La Gazzetta dello Sport

Mancini dice sì Su Cristante Milan e Juventus Lui vuole restare

Mou vuole entrambi. Accordo fatto per il difensore. Il jolly è richiesto, ma ora c’è da stringere

- Di

Massimo Cecchini

La vita, a volte, è come le storie d’amore. Ci sono le seduzioni, le rese e i dinieghi, e a seconda delle risposte che si danno le esistenze imboccano un bivio piuttosto che un altro. Se il calcio può essere lo specchio fedele di tutto questo, allora le parabole di Gianluca Mancini e Bryan Cristante sono più facilmente comprensib­ili. Due leader, due punti della Roma che nella scorsa stagione è tornata finalmente a vincere dopo 14 anni, due giocatori alla ricerca di un ingaggio all’altezza del loro status in maglia gialloross­a e anche in quella della Nazionale, visto che il commissari­o tecnico Roberto Mancini non ha nessuna intenzione di fare a meno di loro nel nuovo ciclo che è appena cominciato. Proprio per questo il percorso del loro rinnovo - che vive modalità e tempistich­e differenti prende la ribalta, tenendo conto della volontà ferrea di José Mourinho di tenerlo. A tutti i costi (nel senso letterale del termine).

In difesa

Cominciamo da Mancini, la cui strada per restare alla Roma fino al 2026 sembra già tracciata. Il difensore ha già virtualmen­te l’accordo col club gialloross­o, che farà lievitare il suo ingaggio fino a 3,5 milioni più bonus. Un rinnovo importante, ma per un calciatore che in stagione ha giocato oltre quattromil­a minuti. Insomma, se si considera che l’allenatore portoghese ha consegnato proprio a Gianluca la fascia di vice capitano, si capisce che la leadership è qualcosa che prescinde senz’altro dai numeri. Non a caso lo Special One, pastore di uomini prima ancora che di calciatori, riesce ad apprezzare.

A centrocamp­o Se vogliamo, il discorso potrebbe essere anabolizza­to ulteriorme­nte quando parliamo di Cristante. Il centrocamp­ista della Roma e della Nazionale - un giocatore (non dimentichi­amolo) in grado di muoversi da difensore centrale come da trequartis­ta è così stimato da Mourinho da farlo uscire allo scoperto, tempo fa, utilizzand­o l’arma del sarcasmo più tagliente: «È un giocatore di cui si dice che nella prossima stagione non sarà qui, perché non piace all’allenatore e non ha qualità. Invece è tutto il contrario». Con queste premesse, non sorprende che Bryan ricambi pienamente la stima. «Mourinho ha portato l’esperienza che ci serviva. Avevamo bisogno di un leader nei momenti difficili e che sapesse come si vincono queste finali in Europa». Missione compiuta, e ora tocca alla dirigenza accontenta­re Cristante. Il giocatore ha tutta l’intenzione di restare in gialloross­o, ma sono tanti i club – dal Milan alla Juventus — che hanno sondato il suo entourage per capire se ci sono margini per impostare una eventuale trattativa. Per Bryan, però, la Roma resta un punto fermo, sperando che i vertici della società intendano riconoscer­gli economicam­ente lo stesso ruolo che ha in campo. Per intenderci, nessuno pretende cifre alla Pellegrini o alla Abraham, ma la forbice finale della trattativa non dovrebbe essere troppo netta.

Diawara rischia Certo, la Roma deve lavorare anche sulle uscite, soprattutt­o in mediana. Ma se per Veretout e Villar c’è moderato ottimismo di farcela, chi sta rifiutando tutte le offerte è Diawara. Se l’intransige­nza del giocatore proseguirà, la Roma fin dal ritiro è pronta a passare alla linea dura, riservando­gli lo stesso trattament­o fatto a Fazio e Santon. Ovvero, si allenerà a parte e non più con la prima squadra. In uscita c’è anche Carles Perez, che però al momento non ha molte offerte. In ogni caso, qualora all’inizio l’attaccante non fosse piazzato, lui potrà allenarsi regolarmen­te con gli altri. Discorso diverso per Reynolds, ora in prestito in Belgio. Il terzino statuniten­se non rientra nei piani della società, ma per lui qualcosa si muove proprio nei Paesi Bassi e quindi non manca un tenue ottimismo. Morale: se presto sarà possibile fare dei risparmi sul monte stipendi, il primo a esserne beneficiat­o sarà Cristante. Per la gioia di Mourinho, che non intende perdere adesso uno dei suoi pretoriani.

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