Cessione della società: Cerchione lascia il cda e si rivolge al tribunale Elliott: «Nessun timore»
Il nuovo Milan di RedBird e Elliott rischia di giocare la sua prima partita ufficiale in tribunale. Salvatore Cerchione, uno dei due fondatori del fondo Blue Skye, proprietario del 4,27% di Project Redblack, la società che controlla il Milan, ieri si è dimesso dal consiglio di amministrazione del club rossonero, in aperta polemica con Elliott. Soprattutto, Blue Skye ha avviato due cause contro Elliott al Tribunale del Lussemburgo. Nella prima si contesta la cessione del Milan, nella seconda la rimozione di Giovanni Caslini, uomo di Blue Skye, dal board della società Rossoneri Sport Investment. Cerchione e Blue Skye ritengono che Elliott non avrebbe potuto vendere il Milan a RedBird senza un assenso all’unanimità di Project Redblack, società che ha in pegno il Milan dai giorni della proprietà di Li Yonghong. Assenso che invece a Blue Skye non sarebbe stato chiesto. Elliott invece, secondo quanto riportato dall’Ansa, non è «in alcun modo preoccupato dalla posizione di Blue Skye». La larga maggioranza e le molte battaglie legali vinte in passato, evidentemente, danno sicurezza. Normali schermaglie in un confronto tra soci decisamente aspro, anticipato nella notte tra venerdì e sabato da una dichiarazione di Cerchione, che al Financial Times ha parlato di «opacità del processo di cessione». Queste le sue parole: «Siamo confusi sui reali motivi dietro la cessione del club, specialmente con un futuro così luminoso all’orizzonte». Da capire invece il ruolo di Arena Investors, asset manager istituzionale che avrebbe investito il capitale per il 4,27% di Project Redblack.
Il tema centrale Cerchione nella lettera di dimissioni al cda parla di «anomale caratteristiche della cosidetta operazione di ‘vendita’ a RedBird» e chiama in causa la gestione di Elliott citando l’articolo 2497 del codice civile e un articolo delle Norme Organizzative Interne della Figc, il numero 84. Naturale che questo riporti all’attualità il tema dei rapporti tra Elliott e RedBird – una partnership a tutti gli effetti - e la centralità di Elliott nel futuro del Milan. Elliott, come noto da giorni, si è accordato con RedBird per una cessione con valutazione del Milan pari a 1,2 miliardi di euro, ha finanziato il compratore con un prestito – secondo Il Sole 24 Ore e Financial Times pari a 600 milioni, secondo fonti vicine a Elliott di una cifra molto inferiore – e resterà nel club rossonero come socio di minoranza, con alcuni rappresentanti nel cda. Inoltre, le indiscrezioni sulla possibilità che Paolo Scaroni resti presidente anche con la nuova gestione sono diffuse. In questa battaglia legale, la gestione quotidiana del Milan (ieri il cda che ha espresso gradimento all’operazione Elliott-RedBird), tra calciomercato e preparazione della stagione, non sembra dover essere influenzata: al raduno, in fondo, mancano una ventina di giorni. Ai tifosi, un po’ smarriti dai tecnicismi da avvocati, non resta che aspettare la pronuncia del tribunale lussemburghese, a meno di un accordo tra Elliott e Blue Skye che - considerato il clima attuale tra soci - appare improbabile.
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