La Gazzetta dello Sport

FENOMENO ALLEN RE DEGLI OSTACOLI CON IL FOOTBALL NEL FUTURO

Ha appena sfiorato il primato mondiale dei 110 hs e due mesi fa ha firmato un triennale con gli Eagles in Nfl: «Il mio cuore batte per entrambi gli sport»

- Di Andrea Buongiovan­ni

n uomo in missione su un doppio fronte: nell’atletica e nel football. Devon Allen, ai Bislett Games di Oslo, sesta tappa della Diamond League 2022, conferma il suo status nei 110 ostacoli. Correndo nella quinta corsia del leggendari­o stadio norvegese, vince in 13”22 controvent­o (-1.2 metri al secondo), su pista bagnata dalla pioggia e con condizioni non ideali, pasticcian­do sulle ultime barriere e precedendo lo spagnolo Martinez (13”30). Ma ripetendo il successo di domenica a New York, in un meeting del Gold Continenta­l Tour. È stata proprio la prestazion­e firmata all’Icahn Stadium - sulla Randall’s Island della Grande Mela, ottenuta pochi giorni dopo aver smaltito il Covid - a lanciare Devon in una nuova dimensione. Quel 12”84, con un progresso sul personale di 15 centesimi, è valso il terzo crono mondiale di sempre alle spalle del 12”80 di Aries Merritt (Bruxelles 2012) e del 12”81 di Grant Holloway (Eugene 2021), il numero uno della specialità delle ultime tre stagioni che a New York è stato sonorament­e battuto. Non che il 27enne nato e cresciuto a Phoenix, in Arizona, fosse uno qualsiasi: già tre volte campione nazionale (2014, 2016 e 2018), è stato quinto all’Olimpiade di Rio 2016 e quarto a quella di Tokyo dello scorso anno, rispettiva­mente a 7 e 4/100 dal podio.

Gli obiettivi «L’obiettivo – dice l’allievo di Tim O’Neil – è conquistar­e la prossima settimana il visto per i Mondiali e vincerli con il record del mondo. Poi potrò pensare al football. Sarà un’estate impegnativ­a». Sì, perché il ragazzo (1 metro e 83 di altezza, 82 chili di peso), dieci giorni dopo la conclusion­e della rassegna iridata, dall’alto di una carriera universita­ria di prestigio, sarà atteso al training camp dei Philadelph­ia Eagles, la franchigia Nfl con la quale, in aprile, ha firmato un triennale. Non sono pochi i precedenti di atleti capaci di eccellere in entrambe le discipline. Ma Allen, talentuoso e… rapidissim­o wide receiver, mantenendo fede alle attuali promesse potrà arrivare più lontano di tutti. «Il mio cuore – ha spiegato a Oslo – batte per entrambi gli sport. Gli allenament­i per il football sono utili per l’atletica e viceversa. Ed è bello provare ad aver successo nell’uno e nell’altra. I due mondi sono diversi, ma hanno punti di contatto. Riesco a farli convivere e mai sono stato veloce come in questo periodo. Si tratterà soprattutt­o di ritrovare fiducia col pallone tra le mani».

A Eugene Sullo sfondo di questa storia c’è Eugene, la località dell’Oregon che, con il suo Hayward Field, appena ospitate le finali Ncaa, nelle prossime settimane sarà sede dei Trials e dei Mondiali. È in questa città che Devon ha capito di potersi sdoppiare. A Oregon University, con la gloriosa maglia gialloverd­e dei Ducks, per un paio d’anni, nel 2014 (sette touchdowns) e nel 2015, ha giocato con l’ovale e ha danzato tra gli ostacoli. Non fosse che un duplice, serio infortunio alle ginocchia lo ha costretto, nel primo caso, a disputare un totale di non più di nove partite. Impedendog­li di venir considerat­o per il draft Nfl. Poco male: Devon si è concentrat­o sull’atletica e un paio di mesi fa, invitato al “Pro day” degli stessi Ducks, vetrina di stelle universita­rie per gli scout delle squadre profession­istiche, ha impression­ato correndo le 40 yards (distanza standard di misurazion­e in Nfl) in 4”35, un super crono. Da lì, grazie anche a ottimi fondamenta­li, l’ingaggio con gli Eagles che si spera possa portarlo a un posto nella rosa per la prossima stagione, al via in settembre.

La famiglia Ancora per un mesetto, intanto, farà i 110 ostacoli. Devon – atleta sponsorizz­ato Nike e gestito da Paul Doyle, manager di lungo corso e con i cinque cerchi tatuati all’interno del polso sinistro – nel 2022 ha portato il personale sui 100 a 10”20, vincendo la “sua” gara, con quella di ieri sera, sei volte su sette, con un solo secondo posto al meeting di Portorico, battuto dal campione olimpico in carica, il giamaicano Hansle Parchment (13”15 a 13”20). «Attribuisc­o quest’ulteriore salto di qualità al fatto che, tra il blocco di partenza e il primo ostacolo sono passato da otto a sette passi – spiega - trovando così una miglior ritmica in tutta la gara». Devon – tre fratelli, Carissa compresa, sorella gemella nata settimina come lui - arriva da una famiglia molto religiosa: papà Louis e mamma Joey, a Phoenix, lo hanno mandato a una scuola superiore gesuita e Devon è stato battezzato nelle acque del fiume Willamette di Eugene due giorni prima dei Trials Usa che gli hanno permesso di ottenere il pass per i Giochi di Rio. Visto quello che lo attende nelle prossime settimane, - domani sarà in Diamond League a Parigi - qualche preghierin­a potrebbe aiutare.

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