L’esame farsa a Perugia per avere la cittadinanza
La frase che probabilmente nessuno dimenticherà mai di quell’esame farsa sostenuto a Perugia nell’estate del 2020 è «bambino porta cocumella», dove cocumella sta per cocomero. Luis Suarez è stato suo malgrado protagonista di un video che ha fatto il giro del mondo, quello della prova sostenuta il 17 settembre 2020 all’Università per Stranieri in un italiano un po’ maccheronico per avere la cittadinanza che serviva per essere tesserato dalla Juventus. In realtà il club bianconero a quell’epoca lo aveva già mollato, perché non potendolo scritturare come extracomunitario aveva capito che non c’erano i tempi tecnici per ottenere tutta la documentazione necessaria, ma il calciatore ha voluto proseguire lo stesso l’iter (come da lui confermato in sede di interrogatorio). La vicenda è diventata il centro di un’indagine della Procura di Perugia, che fece installare una telecamera nascosta in giorno del test.
Quattro indagati L’inchiesta sulla prova farsa si è conclusa con le accuse di falso ideologico e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Tra gli indagati (quattro in totale) c’è anche uno dei legali della Juventus, Maria Turco, accusata di essere stata «concorrente morale e istigatrice», mentre il procedimento relativo a Fabio Paratici, all’epoca capo dell’area sportiva bianconera, indagato per false informazioni in fase di indagine sull’esame del calciatore, è stato sospeso. Archiviata l’inchiesta della Procura della Figc, per la quale «non sono emersi elementi sufficienti per ritenere provate condotte illecite rilevanti nell’ambito dell’ordinamento federale sportivo di dirigenti o comunque tesserati». Suarez ai pm aveva raccontato di aver ricevuto un pdf da uno dei professori via mail, con la richiesta di studiarlo bene perché poteva essere chiesto il giorno dell’esame.