La Gazzetta dello Sport

La grandeur parigina e Macron che fa mercato

- ROSA di Alessandra Bocci

L’Olimpiade nel luglio-agosto 2024, certo. Ma prima ancora le avventure (e disavventu­re europee) del Psg, che creano un terreno ideale per un politico abile come Emmanuel Macron, minacciato dalla sinistra e impegnato a difendere il grado di appartenen­za del club a Parigi e alla Francia. Il Psg è una multinazio­nale con proprietà araba? Pazienza, c’è il parigino di periferia (buona periferia) Kylian Mbappé, al quale è lecito dare una montagna di soldi. C’è da cambiare l’allenatore? Bisogna andare forte su Zinedine Zidane, uno che unifica tutte le componenti di una nazione che ha puntato sul melting pot senza riuscire sempre ad avere successo. Il presidente francese, storico tifoso del Marsiglia, in vista delle elezioni politiche di domenica scorsa, ha intensific­ato la sua campagna a favore di un Psg sempre più parigino, marchio di fabbrica di una grandeur da ritrovare dopo il Covid. Un marchio da difendere, come lo champagne, l’alta moda e i formaggi francesi. Cose che fanno chic e non impegnano. Portafogli­o a parte, ovvio.

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