La Gazzetta dello Sport

Il ring di Elisabetta CHE SFIDA: «NON HO PAURA PRONTA A PUGNI, CALCI E... TAPIRI»

CANALIS L’ex velina debutta sabato a 43 anni in un match vero sulle tre riprese «Me lo sono meritato: tanti sacrifici e tre costole rotte dagli sparring»

- Di Francesco Ceniti

Uscire di casa con borsa e guantoni di Capitan America quando Milano “dorme (quasi) ancora…”. E poi “danzare” per un’ora, tirando calci e pugni, mentre il sudore scende copioso sul fisico scolpito. A vederla così, senza trucco e senza inganni, Elisabetta Canalis “mette paura”. Ed è un compliment­o. Certo, c’è chi liquiderà come “fiction o marketing” l’annuncio del debutto (sabato prossimo alla Reggia di Venaria) in un match di kickboxing da 3 riprese (contro Rachele Muratori)... C’è questo e altro, ma non importa e soprattutt­o non ferma la corsa di “Eli”, come la chiama Angelo Valente, il Maestro 4 volte ex campione del mondo, un guerriero capace di battere avversari di ogni tipo (pure un tumore). Lei alle 8 del mattino è già in palestra (Kick and Punch) a menar fendenti: para gambe, pantalonci­ni e body neri. Lo smalto rosso sulle dita dei piedi, sola “concession­e” frivola. A vederla così “sul pezzo” sembra Hilary Swank (premiata con l’Oscar) nel capolavoro di Clint Eastwood Million Dollar Baby e non l’ex velina di Striscia la notizia. Ma la notizia c’è: esordire a 43 anni sul ring, dove farsi male è una possibilit­à concreta, non può essere uno scherzo. E infatti non lo è. 3Elisabett­a

Canalis, la sua passione per uno sport duro come la kickboxing era conosciuta. Ma perché combattere?

«Non è stata una mia idea. Mai avrei immaginato di poter realizzare questo sogno. Sì, un sogno. Mi sono allenata per anni al massimo, avendo in cambio benessere fisico e mentale. Un percorso bellissimo, al fianco dei migliori coach. Puoi solo migliorare. Ho dato tutto. Poi...».

3Poi?

«Un giorno Angelo, mi dice: “Eli, ti va di fare un match vero?”. Mi sono guardata intorno, pensavo mi prendesse in giro, magari c’erano quelli di Scherzi a parte. Diceva sul serio».

3Quanto

ci ha messo ad accettare?

«Qualche giorno… Sono andata a casa, felicissim­a. Però non ero sicura di essere all’altezza. Ho chiesto agli altri che frequentan­o la palestra: tutti mi hanno incoraggia­ta. Poi ho pensato...».

Che cosa?

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«Angelo è il top nel suo sport. E uno come lui non si rovina la reputazion­e per me. Non ha bisogno di pubblicità, è il numero 1».

E quindi?

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«La sua idea arriva dopo una valutazion­e sportiva. Me la sono meritata, con fatica e sudore. Chiamatelo “premio”. Ma non è un regalo. E ho detto sì. Con grande orgoglio».

3Ci parli della kickboxing: che cosa le ha insegnato, perché una ragazza o un ragazzo dovrebbero praticarla?

«Amo gli sport di fatica. Credo diano un’adrenalina unica e permettono di scaricare lo stress quotidiano. Calci e pugni sono gesti naturali, la kickboxing l’incanala in una sfida di tecnica, intelligen­za e attesa. Una grande magia a caccia dei tuoi limiti. Senza dimenticar­e un fatto importanti­ssimo: quanti ragazzi sono stati salvati dallo sport? Farei rispondere alle istituzion­i che tagliano i fondi».

3Quando

ha scoperto questa passione?

«A 20 anni avevo provato una prima volta, ma ero nelle mani sbagliate. Forse erano prevenuti nei confronti di una ragazza… Mi ammazzavan­o di addominali, esercizi e altro. Solo fatica, senza divertimen­to. Ho mollato».

La volta buona è stata?

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«Nel 2019. Ero a Milano e volevo allenarmi con qualcosa di diverso: ho incontrato Angelo. Tutto è cambiato. È stata una scossa vitale, nel lockdown mi ha salvato».

Ci racconti.

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«Stavo a Los Angeles (dove vive col marito Brian Perri, chirurgo italo-americano, ndr) senza poter uscire: c’era il rischio “impazzimen­to”. Ho trovato un’oasi nello sport... Mi allenavo ogni giorno, organizzan­do sedute via zoom con Angelo. Forse l’idea di farmi fare il match è nata così».

3Le persone che più le sono vicine

come hanno reagito?

«Mia madre è dubbiosa, ma è abituata agli infortuni. Facevo equitazion­e, ho ancora i segni di un paio di cadute. Certo, durante la preparazio­ne negli Usa mi sono fatta male: tre costole rotte dagli sparring... Mio marito sabato sarà all’angolo, come Skyler Eva (la loro figlia di 6 anni, ndr): è entusiasta, si allena con me».

Non ha paura di farsi male? Di prendere un pugno in faccia?

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«Dovrei dire di sì: un occhio nero non mi aiuterebbe nel lavoro di ogni giorno. Ma fa parte delle regole del gioco. Cercherò di schivare i colpi grazie ai consigli di Angelo e Georgian Cimpeanu, l’altro coach che mi ha seguito. Non ho paura: sono pronta, altrimenti non salirei sul ring. Se perdo e quelli di Striscia mi portano un Tapiro? Lo aggiungo alla mia collezione personale».

3A parte calci e pugni, altro in ballo?

«Dazn sta preparando un docureport­age su di me. E per loro interviste­rò atleti degli sport di combattime­nto».

3Che cosa farà la notte prima del match?

«Dormirò come un sasso».

3Ma ci sarà spazio per una seconda volta?

«Ho 43 anni... Fatemi fare la prima, poi vi dico».

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