La Gazzetta dello Sport

Ok Berrettini, a Wimbledon può firmare un’altra impresa

- VOLÉE DI ROVESCIO di Paolo Bertolucci

Matteo Berrettini conferma il feeling con l’erba e dopo Stoccarda raggiunge la finale anche al Queen’s, il prestigios­o antipasto di Wimbledon, dove difende il titolo conquistat­o l’anno scorso. Va detto che fin qui, nel percorso immacolato nei due tornei, non ha incontrato avversari di valore, ma l’importante era che il nostro numero uno mettesse insieme tante partite per ritrovare il feeling con la competizio­ne dopo la lunga assenza per l’infortunio alla mano. Il rischio infatti era che potesse presentars­i sui nobili campi di Church Road, che l’anno scorso ne celebraron­o la straordina­ria avventura fino alla finale persa contro Novak Djokovic, senza adeguata benzina nelle gambe per affrontare due settimane di grandi fatiche fisiche e mentali. E invece Matteo non poteva regalarsi un viatico migliore, accumuland­o una notevole quantità di tennis: non è ancora brillantis­simo in qualche movimento, ma è possibile che la lunga pausa gli sia servita per un sostanzios­o richiamo atletico in vista della faticosa stagione estiva. Adesso avrà un’altra settimana per perfeziona­re definitiva­mente l’avviciname­nto a Wimbledon, torneo nel quale mi sento di inserirlo tra i primi tre favoriti insieme a Djokovic e Nadal, a meno che Kyrgios, Shapovalov

e Hurkacz trovino una giornata eccezional­e. Sono convinto che le prime quattro teste di serie del torneo butteranno un occhio sulla parte di tabellone in cui finirà l’azzurro, avversario che certamente vorranno evitare fin quando sarà possibile. L’ottimismo che accompagne­rà il viaggio di Matteo a Londra è del resto supportato dalla

qualità di gioco che il ragazzo romano riesce a esprimere sui prati, nonché dalla solidità mostrata in queste due settimane, dove si è spesso tratto d’impaccio da situazioni delicate con la forza del carattere e la freddezza che marchia il grande campione: perché la capacità di vincere soffrendo è propria dei top. Ovviamente, negli anni, ci ha

aggiunto dettagli tecnici che ne fanno ormai un interprete extralusso dell’erba: intanto è migliorato negli spostament­i in avanti, che erano un tallone d’Achille all’inizio della carriera. Di conseguenz­a, può spingersi a rete con maggiore profitto e cogliere punti facili con il gioco di volo, nel quale sta mostrando progressi molto apprezzabi­li. Certamente lo aiutano le martellate con cui prepara gli attacchi, che spesso rendono la volée una semplice formalità, però in più di un’occasione ha pure mostrato mano molto educata. Ma il fondamenta­le che gli ha permesso il salto di qualità più sostanzios­o è sicurament­e il back di rovescio, un colpo che non aveva nell’arsenale quando si è affacciato sul circuito. Ora lo gioca con un taglio più accentuato e maligno per gli avversari, surrogando­lo con una profondità di traiettori­e che gli permette di non perdere terreno nello scambio, abbinandov­i poi una notevole continuità rispetto ai molti errori di inizio carriera. Aggiungiam­oci che Matteo, dotato probabilme­nte del servizio più devastante del circus, è salito molto nella risposta alla battuta altrui. Insomma, l’evoluzione intelligen­te e costante di Berrettini potrebbe davvero regalarci il sogno di un trionfo a Wimbledon soltanto sfiorato l’anno scorso.

 ?? ?? Il numero 1 italiano Matteo Berrettini, 26 anni, 10o nella classifica Atp, è stato finalista a Wimbledon del 2021
Il numero 1 italiano Matteo Berrettini, 26 anni, 10o nella classifica Atp, è stato finalista a Wimbledon del 2021
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