Verona), era il grande favorito della vigilia, ha corso da leader e vestiva la maglia rosa dalla tappa di Torino, ma non ha mai dato l’impressione di avere una marcia in più. In realtà, Hindley aveva già seminato qualche indizio che oggi può essere riletto sotto una nuova luce. Intanto aveva vinto su Blockhaus, precedendo in volata Bardet e Carapaz e nel tappone dell’Aprica (con il Mortirolo) Jai aveva battuto Carapaz per guadagnare 4” di abbuono e portarsi a 3” dalla maglia rosa. Su tutti i traguardi in salita, in sostanza, era arrivato davanti o al fianco di Carapaz. E ieri, grazie anche all’ottimo lavoro della Bora-Hansgrohe, ha chiuso la partita con due chilometri di scalata da antologia. Non possiamo ancora scrivere che il Giro verrà vinto da un grande campione, ma Hindley non è nemmeno una sorpresa. Nel Giro autunnale (per la pandemia) del 2020 vinse la tappa dello Stelvio, con arrivo ai Laghi di Cancano, e si ritrovò in rosa al Sestriere con lo stesso tempo di Tao Geoghegan Hart, che il giorno dopo vinse il Giro nella crono di Milano. Jai non è poi riuscito a capitalizzare quel secondo posto il suo 2021 è stato compromesso da una caduta nel Tour of The Alps. Sarà il tempo a dirci se questa maglia rosa resterà un acuto isolato o se potremo considerarla il trampolino di lancio di un nuovo campione da corse a tappe. A 26 anni, il meglio della carriera lo aspetta. Si è pienamente meritato questa maglia rosa. È stato il più forte e il più lucido in gara. Hindley ha qualità atletiche e testa per considerare Verona come un punto di partenza.