Il viaggio del Ma
talia domani torna in Inghilterra, nove giorni dopo la sonora sconfitta con l’Argentina nella Finalissima di Wembley. Da un’Inghilterra all’altra, Roberto Mancini si è messo in viaggio: ha lasciato i lidi di Pep Guardiola e si è diretto verso le coste di Jurgen Klopp. Prendetela come una suggestione. Premessa d’obbligo quando si paragonano mondi diversi, ma la direzione del viaggio è credibile.
L’ultimo tributo Con la Finalissima, il c.t. azzurro ha reso l’ultimo tributo ai gloriosi Leoni di Wembley, ha chiuso il sipario sull’epopea dell’Europeo 2021, ma anche su una stagione tattica, quella del doppio play e del triangolo creativo Jorginho-Verratti-Insigne. Jorginho, in calo, e Insigne, in Canada, hanno dato la loro disponibilità, ma difficilmente resteranno protagonisti. Il palleggio collettivo, il possesso, il ricamo corto hanno caratterizzato una Nazionale rivolu
Maglioncino e cappellino
Il paragone regge anche se consideriamo le opzioni a disposizione. Prendiamo il centravanti. In passato, al centro del tridente, Klopp ha impiegato più di altri il brasiliano Firmino, un maestro nell’arretrare per rifinire o presentarsi al tiro. È ciò che ha fatto, molto bene, Raspadori con l’Unzino
gheria. Altre volte, specie nell’urgenza di sbloccare o aggiustare un risultato, Klopp ha impiantato una prima punta vera (Origi), soluzione che Mancini dovrebbe usare più spesso con la maturazione di Scamacca. Anche a centrocampo, il commissario tecnico azzurro ha diverse opzioni. Verratti resterà il nostro Thiago di riferimento, l’interno di regia. Ricco l’arsenale delle mezzali: Barella, Tonali, Locatelli, Pellegrini, Frattesi, Pessina... Meno ricca l’alternativa a Cristante: o gli adattati Locatelli e Tonali, che rendono di più da interni, o i giovani Esposito e Ricci. Pellegrini, sempre più titolare, può costruire in mediana o da esterno offensivo. Mancini può sbizzarrirsi nelle rotazioni. Sta lavorando a una Nazionale più forte, perché più imprevedibile: alla prima anima ne sta aggiungendo una seconda. Potrà scegliere se pressare come faceva di regola prima o ritirarsi per liberare spazi per le ripartenze veloci; decidere quando è meglio fare Guardiola e quando Klopp. Non si è sfilato il maglioncino di Pep, ma si è messo in testa il cappellino di Jurgen. È in viaggio.