La Gazzetta dello Sport

Italia da riassembla­re Pellegrini e Tonali sono aggiunte di valore

- Di Luigi Garlando INVIATO A MOENCHENGL­ADBACH (GER)

Un anno fa mettevamo in valigia una maglietta azzurra per tirarcela sul lungomare. Quest’anno qualcosa che dia meno nell’occhio. Un anno fa ci siamo meritati un trionfo andando oltre il nostro valore reale. Quest’anno abbiamo sofferto delusioni superiori ai nostri limiti. Servono onestà ed equilibrio per riconoscer­lo. Non siamo i più forti di tutti, come Euro 2021 aveva fatto supporre, ma neppure scarsi come Macedonia, Argentina e Germania hanno fatto credere. Innanzitut­to, a differenza di altri (Francia, Germania, Spagna) abbiamo un gruppo di vertice ristretto. Se ci mancano anche pochi titolari (Verratti, Chiesa…) e altri sono stremati (Barella, Locatelli) o in rodaggio (Spinazzola), diventiamo un’altra cosa. Ma i match contro Germania (a Bologna), Ungheria e Inghilterr­a hanno fatto intuire bravi giovani per ripartire. La speranza di Roberto Mancini che assembland­o l’entusiasmo dei ragazzi all’esperienza dei reduci si possa costruire una buona squadra è fondata. A patto di non scambiarla per certezza. La Germania ci ha ricordato in modo crudo la distanza che ci separa dai più forti. I giovani non sono un credito da riscuotere subito in cassa, ma un investimen­to da far fruttare a medio-lungo termine, lavorandoc­i sopra.

Spina dorsale Dobbiamo rafforzare la nostra spina dorsale per tirarci su: portiere, difensori centrali, perno della mediana, centravant­i. Lungo lo scheletro abbiamo più dubbi che certezze. Donnarumma, in realtà, è una garanzia, se solo la smette di voler dimostrare al mondo, dopo i pasticci combinati, che è bravo anche con i piedi (come non è). Con l’addio di Chiellini e il calo di Bonucci si è aperta una crepa nel fortino. Bastoni e Mancini, giovani eredi, hanno deluso per tenuta mentale, attenzione e gestione dell’area: era il pane quotidiano del Chiello. Devono maturare, in umiltà. Ben vengano le candidatur­e fresche di Gatti (bravissimo con l’Inghilterr­a) e Scalvini. Tramontato Jorginho, faro tecnico dell’Europeo, Mancini cerca un regista più atletico e verticale, tipo Casemiro e Fabinho. A questo giro, Cristante non ha convinto, per deficit di personalit­à e ordine tattico. È presto per dare le chiavi in mano al promettent­e Esposito. Si possono adattare Locatelli e Tonali, che conoscono il ruolo. Le risposte più significat­ive le attendevam­o da Scamacca, data la crisi nel ruolo. Purtroppo non sono arrivate, al di là della discreta comparsata di Bologna. Un tiro in porta su tre presenze è troppo poco, con tutte le attenuanti possibili (stanchezza, mancata assistenza). Ha bisogno di gol e di fiducia. Giusto farlo giocare con continuità per un certo numero di match, in attesa che sviluppi le notevoli potenziali­tà, piuttosto che tornare indietro dimentican­do le difficoltà che Immobile e Belotti hanno trovato in quattro anni: solo 8 gol a testa, nessuno dopo l’Europeo. Raspadori non ha combinato molto più di Scamacca. L’unico gol del reparto l’ha firmato il debuttante e sorprenden­te Gnonto. Ma sarebbe ingrato caricargli in spalla aspettativ­e esagerate. Comunque buon segno che il ragazzo, a detta del padre, fosse «abbattuto e arrabbiato» per la sconfitta più che appagato dal gol. Lo spirito giusto. Con quello spirito, condiviso, non ne avremmo presi 5.

Nuova Italia Il casting in Nations League è stato tanto necessario, quanto rischioso. Mancini doveva testare tutti i giovani candidati in partite vere. Con tanti assenti, pochi allenament­i e 8-9 cambi a partita, era impossibil­e pretendere una squadra sincronizz­ata. Eppure, per tre partite su quattro, l’abbiamo vista. Moenchengl­adbach non deve cancellare tutto e spaventare più del dovuto. A settembre ci aspettiamo Donnarumma con i piedi e la testa a posto e i veri Bonucci e Bastoni al centro del fortino. Ci aspettiamo la corsa tornata fresca di Di Lorenzo (Calabria) e Spinazzola. Qualsiasi mediana tirerà fuori Mancini da Barella, Tonali, Locatelli, Pellegrini e il ritrovato Verratti sarà più che affidabile. Pessina e Frattesi sono preziose alternativ­e. È stato il reparto migliore nelle quattro partite, anche per senso etico. Pellegrini (2 gol) su tutti, per qualità e serietà di prestazion­i. Pellegrini e Tonali sono il vero valore aggiunto post-Europeo. Cristante, comunque, resta un riferiment­o importante. Scamacca si divertirà molto di più in un’Italia del genere, circondato dalla rifinitura di Berardi e Chiesa. A una Nazionale del genere, che riporti l’azzurro in valigia, crediamo quanto Mancini.

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