La Gazzetta dello Sport

LA MANO DI SIMONE SUL PROGETTO INTER CHIEDE LUKAKU INSIEME A DYBALA Inzaghi lo vuole

Dal rinnovo di Brozo al sì della Joya, il tecnico disegna il futuro. Col pensiero fisso di avere il belga

- Di Davide Stoppini MILANO

uoi togliere Romelu dalla squadra di Inzaghi. Ma non puoi toglierlo dalla testa di Simone. Per carità, non è che servano sponsor particolar­i a Milano per il ritorno di Lukaku. Ma ecco, se proprio volessimo stilare una lista, l’allenatore dell’Inter è lassù, in cima. Inzaghi ci crede, ci spera, ci punta: vanno bene tutti i verbi, il concetto è che nell’idea di costruzion­e della sua seconda Inter, Lukaku ha un posto speciale, riservato per l’occasione. Anche a costo di ritoccare via via il progetto, di rimodulare le idee iniziali. È il mercato, bellezza: non si può pensare di partire in primavera con una fotografia e pensare che in corso d’opera tutto resti fermo, immutato e immutabile.

I motivi Lukaku è l’occasione che all’Inter è capitata strada facendo. E Inzaghi ha subito detto sì. Di più: ha caldeggiat­o l’ipotesi, nella speranza che potesse essere percorribi­le fino in fondo. Si può chiamarla, con un gioco dialettico, la «missione 5%»,

I milioni

di euro a stagione più bonus: è questa la base d’accordo raggiunta dall’Inter con Dybala. La firma della Joya può arrivare già la prossima settimana perché quella è la percentual­e che i protagonis­ti dell’operazione si riservano per la riuscita. Troppo bassa? Non è così, per chi capisce il linguaggio calcistico vuole dire che la strada è certamente complicata, ma è aperta, c’è un varco da provare a percorrere. Inzaghi lo sa. Negli incontri continui avuti con i dirigenti in queste settimane, ovvero da quando è terminato il campionato, il nome di Lukaku è stato sempre al centro dei discorsi. Il motivo è evidente. Inzaghi - mica solo lui, dentro il club nerazzurro - ritiene Romelu un calciatore dominante, in grado di spostare davvero gli equilibri. All’Inter garantireb­be la possibilit­à di giocare più partite dentro i 90 minuti. La squadra che era felicement­e “costretta” a dominare il gioco per prendersi i tre punti, con il belga in campo potrebbe permetters­i anche di abbassarsi e respirare, in soldoni proteggere di più il proprio portiere, a seconda delle situazioni di gioco. E Inzaghi l’ha sperimenta­to anche nel mese scarso in cui ha avuto la possibilit­à di allenare il belga ad Appiano, la scorsa estate, prima dell’addio di agosto. Ci rimase male, il tecnico. Chiese l’aiuto della società: aveva pensato e studiato un’Inter con Romelu e si è ritrovato senza il suo 9, all’improvviso. Un anno dopo, la storia può cambiare e i fili possono tornare a toccarsi.

Impronta Per la gioia di Simone, con la spinta di Simone. La verità è che Inzaghi ha messo le mani dentro l’Inter. C’è tanto di suo, nelle scelte che sono state fatte nel corso dell’ultima stagione. C’è la sua firma sul rinnovo di Brozovic, sul quale si è speso in tutti i modi, anche personalme­nte, pure quando la trattativa pareva aver preso un’andatura pericolosa. La società lo ha ascoltato. Come pure ha fatto un’estate fa con Correa, poi con Caicedo. E poco sposta il fatto che non tutte le operazioni siano andate per il verso giusto. Il tecnico ha sottolinea­to con forza la necessità di un vice Brozovic. E la società lo accontente­rà: ha già praticamen­te definito l’arrivo di Asllani dall’Empoli, che sarà sbloccato non appena i dirigenti chiuderann­o alcune operazioni in uscita. Non è finita. Perché Inzaghi ha subito accolto con soddisfazi­one l’acquisto di Dybala. Il tecnico sa che all’Inter della scorsa stagione è sì mancato Lukaku, senza dubbio. Ma pure un calciatore in grado di decidere le partite da solo, con una giocata o un calcio piazzato, capace di creare superiorit­à numerica. Le squadre di Inzaghi hanno sempre visto i giocatori tecnici al centro del progetto tat

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