Marquez ritorna nell’incubo «Farò la quarta operazione»
Martedì volerà in Minnesota per l’intervento Incerti i tempi di rientro, difficile rivederlo nel 2022
L’Odissea di Marc Marquez non è ancora finita. Non sono bastate tre operazioni all’omero destro fratturato a Jerez nel luglio 2020, un recupero lungo e complicato, due botte alla testa che gli hanno causato in poco meno di sei mesi due ricadute a livello di diplopia dell’occhio destro che a un certo punto hanno anche fatto temere il suo ritiro. Non è bastato, quella di oggi sarà l’ultima gara di Marc per un periodo ancora indefinito, visto che martedì l’otto volte campione del mondo della Honda si imbarcherà su un volo per gli Stati Uniti, destinazione Rochester, Minnesota, dove la prossima settimana sarà operato dall’équipe del dottor Joaquin Sánchez Sotelo presso la Mayo Clinic, uno dei centri all’avanguardia nel mondo per la chirurgia degli arti. «C’era questa opzione, ma solo venerdì a mezzogiorno ho ricevuto la telefonata del dottor Sotelo, che aveva appena finito di esaminare in 3D lo stato del mio braccio destro e mi ha detto senza esitazione: devi farti operare subito» racconta Marquez. Che racconta come, pur «precipitando ancora una volta nell’incubo, è stata anche una buona notizia, perché significa che le mie sensazioni in moto erano giuste. Soffro sempre, ho male, non riesco a guidare come facevo e per compensare la spalla destra forzo troppo quella sinistra e soffro ancora di più».
Io non mollo Il problema, come Marquez ha spiegato nel corso di una conferenza stampa assieme ad Alberto Puig, team manager Honda («Da ex pilota posso dire che questa è la soluzione giusta»), è che l’omero destro soffre di una eccessiva rotazione che impedisce al pilota di potere guidare correttamente. «Se fosse per la vita di tutti i giorni, non ci sarebbe nessun bisogno di operarmi, lo faccio perché sono convinto di poter dare ancora tanto alla Honda e al motociclismo. C’è stato qualche momento in cui ho anche pensato di gettare la spugna, ma io sono uno che non molla e lotta sempre. Tutta la mia carriera ho corso vicino al limite, ma ultimamente quel limite l’ho superato troppo spesso, guidare non ha senso, ogni weekend è un incubo, per questo è giusto fermarmi subito dopo questa gara, intervenire sul problema e iniziare a prepararmi per il 2023». 2.
Soffro troppo, non sono il vero Marc Ora sistemerò il braccio e inizierò a pensare al 2023
Non ho dubbi Le domande
GETTY che, inevitabilmente, ci si pone sono legate ai tempi di recupero e a che Marquez ritroveremo tra qualche mese. Alla prima Marc non ha una risposta, «non ne ho idea, sarà sicuramente un tempo lungo», che può portare a sperare di rivederlo per le ultime gare della stagione. Sulla seconda, invece, il pilota spagnolo si è mostrato assolutamente tranquillo. «Innanzitutto, il dottor Sotelo mi ha detto che la terza operazione svolta dal dottor Antuna nel dicembre 2020 è stata perfetta. Di questa possibile nuova operazione avevamo iniziato già a parlare in ottobre quando mi era venuta la diplopia, ma l’osso era ancora troppo morbido, mentre ora è perfettamente saldo. Quello che mi ha tranquillizzato è che il dottor Sotelo mi ha spiegato chiaramente quale sia il problema, ovvero l’eccessiva rotazione, e cosa verrà fatto per risolverlo. Non mi ha posto davanti a un bivio chiedendomi di prendere una decisione, semplicemente mi ha detto che cosa farà per risolvere il mio guaio».