La Gazzetta dello Sport

Roma, addio al C’È IL VIA LIBERA DELLA CONSOB L’ULTIMO SPRINT MILIONARIO DEI FRIEDKIN

Le azioni gialloross­e dall’entrata in Borsa Una scalata da 27 milioni per arrivare entro l’8 luglio al 95% delle azioni Ecco perché il club ha scelto di uscire

- Massimo Cecchini ROMA VERSO LA SVOLTA

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Si può entrare nel futuro anche prendendo la porta e andando via. È quello che intende fare la Roma in relazione alla Borsa, da dove intende uscire al più presto. La famiglia Friedkin, come in tutto quello che fa, appare molto determinat­a, tant’è vero che è già la seconda volta che prova questo tipo di operazione, il “delisting”, che comporta risparmi di tempo e denaro che più utilmente potrebbero essere investiti nel “core business” calcistico. Nel novembre 2020, però, il tentativo dette frutti magri, visto che – partendo dall’86% circa - solo l’1,6% delle azioni era passato di mano. Troppo poco per giungere alla soglia del 95% che occorre per avviare le procedure per l’uscita dalla Borsa.

Fino a 27 milioni Al netto della filosofia che c’è dietro l’opportunit­à o meno di quotare le società italiane a Piazza Affari,

di sicuro il piccolo azionista che detiene il proprio pacchettin­o non vuole certo speculare, ma sentirsi parte di un mondo che sente anche suo dal punto di vista sentimenta­le. Se si pensa che il 23 maggio 2000, quando entrò in Borsa, un’azione della Roma valeva 5,5 euro, mentre ieri alla chiusura del listino era a circa 0,42 euro. Insomma, l’azionariat­o diffuso ragiona col cuore e non col portafogli­o. Proprio per questo la Roma, per cercare di convincere quelli che non vorrebbero separarsi dal proprio pacchettin­o, oltre a pagare ha promosso delle operazioni di fidelizzaz­ione che faccia restare questi “super tifosi” in qualche modo speciali. In ogni caso, dall’11 maggio i proprietar­i statuniten­si stanno acquistand­o capitale flottante. Nelle 15 acquisizio­ni fatte finora hanno già rastrellat­o 18.755.838 azioni, investendo 7.980,934,94 euro, ma questa è solo la prima parte della operazione, che può far salire i Friedkin a non più del 90%. Infatti, dopo avere da giorni inoltrato tutta la documentaz­ione richiesta alla Consob, proprio ieri è arrivato il via libera da parte dell’organo di controllo della Borsa. Questo consentirà di salire fino alla fatidica quota del 95% e avviare l’uscita dalla Borsa vera e propria. Per farlo, i proprietar­i del club sono pronti a investire fino a 27 milioni, ma tutto questo libererà la Roma da una serie di vincoli che chi è quotato in Piazza Affari deve avere, consentend­o in prospettiv­a una serie di risparmi di scala. La quotazione, infatti, comporta obblighi e controlli che drenano uomini, risorse e soprattutt­o tempo, che la società vuole assai più utilmente utilizzare per il rafforzame­nto della società.il messaggio che arriva dalla dirigenza è chiaro: per un club calcistico italiano, con tutti i limiti a cui deve far fronte, restare in Borsa è anacronist­ico, perché non procura alcun tipo di vantaggio.

Aumenti di capitale

Impression­i? Ora che anche i risultati del campo stanno dando ragione ai magnati americani sulla bontà delle loro strategie, non deve passare in secondo piano quanto denaro finora abbiano immesso nella società ancor prima del nuovo tentativo di “delisting”. Oltre ai 199 milioni per l’acquisizio­ne, infatti, per la gestione del club i Friedkin hanno investito 370 milioni in appena 22 mesi (di media, quasi 17 milioni al mese), concludend­o virtualmen­te con mesi di anticipo, rispetto al 31 dicembre previsto, quella ricapitali­zzazione di 460 milioni iniziata dalla cordata dell’ex presidente Pallotta. Ma i nuovi proprietar­i non si fermeranno qui perché, per sistemare i conti ancora traballant­i – a fine mese le perdite saranno oltre i 150 milioni – sono già pronti a cominciare un nuovo aumento di capitale già il prossimo anno, dando ancora maggiore solidità alla struttura societaria. Quello che serve per sostenere le ambizioni di José Mourinho e di loro stessi. Non è un caso che, nella notte della vittoria della Conference, a chi era loro vicino i Friedkin abbiano detto: «Siamo convinti che la Roma possa crescere ancora e arrivare presto ai massimi livelli». L’addio alla Borsa e la costruzion­e del nuovo stadio, perciò, potrebbe rendere tutto più facile. Proprio per questo gli addii – a Piazza Affari come all’Olimpico – a volte possono servire per crescere.

Mese di fuoco In circa 20 giorni la proprietà ha già fatto 15 acquisizio­ni spendendo finora 8 milioni

Il precedente Già nel novembre 2020 si era tentata l’uscita, però la quota raggiunta è stata dell’87%

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Terminati i vantaggi degli ingressi di capitale, il “delisting” comporterà sensibili risparmi gestionali, meno vincoli operativi e tempi decisional­i più rapidi

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 ?? ?? La Borsa e il trionfo Sopra nel grafico l’andamento del titolo della Roma dal collocamen­to del 2000 ad oggi. E l’immagine della felicità dei Friedkin (Dan e il figlio Ryan) e di capitan Pellegrini dopo la vittoria in Conference
La Borsa e il trionfo Sopra nel grafico l’andamento del titolo della Roma dal collocamen­to del 2000 ad oggi. E l’immagine della felicità dei Friedkin (Dan e il figlio Ryan) e di capitan Pellegrini dopo la vittoria in Conference
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Josè Mourinho alza la coppa della Conference League. La Roma l’ha conquistat­a il 25 maggio battendo in finale (1-0 a Tirana) gli olandesi del Feyenoord AFP
Il primo trofeo dell’era Usa Josè Mourinho alza la coppa della Conference League. La Roma l’ha conquistat­a il 25 maggio battendo in finale (1-0 a Tirana) gli olandesi del Feyenoord AFP

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