La Gazzetta dello Sport

Accordo con la squadra che nel 2021 è stata guidata da un altro italiano, Farioli In casa gioca all’Olimpico di Istanbul: lì Andrea col Milan perse la Champions 2005

- Sebastiano Vernazza MILANO

ifficile a credersi, ma così è. Andrea Pirlo ha trovato l’accordo con il Karagümrük, una piccola squadra di Istanbul, piazzatasi all’ottavo posto nell’ultima Super Lig, la Serie A della Turchia. Un piccolo club di un Paese calcistica­mente in crescita, però lontano dai “big five”, i cinque maggiori campionati europei. Contratto di un solo anno, con scadenza 30 giugno 2023, ed è un dettaglio che lascia perplessi perché di solito gli allenatori si tutelano con un biennale. Pirlo ha compiuto una scelta coraggiosa e rischiosa, il Karagümrük non può garantirgl­i rinforzi da Champions League. Dovrà arrangiars­i con giocatori giovani e con altri più esperti, nessun fuoriclass­e. In Turchia sono perplessi quanto in Italia, stupisce il fatto che il Maestro passi dalla Juve – il suo ultimo domicilio prima della stagione “sabbatica” – al Karagümrük, società di Vefa, un quartiere della metropoli turca. Curiosità: i colori sociali sono il rosso e il nero, come il Milan, in cui Pirlo ha vinto due Champions.

Il predecesso­re italiano

Nel 2021, tra marzo e dicembre, il Karagümrük è stato allenato da un altro italiano, Francesco Farioli, ex vice all’Alanyaspor sempre in Turchia ed ex allenatore dei portieri di De Zerbi al Benevento e al Sassuolo. Farioli ha rescisso il contratto prima di Natale per ritornare da tecnico in prima all’Alanyaspor, dove ha chiuso al quinto posto. Al Karagümrük giudicavan­o troppo offensivo il suo calcio, Pirlo faccia attenzione. Farioli, sostituito dal turco Volkan Demirel, aveva in rosa diversi italiani: il portiere Viviano, il difensore Biraschi in prestito dal Genoa, l’attaccante Borini ex Milan. In più c’erano l’argentino Biglia ex Lazio e Milan, l’ex interista Karamoh in prestito dal Parma e Zukanovic, ex di Genoa, Samp, Chievo e Roma. Biglia non lavorerà con Pirlo, ha appena firmato con il Basaksehir, sempre a Istanbul.

Il presidente Il Karagümrük appartiene a Süleyman Hurma, 57enne uomo di calcio. Non è un magnate né un industrial­e. Si narra che all’inizio degli anni Novanta lavorasse in un’agenzia di viaggi di proprietà dell’allora presidente del Trabzonspo­r e che un bel giorno sia stato promosso a direttore sportivo della squadra di Trabzon, l’antica Trebisonda. Lì è cominciata la sua scalata al calcio turco. Hurma ha preso il patentino di allenatore, ma non ha esercitato il mestiere, se non in qualche sporadica occasione. Ha lavorato come dirigente nel Samsuspor e nel Kayserispo­r. Ha collaborat­o come opinionist­a con il giornale Türkiye. Un tipo poliedrico, che con il calcio si è arricchito al punto di acquistare il 71 per cento delle quote del Karagümrük nel 2018. Ha rilevato la società in terza divisione e nel giro di due stagioni l’ha portata in Super Lig. Hurma sa muoversi nei meandri del pallone turco, ma, per fare un paragone, Murat Sancak, il proprietar­io dell’Adana Demirspor, la squadra turca allenata da Vincenzo Montella, è molto più facoltoso.

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Lo stadio Il Karagümrük gioca nello stadio Olimpico di Istanbul, intitolato ad Ataturk, il padre della patria turca. Un impianto da quasi 80mila spettatori che resta desolatame­nte semi-vuoto per le partite del Karagümrük. Tra il quartiere Vefa di Istanbul, dove sono concentrat­i tifosi della squadra, e l’Ataturk corrono 25 chilometri, e non tutti hanno voglia di sobbarcars­i il viaggio. Così il Karagümrük fa registrare poche migliaia di spettatori a gara e l’effetto deserto è frequente. La squadra non ha un centro sportivo e si allena allo stadio di Vefa, non idoneo per la Super Lig. Andrea Pirlo conosce bene l’Olimpico di Istanbul, la sua nuova casa, perché lì ha giocato e perso la finale di Champions League del 2005, contro il Liverpool. Da 3-0 a 3-3 e poi, alla roulette dei rigori, il 3-2 per i Reds. Pirlo fallì il suo tiro dal dischetto, secondo della serie milanista. Tra l’altro a Istanbul si dice che l’Olimpico sia uno stadio ostile al bel gioco per via del vento forte che spira da Nord a Sud, senza tregua. E si fa notare come si segni di più nella porta a Sud. In effetti i 6 gol di Milan-Liverpool 2005 vennero realizzati tutti lì. Leggende metropolit­ane, forse sì e forse no. Buona fortuna a Pirlo.

(ha collaborat­o Selcuk Manav)

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