Addio al patron Bosatelli: la sua Gewiss vinse il Giro ‘94 Berzin in rosa con Pantani 2°
Ha anticipato Giorgio Squinzi e l’esperienza vincente della Mapei. Domenico Bosatelli, il signor Gewiss, è stato un imprenditore innovatore e visionario che ha creduto nello sport, biciclette e ciclismo in particolare, e grazie alle due ruote ha lanciato la sua azienda in una dimensione mondiale. A quasi trent’anni dalla maglia rosa con il russo Eugeni Berzin nel Giro 1994, quello del duello con il primo Pantani sul Mortirolo, ricordiamo il suo orgoglio mentre ci faceva esplorare il nuovo impianto di Cenate Sotto, alle porte di Bergamo. Bosatelli, che era di Alzano Lombardo, è morto l’altra notte a 88 anni: quella piccola azienda di materiale elettrico ed elettronico è ora diventata un colosso quotato alla Borsa di Milano e il marchio dà il nome allo Stadio di Bergamo. Tre anni fa, aveva scritto un’autobiografia dal titolo “Oltre le stelle”, e qui aveva spiegato che uno dei motti era «fissa l’obiettivo sopra l’ultima stella. Non la raggiungi, ma ti guida». E con questa guida Bosatelli aveva incontrato il ciclismo a metà degli Anni Ottanta, con due squadre che hanno lasciato il segno. La Gewiss-Bianchi dal 1987 al 1989, diretta da De Lillo e Parsani, quella con Moreno Argentin in maglia di campione del mondo, e poi vincitore di tre Liegi e un Lombardia, più dieci tappe al Giro (3 con Argentin e 7 grazie a Rosola). Poi ecco la GewissBallan del 1994, diventata Gewiss-Playbus nel 1996, sotto la guida di Emanuele Bombini. Anni di grandi trionfi: Giro e Liegi di Berzin nel 1994, due Sanremo con Furlan 1994 e Colombo 1996, il Giro di Lombardia di Bobrik 1994, la Freccia Vallone 1994 in parata di Argentin, Furlan e Berzin, più 11 tappe al Giro d’Italia,
7 al Tour de France e 7 alla Vuelta.