Albertini sicuro: «Al club serve una bandiera È il nome giusto»
Il grande ex: «Blindare Tonali è fondamentale per il futuro Per gli altri deciderà il budget...»
Marco Fallisi
«Bandiera non si nasce ma si diventa, anche se da qualche punto bisogna pur cominciare e il punto di partenza che il Milan targato RedBird sta pianificando è quello giusto». Parola di Demetrio Albertini, uno che bandiera del Milan lo è stato per davvero: 13 dei 17 anni di carriera vissuti in rossonero, vincendo di tutto, dagli scudetti alle Coppe Campioni/Champions e Intercontinentali.
3Tonali sarà la prossima bandiera del Milan?
«Età, senso di appartenenza, spirito da trascinatore, rappresentante del blocco italiano in squadra: Sandro ha tutto per diventare una bandiera del club, lo dico da quando è arrivato al Milan e faceva fatica... Bisogna ricordare però che adesso è tutto nelle sue mani: giustissimo che la nuova proprietà decida di farne un pilastro, un giocatore come Tonali è fondamentale per costruire le basi del Milan del futuro, ma spetterà a lui raccogliere la sfida e alimentarla nel tempo».
3È troppo presto per immaginarlo come un simbolo a lungo termine?
«C’è un tempo per tutto. Tonali ha compiuto 22 anni a maggio, deve avere il tempo di vivere tutte le tappe senza forzare: oggi è un protagonista della squadra campione d’Italia, domani diventerà un leader, poi un senatore. E a quel punto potremo parlare davvero di bandiera».
Demetrio Albertini 3Il Milan presto discuterà con lui un adeguamento dell’ingaggio: giusto premiarlo adesso? «Se guardiamo alla stagione appena conclusa, direi che è normale: Tonali ha vissuto un’annata strepitosa. Se parliamo più in generale, penso che i contratti vadano rispettati, che non possano essere aggiustati anno dopo anno. Nella storia di Sandro al Milan però c’è stato il gesto di tagliarsi lo stipendio pur di rimanere: è una anomalia positiva, una rarità che abbiamo visto pochissime altre volte nel mondo del calcio, ed è giusto che il club glielo riconosca in qualche modo».
3Blindare
i big per evitare gli addii a parametro zero: la convince la linea Cardinale?
«È senz’altro un ottimo punto di partenza per un progetto vincente negli anni. Io però parlo da osservatore, non ho mai fatto mercato e so bene che nelle trattative per i rinnovi entrano in gioco altre valutazioni. Oggi non è semplice scongiurare di avvicinarsi a una scadenza di contratto senza qualche “brivido”...».
Il gesto di tagliarsi lo stipendio è una rarità che va premiata: corretto ridiscutere il contratto
Quale sarà l’ostacolo principale per i prossimi rinnovi in agenda?
«Un giocatore che vince lo scudetto vede aumentare il proprio valore e di conseguenza crescono i suoi interessi in fase di trattativa. Alla fine è una questione di budget: quanto investirà la nuova proprietà sui rinnovi contrattuali?».
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