«Ora Monza al top»
Il presidente del club brianzolo «Questo ruolo mi ha restituito un calcio che mi mancava, il numero uno è mio fratello»
i sono i piccoli particolari. Per esempio due braccialetti biancorossi e uno rossonero, portati al polso destro. Vecchi e nuovi amori. E ci sono anche i macro particolari. Per esempio una scritta a caratteri cubitali – ottenuta con un sapiente lavoro di giardinaggio – su uno dei prati della villa: “Monza A”. Paolo Berlusconi ci accompagna per la tenuta — Vaprio d’Adda, confine tra le province di Milano e Bergamo –, che si distende su dieci ettari di parco con maneggio, arnie, alpaca, capre, daini, pavoni e ibis. «Mi rilassa passeggiare qui», ed è quel relax col sorriso tipico di chi ha appena vissuto emozioni intense e profumate di buono. Da presidente del Monza ed ex vicepresidente del Milan, non avrebbe potuto esserci un maggio più entusiasmante.
Promozione da una parte, scudetto dall’altra. Come definirla, se non l’annata perfetta.
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«Perfetta, ma con una conclusione al cardiopalmo perché fino all’ultimo sia il Milan sia il Monza non avevano raggiunto l’obiettivo».
E suo fratello come ha vissuto questa stagione?
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«Si sentiva un orfano del calcio, per lui è stato riempire un vuoto importante. Peccato non avere ancora l’Edilnord, sarebbe stato il nostro triplete».
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A lei che cosa dà questo ruolo? ha restituito un calcio che mi mancava, ma il numero uno resta Silvio. Il Monza, come è stato il Milan, significa Silvio Berlusconi col suo fedelissimo Galliani. Un’accoppiata vincente sul campo e affiatatissima fuori. E’ un rapporto molto bello: Galliani esiste perché esiste Berlusconi, e viceversa».
3Prima raccontava di suo fratello che era orfano del calcio: voi vi considerate orfani del Milan? Nostalgia?
«Più che nostalgici siamo orgogliosi di averlo portato sul tetto del mondo. C’è però anche la consapevolezza che a certi livelli una proprietà familiare ha poco senso e quindi di aver fatto la scelta giusta. Ma ammetto che con Silvio parlo di Milan tutte le settimane».
3Suo fratello ha anche detto: «Io e Galliani dovremmo tornare al Milan e ricominciare a vincere». Ci spiega meglio?
«Era una battuta, in termini pratici non sta in piedi ovviamente. Ricordiamoci che viviamo in Italia e si è portati a pensare male. Abbiamo una certa magistratura convinta da sempre che abbiamo venduto il Milan a noi stessi».
Rapporti. Come definirebbe il suo con Silvio?
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«Di amore assoluto. Ci sentiamo tutti i giorni, un rapporto difficile da spiegare».
3Il Milan ha vissuto tre cambi di proprietà negli ultimi cinque anni: che cosa significa?
«Abbiamo questo grande mistero di Li Yonghong che io addebito al governo cinese: prima hanno aperto i rubinetti e poi li hanno chiusi. Ha perso tanti soldi ed è stata la vittima sacrificale di quel sistema. Ora c’è RedBird,
Cardinale vuole valorizzare di più il Milan e questo mi piace».
3Elliott che resta nel capitale azionario dovrebbe garantire la continuità.
«Tre volte chapeau a Elliott, Maldini e Massara. Sono riusciti a fare scelte vincenti in una situazione di grande attenzione sui conti, e contro le previsioni di tutti. Ho visto che Maldini si è sfogato: è una persona sincera, e se in quel momento pensava quello ha fatto bene a esternarlo. È convenienza di tutti andare avanti con Paolo».
3Il Milan ha meritato lo scudetto?
«Certamente. Pioli ha trovato un equilibrio assoluto ed è stata la squadra più danneggiata a livello arbitrale. Avrebbe dovuto vincere il campionato con un paio di giornate di anticipo. Il vero fuoriclasse è l’allenatore. Quando Stroppa sarà stanco di allenare il Monza, penseremo a lui…».
3Un desiderio: chi prenderebbe dal Milan per il Monza? «Leao, è un misto tra gazzella e pantera».
Capitolo stadio: il Milan destinato a lasciare San Siro che cosa significa per lei?
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«Una fitta al cuore inevitabile, per tutti i trionfi vissuti, ma l’impianto di proprietà è un asset imprescindibile. Ora però si pone la questione stadio anche per il Monza. Nella prossima stagione dovremmo arrivare a 15 mila posti, i lavori avverranno gradualmente perché non abbiamo stadi alternativi. E a breve avremo il piacere di vedere intitolato a nostro padre Luigi il centro di Monzello. Questo anche per significare che la nostra presenza non è un mordi e fuggi. Ora dob«Mi biamo dare stabilità, il prossimo obiettivo è la parte sinistra della classifica».
3Budget per il mercato?
«Un budget di buon senso, senza follie, che garantisca una squadra in una posizione tranquilla».
3È spuntato il nome di Ibra… «Lui con noi ha un rapporto veramente speciale, cosa che ha trasferito anche in un Milan dove non c’è più Berlusconi. Sarebbe un grande motivatore, ma intendo più a bordo campo».
3 La pista Balotelli merita di essere monitorata?
«Penso di no. Con Mario c’è un ottimo rapporto, ma l’esperienza scorsa non è stata tale da farci pensare che sia riproponibile. Noi dobbiamo gettare le basi per un Monza che diventi il Sassuolo o l’Atalanta della situazione. Sono questi i nostri modelli».
L’acquisto dei miei sogni: Leao, un misto tra gazzella e pantera
3Come immagina il primo incrocio tra Monza e Milan?
«Una partita da cui la famiglia Berlusconi, Galliani compreso, uscirebbe vincitrice a prescindere dal risultato».
Obiettivi? Prima la stabilità, poi la parte sinistra della classifica
Vicinanza geografica, la famiglia Berlusconi come fil rouge: ritiene possibile qualche tipo di partnership tra Monza e Milan?
3 «Se c’è possibilità di sinergia fra due squadre, queste sono sicuramente Monza e Milan. Poi sta alla nostra fantasia trovare le modalità per rendere operativa questa collaborazione. Per cominciare, torneremo a coinvolgere il Milan nel Trofeo Berlusconi».
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