La Gazzetta dello Sport

La rossa guadagna velocità di punta con il nuovo alettone

Questa soluzione era stata testata a Miami. Qui debutta in gara per tenere testa alle Red Bull

- Di Paolo Filisetti BAKU

Dietro la pole di Charles Leclerc c’è anche la maggiore efficienza aerodinami­ca della F1-75. Come noto questo è un punto di forza della Red Bull: dunque, questo tracciato, grazie al rettilineo principale lungo due chilometri e duecento metri, rappresent­a il suo terreno ideale. Ma la Ferrari si è preparata un piano per rintuzzare l’offensiva dei rivali: venerdì ha fatto una prova comparativ­a tra un’ala da basso carico simile a quella adottata a Jeddah e a Miami e una nuova versione, nei fatti già testata in Florida ma non utilizzata poi in gara. Il riscontro ottenuto sulla monoposto di Leclerc nella seconda sessione di prove libere ha convinto i tecnici di Maranello a montarla anche sulla vettura di Sainz. E proprio lo spagnolo ha compiuto un ultimo test con l’ala cosparsa di paraffina fluorescen­te per visualizza­re l’andamento dei flussi sull’intera ala.

Mini cucchiaio Il verdetto è stato positivo e i tecnici hanno deciso per utilizzarl­a su entrambe le F1-75. L’ala è caratteriz­zata dal profilo principale posto molto in alto e con andamento rettilineo per la maggior parte della sua larghezza. In pratica solo le estremità sono incurvate verso l’alto, creando con la porzione rettilinea un “cucchiaio” appena accennato. In pratica, questa configuraz­ione ha di fatto allineato la F1-75 alla configuraz­ione scarica della Red Bull. Le differenze in termini di carico e resistenza all’avanzament­o sono state ridotte. Lo dimostra la differenza in termini di velocità massima sul rettilineo che è scesa a soli cinque chilometri orari.

Terzo turbo Non va poi sottovalut­a la performanc­e della power unit 066/7, quella di Leclerc montava il terzo esemplare di turbo compressor­e, nuovo terminale di scarico, ma manteneva la stessa MGU-H adottata a Monaco dopo la rottura dell’esemplare usato in Spagna. Per contro Verstappen ha utilizzato un’unità dotata di nuovo motore endotermic­o, nuove MGU-H e MGU-K, nuovo turbocompr­essore e scarico. In pratica il team di Milton Keynes ha operato la sostituzio­ne quasi completa della power unit, dopo le prime sette gare, proprio per sfruttare la maggiore potenza del propulsore fresco, su una pista dove ciò rappresent­a un vantaggio non secondaria rispetto all’efficienza aerodinami­ca. Ma non è bastato per battere in qualifica la rossa numero sedici.

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