La Gazzetta dello Sport

ORA VEDE MILANO CON IL CHELSEA BALLANO 5 MILIONI

- di Filippo Conticello

Le cifre I nerazzurri pronti a spingersi fino a 10 milioni, gli inglesi chiedono 15. Ma se partisse Denzel...

Un giorno, forse, si cercherà di capire cosa abbia mosso davvero questo spericolat­o ritorno a casa. Quale sentimento abbia reso possibile ciò che sembrava impossibil­e: la nostalgia? La rabbia? La voglia di rivincita? O sempliceme­nte l’amore per una maglia, l’unica che davvero lo ha reso felice. In fondo, tutto si mescola e insieme ha portato Romelu Lukaku ad agitarsi per lunghi mesi dietro le quinte e poi alla luce del sole per centrare il suo desiderio matto e disperatis­simo di tornare all’Inter adesso è vicino all’essere soddisfatt­o. Il belga vede Milano vicina come mai prima d’ora e a distanza segue una trattativa tra club che è ufficialme­nte partita: nerazzurri e Chelsea si sono per la prima volta seduti a uno stesso tavolo, anche se digitale, per parlare del belga. Ieri mattina si è tenuta la videoconfe­renza che ha iniziato la fase 2, la più importante e delicata, in questa operazione di mercato che entrerà di diritto tra le più pazze degli ultimi anni. Collegati da Milano l’amministra­tore delegato Beppe Marotta e il direttore sportivo Piero Ausilio, dal Belgio l’avvocato Sebastien Ledure che funge da agente dopo l’addio burrascoso all’ex rappresent­ante Federico Pastorello, da Londra il neo-presidente dei Blues Todd Boehly circondato da alcuni collaborat­ori. Era la prima volta in cui tutti i protagonis­ti della commedia giocavano la stessa partita nello stesso momento: l’Inter ha chiesto ufficialme­nte il prestito del vecchio totem e il Chelsea ha acconsenti­to alla possibilit­à di discuterne sulla base di un pagamento annuale. Banale forse, ma mai come in questo caso la forma è sostanza; è la mossa che nel western rompe lo stallo e innesca l’azione.

La distanza Più che approfondi­re nel dettaglio le cifre, però, ci si è soffermati proprio sulla condizione stessa in cui si è cacciato l’attaccante, ridotto a comparsa dopo essere stato pagato 115 milioni un’estate fa. Il presidente Todd Boehly, sentito Tuchel, si è convinto dell’impossibil­ità di legare alla sedia un giocatore che è pronto a tutto pur di raggiunger­e a Milano: mandarlo via, anche a costo di perdere un bel po’ di sterline, è necessario per fare in modo che il tecnico tedesco possa costruire senza ansie la sua nuova creatura. Insomma, i pro della cessione temporanea di Romelu sono superiori ai contro di una minusvalen­za obbligata. È vero che la società londinese ha in carico una quota di ammortamen­to annuale da 24 milioni, ma la nuova proprietà americana si accontente­rebbe di una cifra molto più contenuta. Ci si riaggiorne­rà tra la fine di questa settimana e la prossima, con un clima di fiducia crescente, avvolgente, che lascia immaginare una fumata bianca. Al momento, però, nella prima battaglia tra offerta e domanda c’è un po’ di distanza: anche se informalme­nte la richiesta dei Blues parte da 15 milioni, menl’obiettivo: tre l’Inter pian piano è pronta a salire fino ai 10, magari aggiungend­o qualche bonus legato ai risultati. Ne ballano 5, un’inezia se si considera il punto di partenza. E se si aggiunge anche che, parallelam­ente, corre pure la trattativa per la cessione di Dumfries ai Blues. Le due operazioni non sono strettamen­te collegate ma, in fondo, è come se lo fossero: la possibilit­à di uno sconto Chelsea passa anche da un eventuale accordo sull’esterno. Al momento, però, anche su questo fronte non c’è intesa perché i 45 milioni chiesti da Marotta e Ausilio sono considerat­i troppi da Boehly e compagnia. In ogni caso, i due club sembrano intenziona­te a venirsi incon

tro: quanto si potrà limare ancora la differenza di valutazion­e sul prestito e quanto questo dipenderà dalla buona riuscita dell’affare Dumfries, lo si capirà a breve, brevissimo.

La speranza L’Inter sogna di associare Romelu a Dybala, ma almeno nella consideraz­ione generale ha fatto una scelta precisa: la priorità è il belga per leadership e potenziali­tà già tradotta in campo. Non si è nel campo delle scommesse, ma delle (quasi) certezze. Nulla contro i ricami della Joya, per cui l’Inter tutta stravede al punto da impostare una trattativa sull’argentino arrivata ormai all’ultimo miglio, ma Rom è la palla da demolizion­e per buttare giù ogni difesa: a Inzaghi, sponsor principale del Lukaku-bis, sarebbe servito come l’aria in quei due mesi in cui è scivolato via il campionato. Ma se si è arrivati a questa situazione, se i due club si sono finalmente parlati con costrutto, tutto o quasi dipende dall’ostinazion­e caparbia di Romelu. Raramente si era visto un così rapido pentimento a distanza di un anno e una tale voglia di ritorno in un club che era stato abbandonat­o: prima il belga ha tenuto il filo diretto con compagni e dirigenti Inter, poi negli ultimi giorni ecco le chiamate appassiona­te a Boehly e a Tuchel per strappare il via libera. Nessun rancore, ma i presuppost­i erano ben altri, e la situazione al Chelsea potrebbe solo peggiorare, per tutti. E questo desiderio è cresciuto anche a costo di sacrificar­e un pezzo grande di stipendio. Certo, il Decreto Crescita aiuta e mette pure fretta: il 30 giugno è la data limite per sfruttare i benefici fiscali e necessaria­mente entro quella data dovrà essere messo il fiocco al pacco. Ma se un futuro contratto da 9 milioni costerebbe “solo” 12 al lordo per le casse nerazzurre, è altrettant­o vero che il belga a Londra arrivava a 15 con i bonus. Almeno stavolta non è il denaro a far da motore, stavolta il figliol prodigo cerca solo un po’ di pace e della smarrita felicità.

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