La partita infinita
Indice di liquidità: sulla retroattività la A vince l’appello ma la Figc va al Tar Ricorso dei club parzialmente accolto Federcalcio preoccupata: rischio caos
Vince, almeno «parzialmente», la Lega di Serie A. Perde la Federcalcio. Ma è solo la partita di andata, disputata davanti al Collegio di garanzia, ultimo grado della giustizia sportiva. Il «ritorno» è previsto al Tar del Lazio, a cui gli avvocati della Figc si rivolgeranno nelle prossime ore per chiedere intanto una sospensiva. È la fotografia dello scontro sull’ormai famoso indice di liquidità, quella soglia dello 0,5 per cento fra «attività e passività correnti» che con una delibera del consiglio federale era stata dichiarata «ammissiva», cioè vincolante, per iscriversi al campionato. Soglia che tutti i club avrebbero rispettato con la sola eccezione della Lazio (sarebbe stato necessario entro il 22 giugno un intervento per due milioni di euro). Il Collegio di Garanzia «ha annullato i provvedimenti impugnati nella parte in cui si prevede che la verifica del possesso del requisito dell’indice di liquidità sia fissata in un termine antecedente alla chiusura dell’esercizio in corso». In sostanza, per la Sezioni Unite bisogna aspettare la chiusura dell’esercizio di bilancio e non può valere per iscriversi una situazione fotografata al 31 marzo (con aggiornamenti possibili entro il 22 giugno). La Lega è soddisfatta e si augura «che ora possa riprendere il percorso di collaborazione con la Figc».
«Soddisfazione» Lega che contestava alla Figc tempistiche e modalità di approvazione delle licenze nazionali: si concordava sulla necessità di introdurre misure per rendere il sistema più sostenibile, ma con gradualità. Non con norme introdotte ad aprile scorso, a quattro mesi dall’inizio del nuovo campionato, e con valore retroattivo, che avrebbero preso in esame il bilancio della stagione appena conclusa ancora condizionata dalla pandemia. «Un atto dovuto» lo aveva definito il presidente di Lega Casini. In attesa delle motivazioni scritte nella sentenza, ora la Lega «prende atto con soddisfazione del pronunciamento del Collegio di Garanzia. Il dispositivo conferma la fondatezza delle obiezioni espresse a più riprese dalla Lega in merito ad una misura inopportuna non certo nel merito, ma nei modi e nelle tempistiche, soprattutto per gli effetti retroattivi sulla gestione in corso». In Lega si pensa che nelle motivazioni possa essere sottolineata anche la mancanza di coinvolgimento dei club nella decisione. Argomento che la Federcalcio contesta sulla base del voto in consiglio federale (18 voti favorevoli e 3 contrari, i rappresentanti della Lega).
«Incomprensibile» La Figc è preoccupata. Se si stabilisce che puoi intervenire solo una volta l’anno, quando si approva il bilancio - questo il ragionamento allora rischiano di andare in fuorigioco anche i controlli periodici (generalmente trimestrali) su tasse e contributi. «Il dispositivo ci lascia molto perplessi, soprattutto perché di difficile comprensione - dice Gennaro Terracciano, intervenuto nell’udienza per la Figc con l’avvocato Giancarlo Viglione - Siamo sereni e ci attiveremo per fare ricorso, anche perché tale decisione rischia di compromettere la regolarità del campionato». Il riferimento è al fatto che non c’è una data uguale per tutti per la presentazione del bilancio. La Figc contesta anche la competenza delle Sezioni Unite del Collegio di garanzia «e non della competente Sezione sulle controversie in materia di ammissione alla competizioni professionistiche prevista dallo Statuto del Coni». In pratica: le Sezioni Unite possono essere chiamate in causa solo in caso di precedente passaggio per la giustizia federale, altrimenti si sarebbe dovuto interpellare solo la Sezione speciale per le ammissioni. E la partita continua.