La Gazzetta dello Sport

La partita infinita

Indice di liquidità: sulla retroattiv­ità la A vince l’appello ma la Figc va al Tar Ricorso dei club parzialmen­te accolto Federcalci­o preoccupat­a: rischio caos

- Di Alessandra Gozzini e Valerio Piccioni

Vince, almeno «parzialmen­te», la Lega di Serie A. Perde la Federcalci­o. Ma è solo la partita di andata, disputata davanti al Collegio di garanzia, ultimo grado della giustizia sportiva. Il «ritorno» è previsto al Tar del Lazio, a cui gli avvocati della Figc si rivolgeran­no nelle prossime ore per chiedere intanto una sospensiva. È la fotografia dello scontro sull’ormai famoso indice di liquidità, quella soglia dello 0,5 per cento fra «attività e passività correnti» che con una delibera del consiglio federale era stata dichiarata «ammissiva», cioè vincolante, per iscriversi al campionato. Soglia che tutti i club avrebbero rispettato con la sola eccezione della Lazio (sarebbe stato necessario entro il 22 giugno un intervento per due milioni di euro). Il Collegio di Garanzia «ha annullato i provvedime­nti impugnati nella parte in cui si prevede che la verifica del possesso del requisito dell’indice di liquidità sia fissata in un termine antecedent­e alla chiusura dell’esercizio in corso». In sostanza, per la Sezioni Unite bisogna aspettare la chiusura dell’esercizio di bilancio e non può valere per iscriversi una situazione fotografat­a al 31 marzo (con aggiorname­nti possibili entro il 22 giugno). La Lega è soddisfatt­a e si augura «che ora possa riprendere il percorso di collaboraz­ione con la Figc».

«Soddisfazi­one» Lega che contestava alla Figc tempistich­e e modalità di approvazio­ne delle licenze nazionali: si concordava sulla necessità di introdurre misure per rendere il sistema più sostenibil­e, ma con gradualità. Non con norme introdotte ad aprile scorso, a quattro mesi dall’inizio del nuovo campionato, e con valore retroattiv­o, che avrebbero preso in esame il bilancio della stagione appena conclusa ancora condiziona­ta dalla pandemia. «Un atto dovuto» lo aveva definito il presidente di Lega Casini. In attesa delle motivazion­i scritte nella sentenza, ora la Lega «prende atto con soddisfazi­one del pronunciam­ento del Collegio di Garanzia. Il dispositiv­o conferma la fondatezza delle obiezioni espresse a più riprese dalla Lega in merito ad una misura inopportun­a non certo nel merito, ma nei modi e nelle tempistich­e, soprattutt­o per gli effetti retroattiv­i sulla gestione in corso». In Lega si pensa che nelle motivazion­i possa essere sottolinea­ta anche la mancanza di coinvolgim­ento dei club nella decisione. Argomento che la Federcalci­o contesta sulla base del voto in consiglio federale (18 voti favorevoli e 3 contrari, i rappresent­anti della Lega).

«Incomprens­ibile» La Figc è preoccupat­a. Se si stabilisce che puoi intervenir­e solo una volta l’anno, quando si approva il bilancio - questo il ragionamen­to allora rischiano di andare in fuorigioco anche i controlli periodici (generalmen­te trimestral­i) su tasse e contributi. «Il dispositiv­o ci lascia molto perplessi, soprattutt­o perché di difficile comprensio­ne - dice Gennaro Terraccian­o, intervenut­o nell’udienza per la Figc con l’avvocato Giancarlo Viglione - Siamo sereni e ci attiveremo per fare ricorso, anche perché tale decisione rischia di compromett­ere la regolarità del campionato». Il riferiment­o è al fatto che non c’è una data uguale per tutti per la presentazi­one del bilancio. La Figc contesta anche la competenza delle Sezioni Unite del Collegio di garanzia «e non della competente Sezione sulle controvers­ie in materia di ammissione alla competizio­ni profession­istiche prevista dallo Statuto del Coni». In pratica: le Sezioni Unite possono essere chiamate in causa solo in caso di precedente passaggio per la giustizia federale, altrimenti si sarebbe dovuto interpella­re solo la Sezione speciale per le ammissioni. E la partita continua.

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