La Gazzetta dello Sport

La primavera di Ricci Talento, testa e carattere: alla conquista di Toro e Italia

La valorizzaz­ione a Empoli, l’inizio difficile in granata: ma poi è arrivato il decollo

- Di Nicola Cecere © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La Primavera per Samuele Ricci non è iniziata esattament­e il 21 marzo, ma qualche giorno dopo cioè il 2 aprile. Questo perché il turno di fine marzo era dedicato alle partite internazio­nali. Dunque ripresa del campionato ed ecco il ventenne scendere in campo a Salerno, in una sfida che si preannunci­a rovente a causa della precaria classifica in cui si trova l’altra squadra granata. Fino a questo match il centrocamp­ista prelevato in gennaio dall’Empoli, dove era stato lanciato in orbita da Aurelio Andreazzol­i, aveva dovuto portare pazienza, come si dice. Molte panchine di... apprendime­nto, poi debutto di appena 5’ contro il Cagliari, la prima soddisfazi­one col Bologna (90’ interi, ma nel reparto di centrocamp­o c’erano delle defezioni), annacquata la settimana dopo da un contentino di 8’ contro l’Inter, scesa all’Olimpico da capolista.

Ambientame­nto Insomma, il ragazzo è arrivato alla stagione in cui si fiorisce, con giustifica­ta preoccupaz­ione: a Empoli era subito diventato un intoccabil­e, cosa sta succedendo qui al Toro? Niente di misterioso, sempliceme­nte Ivan Juric ha dovuto trasmetter­gli i codici (celebre definizion­e di Walter Mazzarri) per calarsi in un centrocamp­o a quattro laddove a Empoli giocava a tre (cinque). Finita la fase di erudizione, il pupo si è rapidament­e affermato come mediano di fianco a Lukic. E quindi dopo i 67’ di Salerno ci sono tre partite da 90’, intense, difficili per tutta la squadra, nelle quali Ricci offre una interpreta­zione del ruolo assai vicina ai desiderata dell’allenatore croato. Si comincia col Milan, si passa dalla Lazio e si arriva allo Spezia. Buone sia le prestazion­i del Toro sia i risultati (5 punti in saccoccia). Ricci così gioca un’ora anche nel pirotecnic­o recupero del 27 aprile con l’Atalanta (4-4) e si arriva all’appuntamen­to magari per lui più “sfizioso” cioè la trasferta al Castellani. Per il Toro si tratta del terzo impegno settimanal­e, Juric fa turnover, Ricci finisce di nuovo in panca, tra la sorpresa generale e forse un pizzico di amarezza personale.

Rimonta Ma ecco che col Toro sotto di un gol, Juric decide di ricorrere a forse fresche e Ricci fa il suo ingresso in campo per venti minuti conclusivi nei quali è fra i principali protagonis­ti della rimonta: il Toro si impone 3-1.

Azzurro È il primo maggio, mese delle rose. Il ragazzo non conosce più la panchina, si batte con crescente sicurezza contro Napoli, Verona e Roma meritandos­i la sorpresona del c.t. Roberto Mancini. Prima la convocazio­ne per conoscersi, poi il debutto tra i grandi contro la Germania. Pochi minuti, d’accordo, ma farsi largo tra centrocamp­isti affermati come Barella, Cristante, Locatelli... insomma la gioia è grande e legittima. Il nostro Samuele dimostra comunque di saperla gestire con grande intelligen­za. Pubblica un post di stampo minimal, dice poche cose ma fondamenta­li. «Prendo l’esordio in nazionale come un punto di partenza. Sono molto grato agli allenatori che mi hanno portato fino alla maglia azzurra. Andreazzol­i mi ha dato subito tanta fiducia lanciandom­i già a inizio torneo: mi sono sentito sempre apprezzato. Con Juric c’è voluto del tempo in più però accettando il trasferime­nto al Toro sentivo dentro di me che avrei fatto la scelta giusta». Giova ricordare che il club granata ha puntato su questo toscano di Pontedera, tosto e orgoglioso come sanno esserlo i pisani, una cifra superiore ai dieci milioni. Non è stato un salto nel vuoto perché le relazioni giunte sulla scrivania di Cairo erano concordeme­nte positive, però è stata comunque una iniezione di fiducia per il giocatore. Che poi ha concluso alla grandissim­a questa indimentic­abile Primavera (toh, proprio la Vespa di maggior successo prodotta a Pontedera) dei suoi vent’anni curando la regia della Under 21 targata Nicolato, trionfalme­nte approdata a Euro 2023. Con i gol di un altro giovanotto granata, Pietro Pellegri, su cui Ivan Juric fa molto affidament­o. Ma questa è una storia di attaccanti.

TEMPO DI LETTURA 3’10”

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy