LuLa, intesa già rodata Con la Joya, il belga fisso in area
Romelu e Lautaro devastanti con Conte e già sincronizzati Con Dybala cambiano gli spazi: Big Rom da centravanti puro
Chissà se Simone Inza- ghi avrà conservato gli appunti dello scorso anno, quando nella prima parte del ritiro studiava il modo per rendere Romelu Lukaku ancora più letale. Di sicuro, adesso che accarezza l’idea di riaverlo a disposizione, il tecnico nerazzurro è pronto a rimetterlo al centro del progetto: lo spartito dell’Inter non cambierà per l’arrivo di un nuovo interprete, ma sarà l’interprete a doversi calare nuovamente – e velocemente – nell’ingranaggio di squadra. Simone ripartirà dalle sue certezze, come la difesa a tre o il centrocampo a cinque. Poi, lì davanti, deciderà di volta in volta e sarà sempre un bel decidere se dovesse avere Lukaku, Lautaro e Dybala. Vederli tutti e tre insieme oggi sembra un’utopia, almeno dal primo minuto.
LuLa 2.0 Lukaku è l’uomo che è mancato all’Inter nell’ultima stagione: strapotenza fisica, presenza in area di rigore, capacità di attaccare la profondità e allungare le difese avversarie. Con Lautaro, nell’era Conte, ha formato una delle migliori coppie d’Europa: complementare al massimo, la LuLa viveva di equilibrio e sacrificio, di occupazione degli spazi, di altruismo. Ecco, il segreto della LuLa era proprio nascosto in quel
rapporto di stima e affetto che legava Lautaro e Lukaku, che a lungo si sono alternati anche nel calciare i rigori, almeno fino a che Lautaro non ne ha sbagliato uno pesante, “costringendo” Conte a votare per il tiratore scelto Lukaku (solo gol dagli undici metri in nerazzurro). Lautaro era più bravo a legare il gioco, a venire incontro alla palla, a giocare di sponda mentre Lukaku attaccava la profondità, costringendo le difese avversarie a perdere distanze e punti di riferimento. L’altro segreto era la velocità nel ribaltare l’azione: con Lukaku si va direttamente in verticale una volta riconquistata palla. Su questo punto Inzaghi avrà da lavorare, visto che la sua prima Inter amava arrivare col fraseggio nella metà campo avversaria. Ma ripartire velocemente era un “must” della Lazio di Inzaghi, che così poteva esaltare le qualità di Immobile in campo aperto.
Centravanti con Paulo
E se arrivasse Dybala? Beh, Paulo ama allargarsi sulla destra per rientrare sul mancino e da lì inventare la giocata: fosse lui la spalla di Lukaku, cambierebbe il raggio d’azione del belga, che a quel punto potrebbe vivere di più dentro l’area di rigore, risparmiarsi qualche strappo in fascia e trovarsi più lucido in zona gol. Perché è lì che si fa la differenza, è lì che si vincono le partite e i campionati. Muscoli e centimetri in area, per scardinare le difese più blindate. Ecco cos’è mancato lo scorso anno, ecco cosa riporterà Lukaku.
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