La Gazzetta dello Sport

Il Toro è per sempre Buongiorno ad alta fedeltà Verso il rinnovo fino al 2026

Ale ha iniziato in granata a 6 anni Il club pronto a blindare il gioiello

- Di Mario Pagliara

Nel 2026 saranno vent’anni di Toro tondi tondi. È il nuovo orizzonte che si sta aprendo per Alessandro Buongiorno, oggi forte difensore appena ventitreen­ne e fresco di prima convocazio­ne per uno stage in Nazionale. Torinista dalla nascita, granata da sempre. Da quando all’età di sei anni e mezzo Silvano Benedetti, il “papà” dei piccoli torelli del vivaio, gli diede il benvenuto nella scuola calcio granata. Tra Buongiorno e il Toro sta per fiorire l’accordo per un nuovo rinnovo, il quarto consecutiv­o di una saga felice e, per certi aspetti, pure romantica: la scadenza dell’attuale contratto che si spinge al 30 giugno 2025 potrebbe essere allungata di un altro anno, arrivando fino al 2026. A Buongiorno il direttore dell’area tecnica, Davide Vagnati, potrebbe riconoscer­e un nuovo ritocco sull’ingaggio come premio, non solo alla fedeltà, ma soprattutt­o alla qualità e alla crescita che il difensore dal cuore-Toro ha confermato con Juric.

Poker Una vita in granata, quella di Alessandro, cresciuto in una famiglia torinista nel quartiere Santa Rita a due passi dallo stadio Olimpico. A sei anni e mezzo dal parchetto sotto casa è passato nella scuola calcio granata e da allora il Toro è diventata la sua seconda pelle: la scalata in tutte le selezioni giovanili fino a sollevare la Coppa Italia con la

Primavera, il debutto in prima squadra nel 2018 con Mazzarri, poi i prestiti in Serie B a Trapani e a Carpi per completare un percorso di formazione prima di rientrare a Torino nell’estate 2020 in prima squadra. Quello che potrebbe arrivare nelle prossime settimane sarà il suo quarto rinnovo in quattro stagioni: tutto è cominciato nel febbraio 2018 con il prolungame­nto fino al 2022, poi a settembre 2020 il rinnovo al 2024, infine quello firmato a novembre fino al 2025. Questa sarà l’estate che lo porterà al 30 giugno 2026. Per quella scadenza avrà consumato già due decenni con il Toro. Un traguardo che, per indice di fedeltà, lo spingerà nella squadra virtuale dei calciatori-bandiera.

Gioiello Questa, però, non è solo una storia di romanticis­mo e di cuori granata, per quanto abbia un peso specifico da non sottovalut­are. Quel ragazzino biondo che sognava di diventare come Nesta e Maldini, e che al Toro ha avuto tra i maestri Burdisso e Moretti (ancora oggi gli dispensa preziosi consigli nel suo incarico nell’area tecnica del club), è diventato uno degli emergenti in Serie A. L’ultimo campionato lo ha proposto con forza: 23 presenze con Juric, di cui 12 da titolare, alternando­si da centrale di sinistra con il più esperto Rodriguez. Il c.t. Mancini lo ha chiamato per uno stage, per lui sono fioccati i compliment­i dall’ex c.t. Ventura: «Ha un futuro roseo – ha detto -: sarà lo zoccolo duro del Toro del futuro». A Buongiorno avrà fatto piacere leggere le belle parole spese anche da Cravero: «Ha fatto un ottimo campionato». Elegante e sicuro in campo, generoso e sensibile nella vita: giovedì a Masio, ha testimonia­to con la presenza l’affetto e la vicinanza al presidente Urbano Cairo per la scomparsa del caro padre Giuseppe. Alla fine della cerimonia la carezza sul volto del presidente Cairo, per il quale Alessandro è come un figlio. E se, tra qualche anno, Buongiorno diventerà il capitano del Toro sarebbe l’evoluzione naturale di una fantastica storia d’amore.

Il progetto

È sulla strada per diventare una bandiera: candidato naturale a capitano tra qualche anno

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LAPRESSE Cuore Toro Alessandro Buongiorno, 23 anni, è del quartiere Santa Rita di Torino, quello dello stadio: entra a 6 anni nella scuola calcio granata

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