La Gazzetta dello Sport

Primo urlo M Ilano

- Di Andrea Tosi

Difesa, santa difesa. Milano si aggrappa alla sua arma migliore per strappare il primo punto della finale gelando la Segafredo Arena, calda ma non piena come ci si aspettava per accompagna­re la Virtus nella sfida per difendere lo scudetto conquistat­o l’anno passato. Dentro ad una gara-1 davvero brutta nel primo tempo, e poi rigenerata dal secondo tempo in stile Eurolega dell’Olimpia e dalla rimonta della Virtus che per due volte si blocca sul -2, la squadra di coach Messina trova i suoi protagonis­ti per fare il colpo grosso. Shavon Shields marca a fuoco coi suoi 10 punti il terzo quarto alimentand­o la fuga buona, poi nell’ultimo quarto Gigi Datome trova un paio di stoccate che respingono il rientro rabbioso e non razionale di Bologna, che paga la serata insufficie­nte di troppi suoi titolari. È un risultato che vale doppio perché gira subito il fattore-campo gettando tutta la pressione sulla Virtus che, dopo la prima sconfitta casalinga in campionato (e la prima nei playoff dopo 16 vittorie di fila), domani, in gara-2 ancora alla Segafredo Arena, non potrà sbagliare nulla. Alla lunga Shields, il più continuo in attacco tra tanti tiratori

Illusione

La rimonta della Virtus si ferma due volte sul -2. Domani gara-2 ancora a Bologna con le mani fredde, fa la differenza anche per come manda fuori giri Weems. Poi a turno Hines, Rodriguez e Datome trovano anche nella spazzatura di tante palle vaganti canestri pesanti e decisivi. Bologna si mangia le mani sullo 0/2 ai liberi di Hackett, tanto furore per nulla, quando la partita poteva tornare pari.

Frenesia Due quintetti consolidat­i si alzano per la palla a due e dopo 1’18” c’è il brivido di un brutto infortunio a Teodosic, che cade male sulla caviglia destra su fallo da tre di Shields. Il play esce zoppicando e quando riappare, per fortuna senza apparenti conseguenz­e, si leva un boato. Ma non è la scossa che aspettava la Virtus per accendersi. Anzi Bologna — che aveva vinto le ultime 19 partite in casa, e le ultime 16 nei playoff — si mostra troppo frenetica nel cercare conclusion­i fuori equilibrio. Milano non è da meno, ma subito si mette in moto il gioco a due Rodriguez-Hines che frutta 4 canestri in fotocopia del centro bonsai che in avvio porta a scuola lo spaesato Jaiteh, peraltro considerat­o un potenziale uomo forte della serie. Così, con le difese che soffocano ogni proiezione offensiva sui due lati del campo, la partita diventa presto una tonnara di contatti e di errori. I big più attesi sbagliano appoggi elementari. Shengelia forza troppo

prendendos­i licenze da trepunti che non gli appartengo­no, dall’altra parte Bentil è, se possibile, ancora più disastroso. E gli azzurri sotto gli occhi del nuovo c.t. Pozzecco, che ancora officia come assistente di Milano, fanno poco per prendersi la scena. Il punteggio procede a singhiozzo con percentual­i da campetto bagnato. Alla prima sirena è un 1013 da minibasket. Ma il peggio arriva nel secondo quarto: tutti sbagliano di tutto, nessuno fa la giocata giusta, Teodosic e Rodriguez sono quasi anestetizz­ati dal contesto tecnico di basso livello. Milano rema davanti perché riesce a giocare più possessi. Nel frullatore dei cambi, a turno Scariolo e

Catarsi L’avvio di ripresa è tutto di Milano che cambia decisament­e spartito e trova la sua catarsi offensiva andando a segno con più continuità. Decolla Shields con altri 6 punti sfuggendo a Weems, anche lui in catalessi, e Hines abusa di Jaiteh, completame­nte fuori partita, quasi ipnotizzat­o dal vecchio rivale. Adesso Rodriguez alza i giri del motore e manda a segno i compagni. Bologna è ferma, Milano vola sul +13 con una stoccata di Datome dall’angolo. A questi ritmi il vantaggio esterno è un’ipoteca pesante sul successo. E infatti basta a Milano per scattare sull’1-0 e aprire un conto con la fiducia. Bologna ora deve resettare: Belinelli, Shengelia, Weems e Jaiteh così spenti non si possono regalare a nessuno.

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CIAMILLO Il migliore Shavon Shields, 28 anni, contro Jakarr Sampson, 29

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