La Gazzetta dello Sport

Perché il Chelsea è valutato più del doppio del Milan

- Di Gianfranco Teotino

Sette fra Coppe dei Campioni e Champions League, due Coppe delle Coppe, cinque Supercoppe europee, tre Coppe Interconti­nentali, una Coppa del mondo per club, diciannove scudetti, cinque Coppe Italia, sette Supercoppe italiane. È il palmares del Milan.

Due Champions League, due Coppe delle Coppe, due Europa League, due Supercoppe europee, una Coppa del mondo per club, sei Premier League, otto Coppe d’Inghilterr­a, quattro Supercoppe inglesi.

È il palmares del Chelsea.

Messa così, non c’è partita. È di 49 a 27 il conteggio dei titoli a favore del Milan, 18 a 9 consideran­do soltanto i trofei internazio­nali. Poi capita che negli stessi giorni le due società vengano cedute e ci si accorge che il prezzo di vendita pattuito per il Chelsea è di 2,9 miliardi di euro, mentre il club rossonero viene ceduto per 1,2 miliardi. Cioè il club londinese è stato valutato due volte e mezzo più del Milan, nonostante il suo proprietar­io, il magnate Roman Abramovich, fosse costretto dalle sanzioni anti-russe del governo britannico a liberarsi della società in tempi brevissimi. Sono state contate, a proposito del Chelsea (fonte Calcio e Finanza), 250 richieste di informazio­ni, seguite da 100 discussion­i con potenziali acquirenti, 32 accordi di riservatez­za per consentire due diligence sui conti del club

e infine 12 offerte dettagliat­e poi ridotte a tre, prima di concludere l’affare con il miliardari­o statuniten­se Todd Boehly. Il Fondo Elliott invece ha deciso di cedere il Milan dopo avere ricevuto soltanto due proposte di acquisto: da Investcorp e poi quella accettata

di RedBird.

A giustifica­re questa enorme differenza, un insulto, si potrebbe dire, alla storia del calcio, concorrono due elementi

principali. Uno è la differenza oggi abissale di valore fra Premier League e Serie A. L’altro è di carattere patrimonia­le: il Chelsea possiede il suo stadio, Stamford Bridge, collocato in una delle zone residenzia­li londinesi di maggiore pregio, e tuttavia già da tempo ritenuto insufficie­nte, sia per la capienza ridotta (41.000), sia perché l’ultima ristruttur­azione risale a una ventina d’anni fa. Tanto che il nuovo patron, all’atto di

acquisto, si è impegnato a destinare 1,75 miliardi di sterline al rinnovamen­to totale dell’impianto. I piani di RedBird per il nuovo stadio del Milan sono invece fumosi: con l’Inter o senza? A San Siro o a Sesto?

Il Milan è una delle due squadre di Milano. Il Chelsea è una delle tredici squadre di Londra, sette delle quali sono in Premier League. Oltre che come storia, anche come tifosi nel territorio di competenza non ci dovrebbe essere confronto. Ma il calcio del XXI secolo è internazio­nalizzato, non più solo nazionaliz­zato. Se si va a vedere la fan base dei due club sui social principali (Facebook, Twitter, Instagram e YouTube), si capisce che il Chelsea è sesto in Europa con 108 milioni di followers, mentre il Milan è undicesimo con 47,7 milioni. Se parliamo di fatturati, il Chelsea è a quota 522 milioni contro i 232 del Milan.

Il valore del brand rossonero, secondo Forbes, è di 1,2 miliardi di dollari, mentre quello del Chelsea è di 3,1 miliardi.

D’altra parte, nei soli Usa i diritti tv della Premier League sono stati ceduti a Nbc per 675 milioni di dollari l’anno, quelli della Serie A Cbs se li è aggiudicat­i per 75 milioni.

Che sia necessario recuperare il terreno perduto, la Lega di Serie A finalmente l’ha capito. Aprendo una sede a New York e avviando un programma di iniziative di rilancio del calcio italiano negli Stati Uniti. Al Gala di presentazi­one, in una magnifica cornice, non si è presentato nessuno dei proprietar­i italiani di club.

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Blues Il Chlesea festeggia un gol in Premier. La società è stata valutata 2,9 miliardi di euro. Il Milan 1,2 miliardi

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