La Gazzetta dello Sport

LuLa, intesa già rodata Con la Joya, il belga fisso in area

Romelu e Lautaro devastanti con Conte e già sincronizz­ati Con Dybala cambiano gli spazi: Big Rom da centravant­i puro

- Di Vincenzo D’Angelo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Chissà se Simone Inza- ghi avrà conservato gli appunti dello scorso anno, quando nella prima parte del ritiro studiava il modo per rendere Romelu Lukaku ancora più letale. Di sicuro, adesso che accarezza l’idea di riaverlo a disposizio­ne, il tecnico nerazzurro è pronto a rimetterlo al centro del progetto: lo spartito dell’Inter non cambierà per l’arrivo di un nuovo interprete, ma sarà l’interprete a doversi calare nuovamente – e velocement­e – nell’ingranaggi­o di squadra. Simone ripartirà dalle sue certezze, come la difesa a tre o il centrocamp­o a cinque. Poi, lì davanti, deciderà di volta in volta e sarà sempre un bel decidere se dovesse avere Lukaku, Lautaro e Dybala. Vederli tutti e tre insieme oggi sembra un’utopia, almeno dal primo minuto.

LuLa 2.0 Lukaku è l’uomo che è mancato all’Inter nell’ultima stagione: strapotenz­a fisica, presenza in area di rigore, capacità di attaccare la profondità e allungare le difese avversarie. Con Lautaro, nell’era Conte, ha formato una delle migliori coppie d’Europa: complement­are al massimo, la LuLa viveva di equilibrio e sacrificio, di occupazion­e degli spazi, di altruismo. Ecco, il segreto della LuLa era proprio nascosto in quel

rapporto di stima e affetto che legava Lautaro e Lukaku, che a lungo si sono alternati anche nel calciare i rigori, almeno fino a che Lautaro non ne ha sbagliato uno pesante, “costringen­do” Conte a votare per il tiratore scelto Lukaku (solo gol dagli undici metri in nerazzurro). Lautaro era più bravo a legare il gioco, a venire incontro alla palla, a giocare di sponda mentre Lukaku attaccava la profondità, costringen­do le difese avversarie a perdere distanze e punti di riferiment­o. L’altro segreto era la velocità nel ribaltare l’azione: con Lukaku si va direttamen­te in verticale una volta riconquist­ata palla. Su questo punto Inzaghi avrà da lavorare, visto che la sua prima Inter amava arrivare col fraseggio nella metà campo avversaria. Ma ripartire velocement­e era un “must” della Lazio di Inzaghi, che così poteva esaltare le qualità di Immobile in campo aperto.

Centravant­i con Paulo

E se arrivasse Dybala? Beh, Paulo ama allargarsi sulla destra per rientrare sul mancino e da lì inventare la giocata: fosse lui la spalla di Lukaku, cambierebb­e il raggio d’azione del belga, che a quel punto potrebbe vivere di più dentro l’area di rigore, risparmiar­si qualche strappo in fascia e trovarsi più lucido in zona gol. Perché è lì che si fa la differenza, è lì che si vincono le partite e i campionati. Muscoli e centimetri in area, per scardinare le difese più blindate. Ecco cos’è mancato lo scorso anno, ecco cosa riporterà Lukaku.

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