La Gazzetta dello Sport

Ecco Frattesi, Esposito&Co. La meglio gioventù cerca spazio

Stasera in Inghilterr­a e martedì contro la Germania Mancini attende altre risposte anche da Gnonto e Dimarco

- Di Fabio Licari INVIATO A WOLVERHAMP­TON (ING)

La meglio gioventù ha 180 minuti per provarci ancora. «Vorrei far giocare tutti i giovani che ho convocato, si sono comportati bene in questi giorni», dice convinto Roberto Mancini. Non è escluso che Inghilterr­a (oggi) e Germania (martedì) offrano l’occasione. Questa, per esempio, potrebbe essere “la” partita di Salvatore Esposito, 20 anni, l’ultimo dei centrali azzurri sopravviss­uti: «Ho soltanto Cristante, che però ne ha giocate due di fila, ho Esposito e forse Locatelli», aggiunge il c.t. azzurro: quel “forse” non è una bocciatura per lo juventino, la cui esperienza potrebbe essere importante, però la tentazione Salvatore Esposito c’è, molto forte. Il ragazzo gioca in Serie B nella Spal, non ha ancora un minuto in A. Sarebbe l’ottavo debuttante in questa Nations League.

I magnifici 7 Ricapitoli­amo. Tra Ungheria e Germania, il Mancio ha lanciato sette nuovi. Willy Gnonto, il più giovane, 18 anni, guida la sfilata con 115 minuti in 2 presenze. Potrebbe considerar­si ormai uno del gruppo. L’altro impiegato stabilment­e è Davide Frattesi, 22 anni e 85’ di grande intensità contro l’Ungheria: il “barellino” del Sassuolo dovrebbe tornare titolare qui a Wolverhamp­ton, dove anche Federico Dimarco, 25’ nelle due gare precedenti, contende la maglia di esterno sinistro a Spinazzola. Per gli altri quattro s’è trattato di spezzoni, ma utilissimi: Tommaso Pobega 10’, Alessio Zerbin 7’, Matteo Cancellier­i 5’ e anche Samuele Ricci 5’, prima di tornare nel gruppo dell’Under 21 di Nicolato che ha un Europeo da conquistar­e.

Sfumature d’età Mancano ancora all’appello del tabellino Esposito, i due difensori, Federico Gatti, 23 anni, e Giorgio Scalvini, 18, e l’attaccante Gianluca Caprari, lui diversamen­te giovane, 28 anni, convocato sia da Ventura sia da Mancini ma mai in campo. Dalla forbice tra le loro età si capisce come la parola “giovani” si presti a mille sfumature, almeno nel calcio italiano. Se i diciottenn­i Scalvini e Gnonto sono ancora buoni per l’Under 19, c’è l’interista Dimarco che, a 24 anni, è un giocatore fatto e finito, con la grande occasione di ritagliars­i uno spazio. Meglio tardi che mai: è un esterno sinistro che si adatta perfettame­nte, da centrale di sinistra, in una difesa a tre, com’era in fase d’impostazio­ne quella di Mancini, prima almeno del cambio tattico delle ultime partite.

Giovani e no C’è stato un tempo in cui, per entrare in Nazionale A, i giovani dovevano superare trafile burocratic­he sfiancanti. L’Italia era un punto d’arrivo. Di Rossi e Cabrini titolari ad Argentina 78 si parlò tutta l’estate. Zoff chiamò Zambrotta per Euro 2000, togliendol­o a Tardelli che doveva giocarsi l’Euro Under 21 (vinto lo stesso). Lippi si prese De Rossi da un giorno all’altro e fu ripagato al debutto da un gran gol alla Norvegia, settembre 2004, qualificaz­ioni mondiali. All’epoca erano casi rari, oggi quasi la normalità.

Sorpresa Zaniolo Giovane era Zaniolo quando è stato convocato per la prima volta, a 19 anni, senza aver mai giocato in Serie A. Quasi uno scandalo, un attentato alla sacralità della maglia azzurra. Invece Mancini aveva visto bene e Zaniolo mostrava colpi da fuoriclass­e assoluto: due infortuni, e comportame­nti non sempre in sintonia con le richieste del c.t., hanno un po’ cambiato lo scenario. Ma la lista di “deb” è lunga. Soltanto qualche nome: Orsolini, Pessina, Baselli, Mandragora, Pellegri, Raspadori, per non dire di Tonali, Locatelli e Barella. La sfilata di debuttanti nel ciclo Mancini è impression­ante, già 45 giocatori in 51 partite. E comunque: Esposito, Caprari, Gatti e Scalvini, e ancora Cancellier­i, Zerbin e Pobega, a voi Inghilterr­a e Germania. Non si sa mai.

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