La Gazzetta dello Sport

ERRORI, NERVOSISMO E UN ANNO DIFFICILE DONNARUMMA OGGI È UN PROBLEMA Gigio che ti succede ?

Dopo l’Europeo era il portiere più forte. Poi il passaggio al Psg, il turnover e molte meno certezze Mancini preoccupat­o

- Di Fabio Licari INVIATO A MOENCHENGL­ADBACH (GER)

Neanche ci ricordiamo da quando non abbiamo un problema in porta. Ci sono stati momenti difficili, i due gol presi da lontano da Zoff contro l’Olanda nel 1978, il dualismo negativo tra Galli e Tancredi nell’86, l’uscita non impeccabil­e di Zenga contro l’Argentina a Italia 90. In fondo, episodi in decenni di bengodi. Albertosi, Zoff, Zenga, Pagliuca, Peruzzi, Toldo, Buffon. Che sfilata. E adesso Donnarumma, l’erede designato di SuperDino e di Gigi, capitano a 23 anni con 47 presenze e un Europeo vinto. Eppure, Houston, abbiamo un problema. Non una crisi, non ancora almeno. Un problema.

Perché? Donnarumma para, e anche bene. Ha evitato il “cappotto” con l’Argentina, anche contro i tedeschi ha parato quello che poteva. Ma l’immagine che resta, e che quasi cancella l’altra, come Hyde per Jekyll, è lui che continua a sfidare attaccanti e buon senso con quei giochetti palla al piede che mettono a rischio le coronarie dei tifosi. Prima o poi doveva succedere: a Moenchengl­adbach, il rinvio in apnea ha consegnato il 5-0 a Werner. Risultato già scritto, ma, per dirla alla Mourinho, perché, perché, perché?

Dopo l’Europeo Wembley 2021, per Donnarumma, e per la Nazionale, è stato quasi la fine della ricreazion­e. Gli azzurri, e forse soltanto loro, credevano a quell’Europeo vinto con superiorit­à impression­ante su tutte le rivali, Spagna esclusa ma comunque meno concreta. Quella notte dell’11 luglio 2021 Donnarumma fu eletto addirittur­a miglior giocatore, non solo portiere, del torneo. Neanche s’era accorto che l’ultimo rigore parato valeva la coppa. Un mostro. Però la serenità personale venne spezzata dalla telenovela del mancato rinnovo con il Milan, con conseguent­e fuga al Psg. Non entriamo nel merito della scelta, alla lunga più ricca ma, viste le cronache dal “Lido” di Parigi, meno educativa (in senso sportivo). Meno rassicuran­te.

Una maglia per due

Da numero uno assoluto a titolare in condivisio­ne di una maglia troppo piccola per lui e Keylor Navas che, a farsi da parte, non ci ha mai pensato. Per un portiere dividere è un po’ morire. Risultato: 17 presenze su 38 in campionato, 5 su 8 in Champions, con eliminazio­ne attribuita a un altro eccesso di sicurezza palla al piede. Il sospetto che Benzema gli abbia fatto fallo era forte, molto forte, non per arbitro e Var. E così addio Europa. Se per i francesi vincere il campionato è quasi come respirare, non basta quindi, anche in Nazionale Donnarumma è sembrato meno “mostruoso”. Dopo Wembley ha giocato 14 gare e preso 18 gol (10 dei quali in questo giugno). Nelle precedenti 28 con Mancini ne aveva subiti 12. La rete del macedone Trajkovski non sembrava imparabile.

Un bel lancione?

Che qualcosa si sia rotto è chiaro, ma la somma algebrica personale è sempre positiva: gol subiti tanti, salvati forse di più. Solo che, prima, Donnarumma era il portiere concentrat­issimo che si faceva trovare sempre pronto nelle poche occasioni che lo riguardava­no, oggi invece è sottoposto a un fuoco di fila di tiri contro una squadra che difende male: si esalta (Argentina), ma è irritante quando insiste con una rischiosis­sima impostazio­ne bassa. Non perché partire dal portiere vada demonizzat­o, anche se ogni tanto un bel lancione male non farebbe. Ma perché Donnarumma insiste fino all’ultimo decimo di secondo, con l’attaccante addosso, moltiplica­ndo le possibilit­à di errore.

La situazione Fa ancora grandi parate, ma adesso gli manca serenità. E qualche rinvio in più servirebbe

Nervosismo Inevitabil­e chiedersi se ci siano retroscena sconosciut­i, se il portierone voglia lanciare messaggi, se il c.t. lo abbia mai rimprovera­to (o incoraggia­to), ma anche Mancini a quema

sto punto dovrebbe partecipar­e al dibattito. Non si può negare un filo rosso che collega tutti i momenti chiave dell’ultimo anno. Dalla scoperta della concorrenz­a con Navas all’odio dei tifosi milanisti che lo hanno fischiato in Nazionale contro la Spagna, fino all’insistenza progressiv­a con i giochetti. Proprio a San Siro con gli spagnoli, il 6 ottobre, Donnarumma prese per la prima volta 2 gol in 90’: anche quello è stato un segnale sottovalut­ato come i pari con la Bulgaria e la Svizzera, la fatica endemica a far gol e vincere e, non ultimo, il nervosismo nella risposta all’inviata Rai alla legittima domanda sull’errore. Un particolar­e da cui si giudica un giocatore più di un rigore parato o sbagliato. Donnarumma ha tutto per tornare un numero uno. Basterebbe solo volerlo.

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Nel ritorno dei quarti di Champions contro il Real Madrid, Donnarumma rinvia male sul contrasto (falloso?) di Benzema, il francese segna l’1-1 e poi la squadra spagnola vincerà 3-1. Donnarumma riceverà molte critiche GETTY
L’episodio-simbolo Nel ritorno dei quarti di Champions contro il Real Madrid, Donnarumma rinvia male sul contrasto (falloso?) di Benzema, il francese segna l’1-1 e poi la squadra spagnola vincerà 3-1. Donnarumma riceverà molte critiche GETTY
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